Agnelli: ho vinto In libera impresa

LAwocato difende la concertazione e mette in guardia dagli eccessi del liberismo LAwocato difende la concertazione e mette in guardia dagli eccessi del liberismo Agnelli: ho vìnto In lìbera impresa «Auguro alla coalizione che ha prevalso di poter creare in tempi rapidi un governo capace di gestire il Paese» VERONA DAL NOSTRO INVIATO Tutto è bene quel che finisce bene. E per gli industriali è davvero un bene che alla guida dell'Italia stia arrivando Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia. Titubanti prima dell'apertura delle urne, gli imprenditori riscoprono in Berlusconi, collega fino a poche settimane fa, uno dei loro. Certo, si tratta di un'apertura di credito e non di un assegno in bianco. Ma le tendenze della platea confindustriale al convegno di Verona (su «Uomo, impresa, politica, tre dimensioni per lo sviluppo») sono inequivocabilmente «prò» Berlusconi. A rivelarle provvede ben presto un singolare equivoco capitato poco dopo l'inizio dei lavori. Succede attorno alle undici quando il moderatore di una tavola rotonda, il direttore del Tg5 Enrico Mentana, informato in modo sbagliato, annuncia l'elezione del candidato berlusconiano Carlo Scognamiglio a presidente del Senato. Venti secondi di applausi accolgono la falsa notizia. Così le vicende politiche scandiscono i ritmi del convegno della Confindustria. Il dibattito si svolge su due binari: le scelte personali degli associati, in prevalenza a favore del Berlusca, convivono con la voglia di autonomia della confederazione rispetto al futuro governo. A mezzogiorno prende la parola Giovanni Agnelli, e gli umori del «parterre» trovano conferma. Agnelli, che è anche senatore a vita, parla del duello fra Scognamiglio e Giovanni Spadolini. Prima di leggere l'intervento, il presidente della Fiat svela di non aver votato alle 10, avendo preferito essere a Verona. Confessa però l'imbarazzo per il pareggio dopo lo scrutinio della mattina: «Un voto di differenza poteva essere decisivo». Ma aggiunge che, in base al regolamento, il ricorso al ballottaggio sarebbe stato comunque inevitabile. Chi votare nel pomeriggio? Venerdì Agriclli si è ^presso per Spadolini, amico personale. Ma la scelta è politica e l'Avvocato, rivolto alla folla di imprenditori, afferma: «Mi trovo a dover interpretare anche quello che è il vostro desiderio. Ho sentito che quando è stato fatto il nome di Scognamiglio c'è stato un lungo applauso e mi sono domandato: "Se fosse stato fatto il nome del senatore Spadolini gli applausi sarebbero stati gli stessi?"». Un lungo coro di «nooo» interrompe Agnelli che prende atto. «Allora ho avuto una indicazione». Ed ecco un altro forte applauso per Scognamiglio. Nel pomeriggio, comunque, l'Avvocato confermerà il suo voto «personale» per Spadolini. Ma qual'è la linea che Agnelli esprime nel suo intervento? Il presidente della Fiat augura «alla coalizione che ha vinto di costituire in tempi rapidi un governo capace di assumersi tutte le responsabilità della gestione del Paese». Ma non trascura di invitare alla moderazione, evitando ricette «totalmente liberiste» estranee alla cultura italiana e tenendo aperto il dialogo con i sindacati. I duemila e settecento imprenditori che ascoltano si scaldano. Sperano in una stagione nuova di una Repubblica uscita malconcia dalle vicende di Tangentopoli. E il verdetto delle elezioni colpisce la fantasia. Agnelli prosegue: «Per la prima volta, la libera impresa, dopo essere stata per tanti anni assolutamente minoritaria, ha ricevuto una investitura di massa». Con il voto gli italiani hanno cioè «espresso una chiara preferenza per un sistema di libero mercato, un sistema meno burocratico e meno fiscale». C'è un dato di fatto, dunque: il sostegno al governo che il Polo delle libertà sta per esprimere e che «ha la possibilità di ben operare per guidare ed accelerare il cambiamento». Poi Giovanni Agnelli si soffferma sul rapporto che deve intercorrere tra la Confindustria ed il futuro esecutivo: «Dobbiamo essere in grado di rappresentare ancora un punto di riferimento pienamente autonomo rispetto ai governi, ma capace di esprimere al massimo quella capacità propositiva e costruttiva che è propria degli imprenditori». Il giudizio favorevole per la svolta politica non significa dunque confusione di ruoli, ma disponibilità alla collaborazione: «Dobbiamo rispondere alle attese, alle speranze di quanti hanno scelto di sperimentare un sistema più liberista» dice Agnelli. E ancora: «L'impresa, l'imprenditore, saranno chiamati a svolgere un ruolo di primo piano». Adesso «è il momen- to di manifestare fiducia nella ripresa, di assumersi dei rischi, di dispiegare appieno quello spirito d'intrapresa di cui gli industriali italiani hanno già dato così importanti dimostrazioni». Niente stravolgimenti, però. «Ci vuole concretezza e senso della misura» e «né la maggioranza né l'opposizione devono trincerarsi dietro vecchie ideologie già condannate dalla storia». Agnelli invita alla cautela in particolare per i rapporti con i sindacati. Esalta l'importanza del patto del luglio scorso «sul costo del lavoro, flutto della concertazione fra governo, sindacati e imprenditori. Quegli accordi vanno «salvaguardati» e le relazioni industriali vanno sviluppate «tenendo conto delle specificità storiche di ciascun Paese». Prudenza viene sollecitata poi per la mobilità del lavoro. Agnelli ricorda che gli ammortizzatori sociali (come la cassa integrazione o i contratti di solidarietà) consentono alle aziende di ristrutturarsi. Niente imposizioni, non si possono «applicare nel nostro continente sistemi» bruschi che provocherebbero «turbative» sociali. Anche per la politica economica nessuna rivoluzione: «I due ultimi governi di Amato e Ciampi hanno ben operato». Serve inoltre un «serio approfondimento» prima di dare «maggiore autonomia a livello locale». Roberto Ippolito Il presidente Fiat «Salvaguardare gli accordi sociali» Gli imprenditori tutti con Silvio lso di poter creare gestire il Paese» SI PURGHE'.NON GESTISCA a SONDAGGIO LA STAMPA AL CONVEGNO DI VERONA LSUO GOVERNO SARA' DI DESTRA 0 DI CENTRO? VI IMBARAZZA LA PROSPETTIVA DI MINISTRI DESIGNATI DA ALLEANZA NAZIONALE? RIUSCIRÀ' IL GOVERNO DI BERLUSCONI A DURARE PER 5 ANNI? Silvio Berlusconi protagonista-ombra a Verona Giovanni Agnelli presidente della Fiat Sotto, Luigi Abete presidente della Confindustria

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