Occhetto: stupendo anzi tragico di Carlo Rognoni

Occhetto: stupendo/ anzi tragico Occhetto: stupendo/ anzi tragico La vittoria virtuale illude la Quercia L'ILLUSIONE DELLA SINISTRA ALLE cinque della sera la sinistra virtuale festeggia nei corridoi la finta elezione di Spadolini. Al Senato esulta Carlo Rognoni: «E' una grande vittoria!». A Montecitorio gongola Achille Occhetto: «Stupendo! Un messaggio di fiducia per l'opposizione». In giornata Occhetto aveva definito anche «splendido» il pari tra Spadolini e Scognamiglio; «doveroso» il messaggio di Scalfaro; «incredibile» la sentenza sulla P2; «vergognoso» l'attacco della Bonino alla lotti... L'ultimo aggettivo sarà «bella». «Molto bella», anzi la battaglia persa. «Anche se indubbiamente, perdere piuttosto che vincere - ammetto - fa una certa differenza». Alle sei della sera la destra reale festeggia in tv la vera elezione di Scognamiglio. Silvio Berlusconi appare alle telecamere riunite, si asciuga il sudore, impartisce ordini agli operatori Rai e Fininvest, dispone i cronisti («così mi impallate») e attacca: «Conta il risultato, uno o due voti non importa...». E allora, fra la destra «televisiva» e la sinistra «storica», chi sta fuori dalla realtà? Basta trascorrere un paio d'ore nel Transatlantico, guardare le facce, i vestiti. I berluscones dotati di stemmino, telefonino, orologione e parlata tecnocratica, sembreranno pure agli occhi degli smaliziati cronisti parlamentari tante caricature da spot. Ma intanto assomigliano ai loro elettori, la televisiva borghesia italiana. I leghisti con la cravatta sbagliata e la giacca Upim vengono direttamente dalle valli lombarde. I fascisti perbene di Fini s'incontrano a ogni angolo di ministero romano. Ma uno come Cesare Salvi, nella vita, chi l'ha mai incrociato? In nessun altro luogo della realtà, se non nella buvette o alla Rai, potrei prendere un caffè con uno come Claudio Petruccioli o Ottaviano Del Turco. Quanto si saranno sentiti rappresentati i cassintegrati torinesi, i giovani emiliani, gli artigiani umbri, ma anche la folta borghesia intellettuale progressista da Bartolo Ciccardini, Alberto La Volpe e Nando Adornato con pipa nel taschino e bar- betta filosofica? Infine, è più virtuale Ambra che a «Non è la Rai» vota per la Pivetti «perché è giovane e carina» o Spadolini ultima bandiera dell'Opposizione? E perché negare che nel loggione, tra i giornalisti progressisti, alla proclamazione per un voto di Scognamiglio molti respiravano sollevati: «Ma pensa se Finivano pari e si vinceva per l'anzianità!». Negli angoli di Montecitorio i progressisti continuano a far battute con i vecchi amici cronisti sull'ossessione per l'immagine delle destre. Sorridono dell'eterno abito da sposo di Berlusconi. Ghignano al passaggio di Speroni che, ormai trombato nella corsa alla seconda carica istituzionale per via del look, può tornare a esibire cravattino texano, cinturone da Ringo e polacchine blu pastello. Epperò se ficcassero il naso per un istante fuori dall'aula virtuale, ascolterebbero il pastoncino degli studenti in visita, assai più interessante delle vetuste dietrologie alla Vittorio Orefice. Suona più o meno così: «C'erano una volta Spadolini e Nilde lotti, in due giorni Berlusconi ci ha messo Scognamiglio, bell'uomo, simpatico, e quella carina della Lega, come si chiama? ah sì, Pivetti. Una di trent'anni, bene». Una giovane medievale, dice Pannella, «antise¬ mita, teocratica, integralista, papessa». Risposta: «Eeeh, quello ne dice tante!». Sì, ma l'antisemitismo che cos'è? A scuola non ne parlano. Al cinema c'è la Lista di Schindler, un Ben Hur sull'Olocausto incentrato sulla figura di un nazista buono: «Ci ha tanto commosso». Ridevano, a sinistra, anche ieri mattina. Sugli errori e le buffonerie della grande nemica, la Televisione. Nuccio Fava inciampa su un applauso frettoloso ed esplode, come sempre estasiato dal potere: «Hanno eletto Scognamiglio!». A Verona allora trilla il telefonino di Enrico Montana, che subito rilan¬ cia il falso scoop all'assemblea della Confindustria. Applausi da stadio. «Avreste applaudito anche Spadolini...» prova a dire Giovanni Agnelli. E l'assemblea: «Noooo». Morale: anche quando sbaglia e inventa, la tv favorisce la destra. E infine, ci azzecca. Più degli esperti in dietrologia. «A destra soffia il vento» dice Miglio. Che ha smesso di soffiare alle spalle del velista Occhetto. Per inciso, Er Pecora viaggia in bicicletta. Ieri sera circolava al Pantheon, scampanellando allegro «ar culo de le femmine». Come il Giggetto degli spot. Curzio Maltese Rognoni canta vittoria poi la doccia fredda Ironia dei progressisti sul look di Speroni nel classico «tiè»), i missini con le dita a «V» come dei Churchill qualsiasi. E il leghista Speroni che abbranca Scognamiglio per una gamba e cerca di sollevarlo e portarlo in trionfo, tipo Baresi. Per fortuna il rautiano Maceratini, ormai l'ala moderata del «rassemblement», stacca la mano di Speroni dalla pregiata flanella del neo-presidente, invitando.)'nltrà a italoforzuti, si asciuga il sudore: «Assurdo se avessimo perso per quei 10 senatori a vita». E Men- nitti, la Blll^prt**»4--■■■ . mente, il Ri- ■§r>*^-.>~-^. aspettiamo i carabinieri, perché vengano a prendersi gli ultimi inquisiti». Carabinieri? Il colonnello Petricca, alle incursioni sulla fascia sinistra. Livio Caputo lo presenta allsquadra così: «Salutiamo il nostragente all'Avana». Previti dettpoche parole alla Storia: «E' staturia vittoria alla Perry MasonScusate il paragone, ma noi un certo legame con lo spettacolo clo abbiamo». Spettacolo e calcione parlano sempre. Anche nel primo dialogo telefonico con Berlusconi, dopo la vittoria. Il cellularè in mano a Maceratini: «Dottoreabbiamo vinto!». Previti suggerisce: «Digli che deve ringraziarnoi due: un romanista e un laziale». Maceratini: «Dottoli leadedi Forza ItalSilviBerluscon Il segretario del pds Achille Occhetto li leader di Forza Italia Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Avana, Verona