Campo Smith la guerra continua di A. Con.

Bardonecchia, l'impresa costruttrice: «Restituite gli oneri, ce ne andiamo» Bardonecchia, l'impresa costruttrice: «Restituite gli oneri, ce ne andiamo» Campo Smith, la guerra continua Ciriè divisa Il sindaco non molla «Via Nano» Arrestati in 7 Famiglia in carcere per droga II sindaco: «Possiamo rivedere la convenzione» Per il Comune l'iter del progetto è regolare «Ridatemi indietro i miliardi versati per gli oneri di urbanizzazione e l'acquisto dei terreni. Vado ad investire altrove. Non sono disponibile a rivedere nulla, abbiamo fatto dei programmi che non possiamo cancellare». Bruno Arguì, amministratore dell'immobiliare «Marina Di Alessandro» che sta costruendo i 650 posti letto del complesso in multiproprietà a Campo Smith, l'ha ripetuto a chiare lettere al sindaco di Bardonecchia. Alessandro Gibello aveva da poco chiuso le sei ore di Consiglio comunale aperto in cui l'amministrazione si era detta disponibile a rivedere la convenzione con l'immobiliare. A gennaio, durante un altro Consiglio comunale-fiume, la minoranza aveva presentato alla giunta una serie di interpellanze: si sollevavano dubbi sulla legalità delle delibere per il nuovo intervento a Campo Smith e si richiedevano maggiori garanzie sull'operazione edilizia contestando la scelta della formula della multiproprietà. All'inizio di febbraio inoltre era arrivata come un fulmine a Bardonecchia la notizia dell'avvio di un'inchiesta della procura delle Repubblica di Torino su alcuni presunti indagati per associazione a delinquere coinvolti nell'operazione. «Da quando si è parlato di mafia a Bardonecchia mi è diventato quasi impossibile lavorare. Ho avuto mille difficoltà con le banche ed anche la Valtur non voleva più firmare il contratto sulla gestione della multiproprietà» sottolinea Bruno Arguì. L'ingegner Dezzani, tecnico comunale, su incarico della giunta ha presentato una relazione di 150 schede sull'iter delle concessioni di Campo Smith a partire dal «parere favorevole della commissione edilizia del 1987». Il funzionario, leggendo alcune osservazioni dell'avvocato Mortarino, ha poi contestato le eccezioni presentate dalla minoranza. A sorpresa, il sindaco Alessandro Gibello si è però dichiarato disponibile ad incontrarsi con minoranze ed associazioni per «analizzare modifiche della convenzione, studiando un'eventuale fidejussione che vincoli i 54 alloggi in costruzione con il completamento della struttura para-alberghiera ed anche correggere un'altra delibera di giunta che ora permette la ricostruzione degli attuali alberghi in altre strutture di multiproprietà». [f. mor.ì Non è ancora finita l'odissea di Nano, il cavallo di Ciriè sfrattato dal sindaco leghista, Ezio Genisio. «Aspettiamo ancora una risposta dal Tar - dice il primo cittadino -. Se il ricorso presentato da Marisa Buratto non sarà accolto allora Nano dovrà andarsene. Abbiamo già trovato una sistemazione gratuita alla Mandria, potrebbe essere la soluzione ideale». Il parere della Regione, secondo l'amministrazione ciriacese, non sarebbe vincolante, anche se a redigerlo è stato il responsabile del settore assistenza veterinaria. Così, in attesa che il tribunale amministrativo regionale decida sul da farsi, si cerca di capire perché attorno a questa viceda sia esploso un interesse così grande. Genisio non ha dubbi: «Qualcuno ha voluto strumentalizzarla. C'è odore di manovre politiche». Secondo il sindaco, infatti, la battaglia a favore di Nano è esplosa in prossimità delle elezioni politiche, con l'unico scopo di «ridicolizzare un sindaco della Lega». Chi sarebbe il grande manovratore, però, non lo dice apertamente anche se lo lascia intendere. «Potrebbe trattarsi - spiega - di qualcuno che è stato battuto alle amministrative del 20 giugno scorso e che in passato, sulla faccenda del cavallo, non aveva preso posizione». Il riferimento al suo predecessore, Aldo Buratto, è chiaro e lo è ancora di più quando parla di una «guerra tra de e Lega montata ad arte da qualcuno». Intanto promette interventi legali mirati a smascherare il manovratore. «Di mezzo ci sono anche dei bambini - tuona Genisio -. Come sindaco e come padre non accetto questo comportamento; hanno strumentalizzato anche loro». La droga distrugge, spesso senza pietà. Lo dimostra il singolare «stato di famiglia» dei La Marca, residenti a Mirafiori, in via fratelli Garrone 61/27: padre, due figli, due zii, una zia ed un cugino in carcere per reati connessi alla droga, madre morta per Aids. A portare in evidenza questo caso-limite è stato l'arresto di Maurizio La Marca, appena maggiorenne, sorpreso a spacciare in via Artom dopo essere fuggito da una comunità. Drammatica la sua situazione famigliare. La madre di Maurizio, Wilma Baldassin, più volte inquisita per ricettazione, è morta per Aids al Maria Vittoria un paio d'anni fa, all'età di 35 anni. Il padre Cataldo era stato invece sorpreso, nell'aprile del '92, mentre spacciava eroina proprio nei giardini sotto casa. Il fratello maggiore di Maurizio, Antonio, 23 anni, è stato invece arrestato nell'ottobre dello scorso anno, sempre per droga. Stessa sorte è toccata quest'anno, a due suoi zii: Filippo La Marca, 40 anni, è stato catturato a gennaio (a suo nome, sul casellario elettronico del ministero dell'Interno, risultato addirittura 49 diverse annotazioni), mentre Franco La Marca, 39 anni, ammanettato a febbraio, è riuscito in questi ultimi due mesi prima ad evadere dagli arresti domiciliari e poi ad essere nuovamente arrestato, lunedì scorso. Anche una parente acquisita dei La Marca, Annarosa Bonelli, 30 anni, compagna di Filippo, è intanto finita in carcere per reati connessi alla droga. Stessa sorte per uno zio di Cataldo La Marca, Rosario Riggio. Tre fratellini di Maurizio, il più giovane ha 8 anni, sono stati da tempo affidati in pre-adozione ad altrettante famiglie. Un modo per garantire loro un futuro lontano dall'eroina. [a. con.]

Luoghi citati: Bardonecchia, Ciriè, Torino