Ti odio Collard dolce carnefice di Enrico Benedetto

La Giroud contro il regista morto di Aids La Giroud contro il regista morto di Aids Ti odio, Collard dolce carnefice PARIGI Francoise Giroud Césars (gliene attribuirono quattro) commosse ancor più i fan. Poi arrivarono i Carnets, il diario intimo cui per anni il giovanissimo Collard affidò pensieri e rievocazioni erotiche. Incluse le più crude, eterosessuali o gay che fossero. La famiglia autorizzò Flammarion a pubblicarli integrali. Titolo, L'Angelo Selvaggio. Dopo la versione in celluloide, la mitologia collardiana aveva ormai un cult-book al quale abbeverarsi. Bello, autodistruttivo, geniale, precocemente scomparso. Come James Dean, e l'Aids per aggiornarne il fascino. Non mancarono tuttavia i critici. Associazioni mediche insorsero sin dal '92 contro la «pericolosità» in termini comportamentali di un film che illustrava l'amore libero e senza preservativo tra sieropositivi e non. Ma a venire posta sott'accusa erano la fiction cinematografica e la sua eventuale valenza diseducativa. Nessuno frugò nell'esistenza reale di Collard per appurare se vi fossero paralleli con la criminale leggerezza del film. Oggi, invece, si colpisce l'individuo Collard. I familiari sostengono che nel 1984 ignorava la propria sieropositività. Arduo - e comunque richiederebbe dolorose investigazioni - provare il contrario. Tuttavia il sospetto s'insinua. E vediamo moltiplicarsi gli indizi di revisione storica sul fenomeno Collard. Ieri André Glucksmann - autore de'la prima opera filosofica che analizza il virus, Lafèlure du monde - ne ha criticato gli estimatori. Quanto a Frangoise Giroud, glissa. Un processo le sembra eccessivo. E rimpiange quegli accenni. Ma è forse troppo tardi. Enrico Benedetto

Luoghi citati: Frangoise Giroud, Parigi