Bonn folgorati sulla terza via di Emanuele Novazio

Caduti i muri ideologici, si profila un'inedita alleanza: né con l'Est né con l'Ovest Caduti i muri ideologici, si profila un'inedita alleanza: né con l'Est né con l'Ovest Bonn, folgorati sulla terza via La nuova destra che piace a sinistra DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Si riconoscono in Ernst Nolte, lo storico revisionista al centro di polemiche furiose per aver cercato di «relativizzare» l'Olocausto (anche di recente, accusando Schindler's List di essere un film troppo schierato e di fornire una «rappresentazione parziale» della realtà, «con la sua insistenza sul fanatismo delle SS»). E davvero, quando affrontano tabù storici irrisolti come il nazionalismo e il genocidio degli ebrei, gli intellettuali della Nuova Destra tedesca celebrano come un maestro l'autore dei Tre volti del fascismo, secondo il quale - per esempio - dietro ai Lager nazisti ci sono i campi di concentramento staliniani, e la ferocia del regime hitleriano va collocata nel «contesto storico della guerra civile europea». Ma dai «circoli di discussione» animati da politologi e storici come Reiner Zitelmann (ex assistente di Ernst Nolte), Eckard .lesse o Uwe Backes, emergono inediti intrecci intellettuali: «partiti trasversali» che passano per la sinistra storica e si snodano attraverso destre vecchie e nuove, coinvolgendo a vario titolo persone come la vedova di Willy Brandt, Brigitte SeehoferBrandt, storica di formazione e giornalista, lo storico liberale Arnulf Baring, o il direttore della Spd Parici Scinde, Tilman Fichter. E' stato un episodio recente a riunire enfaticamente attorno a Zitelmann - responsabile di Geistige Welt, un supplemento settimanale della Welt - molti esponenti di questa tribù meticcia. Quando la redazione del giornale - che certamente non è un quotidiano di sinistra - ha duramente contestato Zitelmann per un commento sul film di Spielberg, accusato ancora una volta di aver sottolineato «l'eccessiva crudeltà delle SS», Baring, la vedova Brandt e Fichter sono accorsi in sua difesa insieme con Backes, Eckhard Jesse e altri IL CASO. BONN esponenti dcH'intelligoncija della Nuova Destra. Sono stati loro a «garantire la rispettabilità» del giornalista-storico, che i colleghi di lavoro volevano cacciare. Ma questa mescolanza da molti considerata sorprendente - una «comunione di ex oppositori», l'ha definita con curiosità perplessa la Frankfurter Allgemeine Zeitung - si era già manifestata in precedenza: in occasione dei dibattiti sull'estremismo e sulla democrazia, per esempio, organizzati da circoli di destra come «Junger Freheit» o «Valdenstein», o di alcune iniziative editoriali. All'origine di un'alleanza per lo meno singolare sembra esserci una convinzione soprattutto, l'apparente eliminazione del contrasto fra sinistra e destra. Ma il collante più robusto fra uomini e donne dalle esperienze intellettuali e politiche tanto diverse è probabilmente un altro: la concezione della nuova Germania, la sua collocazione nell'Europa di fine secolo, il suo rapporto con l'Occidente. «Il motivo di questa alleanza non e da ricercare soltanto nella sclerosi della sinistra - è il giudizio del supplemento culturale della Faz -. L'aggregazione si compie piuttosto intorno alle tendenze dell'anti-liberalismo e del pensiero anti-occidentale». E' infatti su scelte cruciali e decisive come queste che i discepoli di Nolte - «piccoli spiriti, piccoli imitatori che ne offuscano la fama, camerieri nella birreria del risentimento», ancora nel giudizio sprezzante della Faz - abbandonano il maestro. Zitelmann ha da poco pubblicato un libro sugli oppositori di Adenauer, nel quale il bersaglio principale è l'integrazione in Occidente del Paese uscito dalla guerra. La Germania, scrive in sostanza Zitelmann, deve riconquistare la sua piena sovranità e la sua capacità di azione, ma ne sarà capace soltanto liberandosi dai legami con le democrazie liberali dell'Occidente, e rioccupando una posizione centrale LETTERE AL GIORN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Mito romantico d'una intera generazione o kamikaze sessuale? Le polemiche sul regista Cyril Collard, ucciso il 5 marzo '93 dall'Aids che aveva messo in scena con realismo estremo in Les Nuits Fauves (Le notti selvagge! sono ormai querelle giudiziaria. Detonatore, la scrittrice Francoise Giroud. Un breve passaggio nel suo ultimo libro autobiografico - Journal d'une parisienne - accusa Collard. Nell'84 avrebbe contaminato l'allora sedicenne Erika, che lo amava alla follia. La giovane nipote di un'altra romanziera, Suzanne Prou - morì nel novembre scorso. Collard la espose al contagio in piena coscienza, come il suo personaggio (Jean) nella pellicola? Frangoise Giroud non lo afferma. Ma i genitori del cineasta considerano le sue rivelazioni offesa grave a un uomo che non può più difendersi, minacciando denunce. E scoppia il caso. Perché, nel frattempo, Suzanne Prou ha testimoniato nella grande maratona televisiva sull'Aids che le principali catene tv francesi diffusero il 7 aprile raccogliendo un'audience gigantesca. Le accuse postume sono sempre sgradevoli. E in questo caso violano le espresse volontà di Erika, che non desiderava alcun «processo» letterario né televisivo al suo - peraltro fuggevole amore. Ma la controversia ha perlomeno un merito: riequilibrare il giudizio finora encomiastico sino al panegirico su Collard. E' vero che il film ebbe enorme successo: 2,8 milioni di spettatori. I critici s'inchinarono. E la morte nell'imminenza dei Francoise Giro Nel «partito trasversale» con i discepoli di Nolte ci sono la vedova di Brandt e esponenti della spd Wm fra Est e Ovest. Incamminandosi dunque su una terza via. Qui, davvero, Nolte e il suo mondo «diviso in due» - Est e Ovest, comunismo e anticomunismo - non ci sono più: per gli storici della Nuova Destra non vale più l'alleanza fra pensiero conservatore e liberalismo occidentale, «subita da Nolte» nel nome dell'opposizione al comunismo. Questa alleanza - spiegano e insistono - ha «perso di significato» dopo la dissoluzione dell'impero sovietico e la caduta del Muro di Berlino. Ma mentre si ritorna sulle posizioni del pensiero anti-occidentale, ci si incontra e ci si allea con i settori della sinistra che rifiutano quel mondo, incarnato dagli Stati Uniti e dall'Europa di Maastricht: frange socialdemocratiche, nostalgici della Ddr, antieuropeisti, pacifisti e ecologisti radicali. Una strada senza sbocchi, un'alleanza fragile e destinata a rompersi una volta superata l'ebbrezza del nuovo incontro?, ci si chiede in Germania. O al contrario l'avvio di una svolta radicale capace di modificare il panorama politico del Paese, di ridisegnare gli umori e gli equilibri dell'opinione pubblica moderata? E' anche intorno a interrogativi come questi che il Paese si prepara al voto d'autunno: ma non è un caso, forse, che nuovo impulso a un dibattito irrisolto e controverso l'abbia dato proprio un film come Schindler's List, capace di alimentare inquietudini e sollevare dubbi, più che di fornire una risposta. Non è un caso che Nolte e Zitelmann, il maestro e il suo discepolo, abbiano sollevato entrambi tempeste storiche c politiche commentando le immagini di Spielberg, riflettendo sulle sue «esagerazioni» e sulle sue «posizioni di parte». Non è un caso perché la destra vecchia e nuova, nella Germania che pensa a una terza via, trova nel passato coerenza e coesione. Emanuele Novazio ....... . ... -. ALE

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