Mosca, no a nuovi caschi blu di Cesare Martinetti
Mosca, no a nuovi caschi blu Mosca, no a nuovi caschi blu E Graciov cambia idea: mai nella Nato Caschi blu russi durante un'operazione tra i serbo-bosniaci L'ombra di Zhirinovskij (sempre più frenetico e sbracato, come nella tournée di Strasburgo) sembra dunque condizionare pesantemente le reazioni del governo. E infatti Zhirinovskij, ieri, ha subito dato un giudizio positivo sul rifiuto di firmare il 21 aprile a Bruxelles l'adesione alla «partnership for peace». Ha detto il duce russo: «Più carte firmeremo e più ci addentreremo nelle strutture europee, più ci stringeranno per la gola e ci imporranno cosa fare». Usando il solito linguaggio leggero, Zhirinovskij ha definito il bombardamento americano delle divisioni serbe a Gorazde «l'inizio della terza guerra mondiale» e ha detto che «tra non molto inizierà la guerra contro la Russia. La vinceremo, ma dopo questa guerra non rimarrà, né il Kazkhstan, né la Moldavia, né il Baltico. E milioni troveran¬ no la loro tomba». Annunciando che il prossimo 28 aprile guiderà personalmente la delegazione del suo partito a Baghdad per festeggiare il compleanno del suo amico Saddam Hussein, Zhirinovskij ha aggiunto di essere contrario anche all'adesione della Russia al Consiglio d'Europa, secondo lui «prò Nato, prò sionista e prò americano». Della sua gita a Strasburgo dove si è scontrato e insultato con gli studenti che manifestavano contro l'antisemitismo, ha aggiunto l'accusa ai parlamentari europei di essere dei «ladri»: «Mi hanno rubato il mio berretto con la visiera». Ma il fronte più caldo, attualmente, per la Russia, ò quello del Mar Nero dove da almeno una settimana ucraini e russi si scambiano pesanti dispetti. L'ultimo e di ieri quando alla brigata navi fluviali russe nella città di Izmail è arrivato un gruppo di militari della marina ucraina, otto persone, guidato dal capo della della difesa ucraina, Dmitri Ukrainez che ha trasmesso l'ordine di Kiev di «liquidare il reparto». I militari ucraini si sono rivolti ai russi chiedendo di non usare le armi. A Mosca, intanto Boris Eltsin e Leonid Kravchuk hanno raggiunto l'ennesimo accordo per la divisione della Flotta del Mar Nero, contesa tra le due repubbliche da due anni a questa parte, cioè da quando s'è sciolta l'Urss. Secondo l'intesa all'Ucraina andrà il 50 per cento della flotta, ma conserverà l'uso solo del 15-20 per cento perché, come ha ammesso il suo ministro della Difesa Radetskij, «Kiev non ha bisogno della metà della flotta». Ouanto durerà quest'accordo? Difficile dirlo, vista la situazione di tensione che c'è dalle parti della Crimea dove Kiev si trova anche a fronteggiare la crescente ondata filo-russa. Una decina di «incidenti» accaduti negli ultimi giorni fa capire che anche tra gli stessi militari divisi tra Russia e Ucraina la situazione è pesante. Questa volta però Eltsin e Kravchuk hanno dichiarato che «tutti i problemi sono stati risolti». L'ultima volta che l'avevano detto, l'accordo ha resistito solo un paio di giorni. Il ministro della Difesa russo Graciov ha rivelato ieri polemicamente che da settembre la Russia finanzia completamente la fiotta del Mar Nero e «quindi la fiotta è russa e la sicurezza dell'Ucraina viene garantita a spese della Russia». Cesare Martinetti
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