Messaggio di morte al pentito

Roma, scoperti oltre 70 chili di tritolo nella zona in cui abita l'ex uomo d'onore. Un avvocato: «L'avevamo previsto» Roma, scoperti oltre 70 chili di tritolo nella zona in cui abita l'ex uomo d'onore. Un avvocato: «L'avevamo previsto» Messaggio di morte al pentito «Maxi-bomba per uccidere Contorno» ROMA. Settanta chili di tritolo lungo il bordo di una carreggiata stradale. Un cratere che ricorda in maniera lugubre e terribile l'autostrada di Capaci. I resti di un comando a distanza. I dinamitardi che hanno insanguinato l'Italia negli ultimi anni si sono risvegliati. Questa volta, per fortuna, l'odore della polvere da sparo non si accompagna a sangue e dolore. Ma l'effetto di spargere il terrore, forse, è stato raggiunto lo stesso. Tanto più se si pensa che la vittima designata, con tutta probabilità, poteva essere un pentito di mafia. Il primo nome che corre, a caldo, è quello di Salvatore Contorno. Un uomo d'onore che da anni ha voltato la schiena a Cosa Nostra e che ha dato un colpo terribile all'organizzazione mafiosa guidata da Totò Riina. 0 forse la vittima era un'altra. Ma il messaggio non cambia. Si vogliono colpire i pentiti? «E' un messaggio simbolico - sostiene a caldo Roberto Scarpinato, sostituto procuratore distrettuale antimafia di Palermo - ma anche la riapertura della campagna per l'eliminazione fisica dei pentiti». Il giudice Scarpinato sostiene che la campagna politica contro i pentiti, e a favore dello scioglimento della commissione Antimafia, potrebbe essere avvertita da Cosa Nostra come un «semaforo verde» che segnala «si può fare quello che prima non si poteva più». E commenta: «Attendiamo posizioni chiare dal nuovo governo. In caso contrario, c'è da chiedersi: l'orologio è tornato indietro? Che senso hanno avuto le morti di Borsellino e Falcone?». Già, le morti. Forse, dopo aver chiuso la Prima, si voleva aprire la Seconda Repubblica con il tritolo? Magari commemorando a modo loro l'attentato che costò la vita a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e cinque uomini di scorta? Era il maggio 1992. Due anni fa. Fa rabbrividire il parallelo storico-istituzionale: anche allora c'era un Palazzo acefalo che stava cercando faticosamente nuovi equilibri dopo le elezioni. E la mafia volle dire la sua. Ieri lo Stato ha fatto prima. Per un soffio, forse. Erano le 20,30 quando, lungo la via Formellese all'incrocio con la Cassia bis, un artificiere dei carabinieri ha fatto brillare una bomba. L'ordigno, scoperto in maniera fortunosa dentro una cunetta e nascosto con dell'erba medica tagliata di fresco, era chiuso in alcune scatole di cartone con un innesco elettrico. Adesso, sul bordo della strada, c'è un cratere di sei metri per tre, profondo quasi un metro e mezzo. Una voragine. Non si può dire con certezza, allo stato, se la bomba fosse stata abbandonata oppure depositata proprio in quel punto in attesa del passaggio di qualcuno. E gli investigatori non si sbilanciano. Sentiamo il pre- fetto Elveno Pastorelli, però, responsabile della protezione civile, che si aggira con aria lugubre sul posto: «Tra i resti dell'esplosione ho visto un voltmetro». Piccola, ma importante notazione: il voltmetro è un apparecchio indispensabile per attivare il comando a distanza. Confermano anche i carabinieri: «La bomba era pronta ad esplodere. Anche la collocazione, sul ciglio della strada, non lascia dubbi». E fanno notare che c'è un palo della luce a pochi metri: avrebbe funzionato come punto di riferimento, al passaggio della macchina. La stessa tecnica di Capaci, non c'è dubbio. La primissima ipotesi, dunque, ragionando sui possibili obiettivi, è che la vittima designata fosse un pentito di mafia. Si è pensato a Salvatore Contorno. Gli investigatori ammettono a mezza voce: «E' l'unico pentito che abita da queste parti». Ha cambiato casa diverse volte, in verità, Totuccio Contorno, da quando è tornato in Italia. E c'è stato un periodo in cui ha abitato dalle parti di Bracciano. Cambiò abitazione, però, dopo un famoso infortunio. E cioè quando un postino gli consegnò la cartella delle tasse con il suo nome e l'indirizzo in bella vista. Naturalmente l'indirizzo attuale dovrebbe restare segreto. Ma è un segreto di Pulcinella. In tantissimi sanno che abita ancora da quelle parti. E infatti, sul posto dell'attentato, a togliere ogni dubbio, arriva un avvocato. Chiede che sia mantenuto il suo anonimato. Poi racconta: «Io abito da queste parti, a qualche chilometro da qui. E Contorno è mio vicino di casa. L'ho conosciuto e ci ho parlato più volte. Mi è sembrato sempre tranquillo. Passeggiava sul terreno che circonda la villa, dove c'erano anche degli animali, tra cui dei cavalli. Se aveva una scorta, io non l'ho mai vista». Annuisce anche il sindaco di Formello, Maria Rita Bonafede, accorsa anche lei sul posto: «Sapevo che Contorno abitava nel mio Comune. Ma non l'ho mai visto». L'eroe di questa storia, comunque, in ultima analisi, è l'uomo che ha avvertito i carabinieri. Passando di là, ha notato qualcosa di sospetto. Probabilmente ha anche curiosato. E quello che ha visto lo ha terrorizzato: settanta chili di tritolo, collegato con una batteria d'auto e due piccole batterie elettriche che facevano da innesco. L'uomo si è precipitato a telefonare ai carabinieri. E subito è scattato l'allarme. La zona è stata evacuata. E a questo punto, vista l'impossibilità di trasportare l'esplosivo, gli artificieri hanno deciso che il pericolo era troppo grande. Con un cannoncino ad acqua, collegato al robot Pedsco, hanno sparato sulla bomba. E il tutto è saltato in aria. Francesco Grignetti Rapporti con Contrada Chiedeva il 10% sui colpi Mm A fianco, Toto Riina. Nella foto ». ^SL,: grande il cratere 'i** provocate MttHdalla bomba. A destra in '^kt basso, «Totuccio» . jjk Contorno J0?M B L'allarme dato da uno sconosciuto Poi gli artificieri hanno fatto esplodere <éBm la carica <éBm

Luoghi citati: Bracciano, Capaci, Formello, Italia, Roma