«No agli egoismi di zone geografiche»

«No agli egoismi di zone geografiche» «No agli egoismi di zone geografiche» la Difesa, Fabbri, ha tenuto un discorso «da padre» invitando con particolare calore i giovani in divisa ad essere sempre «veri uomini» sia di fronte alle frustrazioni della routine quotidiana, sia di fronte ai problemi anche ardui, che la vita dell'ufficiale riserverà loro. Pochi - ed obliqui - i riferimenti al convulso accavallarsi dell'attualità politica lasciata a Roma: «Se una crisi c'è e si sente è dovuta al rispuntare dell'egoismo di settori, di parti e di zone geografiche» si è limitato ad avvertire il Capo dello Stato lanciando un richiamo che qualcuno ha interpretato come monito alla Lega. [re. ri.] mera, «E si dovrà tornare alle urne» dice chiaro a tarda sera il numero due della Lega, Maroni. E così il duello BerlusconiBossi, sinora sotterraneo, diventa scoperto tagliando al capo di Forza Italia ogni possibilità di ritirata. Va ricordato che i problemi di Berlusconi nascono dai nu- meri. Alla Camera ha un margine di maggioranza di una cinquantina di voti per fare eleggere con sicurezza la candidata leghista Pivetti. Al Senato, invece, gli mancano 8-9 voti per arrivare appena alla metà più uno dei senatori per fare eleggere Scognamiglio. Sino all'ultimo Berlusconi ha cercato di evitare l'azzardo della prova di forza e, probabilmente, avrebbe preferito lasciar passare Spadolini come candidato istituzionale. Ma il «no» categorico della Lega a Spadolini gli ha sbarrato questa strada mentre si andavano complicando di ora in ora i rapporti tra gli alleati del polo di maggioranza. Così Berlusconi, sperando di smorzare i focolai di incendio innescati nel suo campo, ha dovuto decidere di fretta ed ha scelto un uomo del suo partito, concedendo alla Lega la presidenza della Camera in cambio di quella che chiedeva per il Senato. E se Scognamiglio non viene eletto? «Sarebbe un guaio - si era affrettato a precisare ieri sera Urbani, consigliere di Berlusconi, a beneficio della Lega -. L'accordo BerlusconiBossi-Fini non reggerebbe, il che creerebbe qualche problema anche nell'altro ramo del Parlamento. Si dovrebbe riassestare tutto l'accordo, anche all'interno della maggioranza». Insomma, la leghista Pivetti non sarebbe più la candidata comune per la Camera. No, no, gli risponde poco do- po Maroni. «La Pivetti, per noi, non è più in discussione. Se Scognamiglio non è eletto al Senato vuol dire che alla seconda carica della Repubblica è eletto Spadolini con i voti delle opposizioni e che quindi al Senato sono loro la maggioranza. E allora Scalfaro dovrebbe dare l'incarico al leader delle opposizioni. In pratica, non resterebbe che il voto, perché nessun governo avrebbe mai la fiducia di entrambe le Camere». L'arma che aveva Berlusconi per indurre Bossi a collaborare con lui era la convizione che la Lega avesse paura di affrontare elezioni ravvicinate. Ora, invece, è Bossi che rilancia la sfida. «Ci preoccupa questo strapotere di Berlusconi - diceva il le¬

Luoghi citati: Roma