Condannato per le telefonale hard

Condannato per le telefonale hard Condannato per le telefonale hard Chiamava numeri del Canada e della Colombia Ormeizano (Rete) e Cornino (Lega) lasciano il Comune Quando l'hanno scoperto ha ammesso tutto: «E' stata una debolezza, lo so». Giuseppe Totaro, 33 anni, cieco dalla nascita, impiegato come centralinista all'ospedale Molinette, autore di 400 chiamate (in un solo mese) alle linee «a luci rosse», tutte effettuate mentre era in servizio. Si è subito pentito, di quelle telefonate hard, e del resto c'era poco da fare, di fronte a quella salata bolletta del telefono che provava tutto: 4 milioni e 372 mila lire di telefonate a numeri del Canada, della Colombia e di altri Paesi dell'America latina. Totaro ò finito sotto inchiesta, è stato interrogato dal sostituto procuratore Antonio Patrono, alla presenza del suo avvocato Laura D'Amico. L'altro giorno, in seconda sezione penale, ha patteggiato 1 anno di reclusione con la condizionale per abuso. I! pubblico ministero Antonio Patrono ha sostenuto l'accusa nel processo per le telefonate hard Totaro si è impegnato a risarcire il danno, e la Usi 8, che si era costituita parte civile con l'avvocato Giuseppe Volante, si ò ritirara dal processo: la Usi ha già ottenuto dal centralinista 3 milioni di risarcimento, il resto Totaro lo pagherà a rate, un tanto al mese. Nel frattempo è stato trasferito in un'altra Usi in Sardegna. Stesso lavoro, al centralino di un ospedale. Ma come è stata scoperta questa vicenda? Tutto risale alla fine dell'eslate scorsa. La bolletta Sip delle Molinette lascia di stucco i funzionari dell'amministrazione dell'Usi: nel solo mese di luglio, oltre 4 milioni in più rispetto ai consumi standard. Le chiamate vengono identificate, sono tutte dirette a numeri con prefissi «strani», ma il mistero è subito scoperto: si tratta di linee hard, collegamenti internazionali che permettono conversazioni più o meno spinte, e molto costose, dal momento che ci si collega con numeri transoceanici. I telefoni finiscono sotto controllo, e l'ispezione interna porta subito i sospetti all'ufficio dei centralinisti. Tra tutte, una postazione in particolare finisce nel mirino: quella di Totaro. Che infine viene colto con le mani nel sacco, mentre sta chiamando un numero «a luci rosse». Domenico Cornino (Lega Nord) e Gian Paolo Ormezzano (Rete) hanno deciso di dimettersi dal Consiglio comunale. Cornino, cuneese e deputato, era in corsa per la poltrona di sindaco nelle elezioni di un anno fa. Ormezzano, giornalista sportivo, se ne va, «con rammarico», per i troppi impegni professionali. In un comunicato la Lega spiega che Cornino lascia la Sala Rossa a causa dei «troppi impegni parlamentari in vista del nuovo ruolo di governo che gli uomini di Bossi si apprestano ad assumere». Al posto di Cornino entra Gianni Bellini. Ormezzano, nella lettera inviata al capogruppo Tartaglia e al presidente del Consiglio, Carpanini, chiarisce: «Mi dimetto perché non ce la faccio a essere un buon consigliere, volendo e dovendo fare anche altro nella vita, come, ad esempio, scrivere articoli di giornale». Al suo posto entra Catania.

Luoghi citati: America, Canada, Catania, Colombia, Sardegna