Dai transplants Honda vetture per l'Europa Quelle giapponesi sono made in Usa di Giulio Mangano

Dai transplants Honda vetture per l'Europa Dai transplants Honda vetture per l'Europa Quelle giapponesi sono mode in Usa COLUMBUS. Il marchio Honda, soprattutto per l'immagine vincente conquistata con la produzione motociclistica e come fornitore di motori di Formula 1, è indissolubilmente legato, nell'immaginario collettivo, al Giappone. Da alcuni anni a questa parte, però, la situazione è sostanzialmente mutata. Soprattutto per quel che riguarda le auto, la Honda è ormai una industria multinazionale con clienti e centri di produzione sparsi per il mondo, il cui quartier generale ha sede in Giappone. Più che altro per ragioni storiche e sentimentali. Un paio d'anni addietro, infatti, qualche supermanager di Tokyo aveva addirittura proposto di trasferire il «cervello» - strategico, finanziario e progettuale dal Giappone alla California. Alla base di questa ipotesi, che potrebbe nel tempo venire ripresa e attuata, c'è una constatazione: ormai più della metà del fatturato e delle vetture commercializzate nel mondo col marchio Honda sono «made in Usa», ovvero costruite in quei transplants che sono diventati un motivo di preoccupazione anche per l'industria europea dell'auto. Non solo, entro un paio d'anni tutti i modelli venduti in Nord America, anche quelli di prestigio individuati col marchio Acura, attualmente costruiti in Giappone, saranno non soltanto prodotti in Usa, ma anche progettati e sviluppati in centri di ricerca e stile a stelle e strisce. La realtà americana ha assunto, col passare degli anni, un'importanza sempre maggiore, anche in termini di esportazione. Honda Usa rifornisce con volumi crescenti molti mercati assai interessanti, in termini valutari. A parità di contenuti costa sensibilmente meno produrre una Accord in America, con gran parte di componentistica locale, che non in Giappone. E non ci si stupisce se navi cariche di Honda «made in Usa» sbarcano in Giappone per soddisfare la richiesta dei clienti locali. Anche l'Europa, nonostante il moderno stabilimento Honda di Swindon, in Gran Bretagna, riveste un ruolo sempre più significativo come «cliente» della produzione Honda Usa. In Italia, ad esempio, le Civic Coupé e le versioni Aerodeck (cioè station wagon) e Coupé della nuova Accord arrivano per mare, sbarcando a Livorno, proprio dagli Usa, dagli stabilimenti dell'Ohio, lo stato leader per la produzione automobilistica tuttemarche, seguita dal Michigan (dove c'è Detroit). La gamma Accord (1305 immatricolazioni in Italia nel '93, sul totale Honda di 10.942 unità e già 502 nel primo trimestre di quest'anno su 3200 consegne totali) da metà maggio proporrà nuove versioni tanto per il coupé che per la station wagon Aerodeck, costruite in Usa. La berlina - analogo pianale e meccanica, ma carrozzeria leggermente diversa - continuerà, invece, ad arrivare dall'Inghilterra. In linea di massima, dunque, delle circa 15 mila Honda che si dovrebbero vendere in Italia nel corso dell'anno fiscale '94 (1 aprile 1994 - 31 marzo 1995) un 45% arriverà dal Giappone, un 35% dalla Gran Bretagna e un 20% dagli Usa. La station wagon Aerodeck, destinata a piazzarsi a metà strada - con un prezzo leggermente superiore ai 42 milioni e mezzo - per avere un'idea, diciamo fra la Ford Mondeo e la Lancia Thema, è una confortevole e spaziosa trazione anteriore mossa da un moderno 4 cilindri in li¬ AMSTERDAM. Sempre più tecnologico e specializzato, ma strizzando l'occhio alle regole del marketing, che in un prodotto legano a filo doppio prestazioni e appetibilità da parte del potenziale consumatore. Parliamo del pneumatico, componente di primaria importanza per le prestazioni dell'auto. Complice la concorrenzialità di un settore che lascia ben pochi margini di profitto nel primo equipaggiamento, l'interesse dei grandi produttori si orienta verso il mercato del ricambio. E' anche il caso della Pirelli che ad Amsterdam ha annunciato la commercializzazione entro l'estate di una nuova generazione delle sue coperture di punta, gli «ultra high performance» P Zero. P Zero System, da ora in avanti, dal momento che i tecnici della Casa milanese hanno sviluppato coperture con disegno del battistrada differenziato - direzionale a freccia per il montaggio sull'asse anteriore, asimmetrico per il montaggio sull'asse posteriore o su tutte le ruote - in funzione del tipo di vettura e delle condizioni stradali cui le si vuol destinare. In sintesi, il direzionale anteriore ha lo scopo di premiare la sicurezza in condizioni di asfalto bagnato, innalzando la soglia di innesco dell'aquaplaning (miglioramento del 15% circa) grazie all'elevata capacità drenante della scolpitura a freccia. Per il resto, entrambi i tipi di copertura hanno identiche caratteristiche strutturali e di mescola. Al pari della precedente generazione - presentata, lo ricordiamo, sul finire degli Armi 80 - i P Zero System restano pneumatici «estremi», provati al banco per velocità fino a 350 km/h, in quanto destinati a vetture ad altissime prestazioni, con potenze motrici al limite dei 500 Cv e accelerazioni dell'ordine dei 4 secondi da 0 a 100 km/h. Ma, sottolineano in Pirelli, sono stati progettati allo scopo di migliorare sicurezza, facilità di guida e confort nell'uso stradale e, soprattutto, autostradale: obbiettivo primario, ottimizzare il Ecco l'Aerodech, una station wagon che fa parte della gamma Accord nea con testa a 16 valvole, di 2 litri capace di spingerla fino a 192 km/h (ma, per un paio di milioni in più, oltre ai soliti 5 milioni di tassa Ise, ci sarà anche una versione di 2,2 litri, 150 Cv e 198 km/h, con doppio airbag di serie). Lo stesso motore due litri equipaggia il Coupé da 200 l'ora (dovrebbe costare meno di 40 milioni) con caratteristiche dinamiche simili, avendo passo uguale (2,715 m) ma lunghezze leggermente diverse: 4,77 m per la SW contro i 4,675 del Coupé. Di linea moderna e piacevole, anche se non particolarmente personale, molto ben costruite (pur con qualche ingenuità progettuale, come il comando del tergicristallo con una levetta, sulla destra del piantone, da dover girare e non abbassare, come verrebbe istintivo, esattamente come sulle Alfasud degli Anni 70), ma dotate di notevole comfort, buona tenuta di strada e precisione di guida, queste «yankees con gli occhi a mandorla» possono vantare dotazioni molto ricche con un listino interessante. Offrono infatti in serie, airbag lato guida (la SW ma non il coupé), Abs, chiusura centralizzata, specchietti elettrici riscaldatili, alzacristalli elettrici, tettuccio apribile elettrico, aria condizionata con refrigerante ecologico R134a, correttore elettrico dell'assetto fari, sedile di guida regolabile in altezza, antenna elettrica e 6 altoparlanti. Giulio Mangano

Persone citate: Zero System