io TOP MODEL canto ballo recito di Marinella Venegoni

io TOP MODEL io TOP MODEL canto, ballo e recita a Las Veciulle gdo di sgrappanon la t NEW YORK. Attrici e cantanti, donne d'affari, giornaliste e anchor women, attente: una categoria temibile sta dando l'assalto ai vostri posti di lavoro. Armato di portafogli gonfi di bigliettoni verdi che neanche Paperone, il pericoloso manipolo esibisce visi ultracarini e corpi da favola con gambe lunghe diciotto metri; non sempre il cervello e la cultura sono all'altezza: ma le piccole Top Model miliardarie crescono, diventano adulte. Il licenziamento di Isabella Russell ini da parte della Lancòme per raggiunto limite dei quarant'anni è un caso unico; di solito, nell'ambiente della bellezza si torna a casa senza lavoro molto prima e le dee della moda e della cosmesi sanno dall'inizio della carriera che oltre i venticinque anni ben difficilmente potranno ancora calcare le pedane delle sfilate. E pensano così seriamente al futuro, da diventare una minaccia per parecchie gloriose donne in carriera. I nomi sono quelli che sappiamo. Se Claudia Schiffer sembra più propensa a metter su famiglia - e ad occuparsi prima o poi dell'azienda di papà -, tutte le altre che hanno trasformato in business le doti di una generosa madre natura stanno scrutando l'orizzonte delle arti. Elle Macpherson, sinuosa e infinita trentenne che non disdegna il nudo, ha appena debuttato come protagonista del film erotico «Sirene»; Cindy Crawford, 28 anni, da grande vuol fare la commentatrice televisiva: la religione buddhista che ha abbracciato glielo consente, la Revlon con la quale ha un contratto da parecchi zeri pure, così ha debuttato per ora in un programma di MTV, «House of Style». Il giornalismo attira quasi quanto il cinema: Veronica Webb che già ha avuto una parte in «Malcolm X» e «Jungle Fever» si sta specializzando in articoli di moda, fra collaborazioni fisse a «Details», «Interview» ed altri prestigiosi periodici americani. La ventiquattrenne Naomi Campbell invece vuole da tempo dedicarsi alla musica: su quella strada ha persino trovato un fidanzato, Adam Clayton, bassista degli U2; ma già da due anni sta preparando un album che dovrebbe finalmente uscire, non appena le sfilate la lasceranno respirare. Anche la tv comincia ad accogliere ben volentieri le star delle passerelle: Willow Bay, già volto della Estée Lauder, ha trovato un posto come anchor woman nella popolare trasmissione «Good Morning America». Certo, è il cinema a fare la parte del leone, nei sogni rosa delle ragazze da copertina. Una «hollywoodizzazione» striscian¬ te delle modelle è in atto d'altra parte da tempo. Carla Bruni, la Schiffer o Linda Evangelista hanno sostituito nell'immaginario collettivo le Marilyn Monroe e le Brigitte Bardot degli Anni Cinquanta; come loro e più di loro hanno una certa influenza sulla cultura popolare. E la maggior parte delle nuove attrici più amate provengono ormai dal mondo della moda: in Italia, si sa, l'esempio più eclatante è Monica Bellucci; in America c'è l'incantevole Anche MacDowell, di cui piace moltissimo l'ultimo film non ancora uscito in Italia, la commedia brillante «Quattro matrimoni e un funerale»; poi ecco la venticinquenne Carrie Otis, sensuale come Ava Gardner secondo alcuni, che oltre al nuovo lavoro, nel primo film «Wild Orchid», ha trovato anche un marito, Mickey Rourke: il quale pare influisca non proprio positivamente sulle scelte della neonata carriera artistica della moglie. Anche ad altre «Top», in passato, non era andata così bene, arrivando nel mondo della celluloide: provenivano per esempio dalle file della moda Ali MacGraw e Christie Brinkley, la moglie di Billy Joel appena salvatasi dalla caduta dell'elicottero sul quale volava. Le ambizioni di diversa carriera delle Top Model hanno finito per portare un'aria di nevrosi nelle agenzie di moda per le quali esse lavorano: «Per rendere bene, debbono essere felici - ha spiegato una dirigente affranta - e adesso all'improvviso vedo che le ragazze hanno bisogno di vedere sempre più i loro nomi sui giornali, perché ambiscono a essere notate dai registi. Così, non avete idea di quanto sia aumentato il lavoro di pubbliche relazioni per noi, che prima non ci badavamo proprio». Incerti del mestiere, aggravati dai rapporti non sempre idilliaci fra le bellissime: la stessa fonte, che vuol rimanere anonima e se ne capisce bene il perché, parla di sgambetti e dispetti, gelosie e faide fra colleghe. Notoriamente, il carattere più pepato appartiene a Naomi Campbell, mentre una fama di grandi professioniste avvolge i nomi della Crawford, della Evangelista e della Turlington. Sembra che il top della cattiveria si scateni durante le sfilate parigine, appena concluse: «Ho sentito qualcuna raccomandare alla parrucchiera di far disastri ai capelli della collega che veniva dopo», recita la stessa fonte. Quel che ci vuole, come scuola di preparazione per Hol- lywood. E non a caso, durante le sfilate di Parigi, un regista iconoclasta e polemico come Robert Altman ha puntato la sua macchina da presa sulle passerelle per lo pseudodocumentario «Pret à porter», in cui riunisce due campi che si odiano ma si cercano. Fra le modelle, non manca chi ha voluto frequentare una scuola di recitazione con tutti i carismi: è il caso di Stacey Williams, che in un istituto di Manhattan sta prendendo le cose assai seriamente, volendosi lasciare alle spalle il mondo della moda. Il suo insegnante, William Esper, commenta: «Ci sono così tante modelle che vengono qui, ma poche riescono a concludere qualcosa. Indossare abiti è una cosa assai superficiale e spesso sono le persone superficiali ad esser attratte dal mestiere di modella. Costringerle a guardarsi dentro e a lavorare partendo da lì è una fatica da titani». Marinella Venegoni Nott

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