Grande mostra a settembre Torino fra sogno e memorie di Liliana Madeo
Grande mostra a settembre Grande mostra a settembre Torino fra sogno e memorie /vi ROMA I1 UALE sogno per Torino, 11 all'alba del XX secolo e in 1 I relazione a quanto si proy I fila sullo scenario EuroV peo? Quale progetto per la città, ripensando sia alla sua vocazione culturale sia alla presenza - nel suo seno - di una grande industria che ne ha fatto il laboratorio di molte cose accadute poi in Italia? Per riflettere sulla nuova identità che Torino si avvia a scegliere e sulle prospettive che le si offrono, l'appuntamento è fissato alla fine di settembre. L'occasione, fino al gennaio '95, è offerta da una serie di manifestazioni - mostre, convegni, spettacoli teatrali e musicali, pubblicazioni e attività didattiche - organizzata dall'assessorato per le Risorse culturali e la Comunicazione, che si svolgerà alla Mole Antonelliana, alla Galleria d'Arte Moderna, alla Palazzina della Società Promotrice delle Belle Arti, nel cinema Massimo, nella libreria Agorà. Il titolo dell'iniziativa è «Il sogno a disposizione»: «Il sogno di un futuro migliore - ha spiegato ieri all'Associazione della Stampa estera l'assessore Ugo Perone -. Vogliamo rielaborare in termini nuovi l'antica contrapposizione fra tradizione e rinnovamento, tecnica e scienza, arte e industria». L'evento centrale del «Sogno a disposizione» sarà la mostra che rievoca la grande «Esposizione internazionale d'arte decorativa moderna», allestita nel 1902 nel parco del Valentino e che fu - come ha ricordato Marco Rosei «la più ampia e comprensiva rassegna del modernismo europeo: quando per la prima volta si parlò di "arredo urbano" sottolineando gli elementi di assoluta novità che caratterizzavano i pri- IMUn manifesto d IMI IMI Un manifesto del 1902 mi grandi stabilimenti industriali, le facciate dei primi cinematografi, i primi garages pubblici, quando Torino - dove esemplarmente si sposavano arti applicate e architettura - rappresentò il momento unitario di tutte queste componenti estetiche e storico-economiche, e fece nascere la speranza sia di un'internazionalità del moderno sia di una unificazione fra classi egemoni e classi emergenti». MI 1902 Allora furono esposti 15 mila pezzi (arredi domestici, gioieli, sculture, arazzi, carte stampate, vetri, ceramiche). Ora ce ne saranno circa 700 (copie o derivati dei reperti in mostra nel 1902: ad esempio, da un gesso di Rodin si passerà a una scultura in bronzo) suddivisi fra sezione italiana (che comprenderà un'ampia presenza di mobili liberty), sezioni straniere (fra cui quella ungherese si annuncia come una vera scoperta) e sezione dedicata alla fotografia artistica. «Allora Torino non era ancora una moderna città industriale ma si preparava a diventarlo - ha detto Perone -. L'Esposizione del 1902 fu la vetrina di quanto più avanzato la tecnica proponeva nel campo dell'arte applicata». La tecnica prometteva la soluzione di ogni sogno. L'ebbrezza tecnologica metteva in ombra le ambiguità che già allora affioravano, «un'ambiguità ammette l'assessore - che, dopo quasi un secolo, è anche la nostra». Per tentare di sfuggire alle illusioni riposte nella scienza e soltanto in essa, da settembre si incominciano a percorrere le strade della riflessione e del ricordo, «portando il Sogno anche nelle scuole, aspettando il domani». Liliana Madeo
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