Arrivano gli asini del XXISecolo; italiani, diluvia: tutti sulla nave

Arrivano gli asini delXXISecolo; italiani, diluvia: tutti sulla nave Arrivano gli asini delXXISecolo; italiani, diluvia: tutti sulla nave cune considerazioni tratte dalla mia esperienza professionale. Purtroppo, in questi tre anni, non vedo spiragli di luce, anzi. E penso con sgomento a quale scuola accoglierà i miei nipotini, quale confusione sconvolgerà i loro cervelli. Non credo si possa sperare in miracoli neanche col futuro nuovo governo! Fernanda De Fraja Bassano del Grappa (Vicenza) Attenzione piovono focacce Leggo i dati sul debito pubblico e penso al poema epico dei Sumeri (La saga di Gilgamesh). L'uomo che si salva dal diluvio universale è un eroe a nome Utanapishtim; ecco come racconta di quando il dio Shamash lo informò del suo destino: «L'inizio del diluvio me lo aveva indicato Shamash: "Al mattino farò scendere focacce, la sera farò piovere una pioggia di grano; allora sali sulla nave e chiudi la porta"». Forse nessuno se ne era accorto, ma in Italia da quanto tempo piovevano focacce? Lino Sacchi, Torino I pericoli per la democrazia Mi incoraggia oggettivamente a scrivervi l'articolo di Barbara Spinelli su La Stampa del 5 aprile. 1. Vent'anni fa, nuovo direttore del personale di una (allora) grande società di progettazione in Roma, presentato al «Consiglio di fabbrica» improvvisavo: a) non avrei mai accettato (anche quando mi fosse comodo) che si distinguesse fra me e direzione d'impresa; b) non avrei mai distinto (né quindi interferito) fra rappresentanti sindacali e loro rappresentati (diciamo elettori). 2. Quando alla prima grave RISPONDE O.d.B. cher nito spetto chcr. Nelle motivazioni della revoca della misura alternativa - e, dunque, della decisione di rimandarlo in galera - leggiamo, a firma dell'assistente sociale e di chi presiedeva il tribunale di sorveglianza, le seguenti frasi: Brancher "si è comportato con sufficienza" e senza "modestia" e avrebbe rivelato una "personalità bizzarra" e una "irrefrenabile superbia", anche a causa di una "immodificabile conformazione caratteriale". Questa la conclusione: "Pur non essendo incorso in palesi violazioni delle prescrizioni imposte, il comportamento dell'affidato non può certo definirsi in termini positivi". Dunque, "pur non essendo incorso", Brancher viene giudicato, punito e mandato in galera per il suo carattere e la sua personalità. Siamo stupefatti e preoccupati...». Anch'io, infatti, non posso supporre che chi parla di una «immodificabile conformazione caratteriale» creda che due mesi e poco più bastino a ottenere una modifica. Si tratterebbe, quindi, solo di un ultimo dispetto generato da antipatia personale? Non mi resta che associarmi alla perplessità degli amici che mi hanno scritto. Di Bruno Brancher conosciamo il passato e il presente. Ce li ha raccontati lui, a voce e negli scritti. Brancher è uno che ha molto vissuto, molto sofferto, molto pagato. E' stato per anni in galera e ha scritto libri importanti, ha riconosciuto i propri errori e ha pagato i propri debiti. Oggi a 63 anni, è nuovamente in prigione per scontare un residuo di pena. Dal settembre 1992 si trovava in affidamento presso il servizio sociale, come misura alternativa alla detenzione, in seguito a una condanna a tre anni e un mese. Ora l'affidamento è stato revocato- Luigi Manconi, Giuliano Pisapia, Paolo Rossi, Francesco Rutelli QUEST'ULTIMA storia di Bruno Brancher merita davvero un poco d'attenzione. Perché, purtroppo, è vera, non è un'invenzione picaresca del suo talento di narratore della parte brutta della vita. Non ho che da trascrivere questo messaggio di amici che rispetto. tenta di valutare i voti di elezioni politiche in relazione a motivazioni o interessi, individuali attribuiti ai votanti. E non per trarne analisi delle dinamiche d'orientamento politico, ma per pesarne, accettarne, o respingerne la legittimità sostanziale e la valenza d'espressione di volontà del corpo elettorale: quasi un parziale, indiretto ma, nelle intenzioni di qualcuno, effettivo annullamento delle elezioni. C'è bisogno di cercarli molto lontano, i pericoli per la democrazia? Gianmario Corbani, Bergamo Non tutti i sondaggi fanno gongolare Sulla Stampa di sabato 9 aprile è uscita un'intervista di M. Grazia Bruzzone a Gianni Pilo, re dei sondaggi Fininvest. La giornalista gli ha chiesto cosa ne pensasse della richiesta di Segni a Berlusconi di vendere subito due reti, ritenendola come una priorità assoluta. «Noi non la riteniamo una priorità assoluta perché la gente non la ritiene tale», ha risposto soddisfatto Pilo. Sapete come è arrivato a questa brillante conclusione? Con un sondaggio, chiedendo alla gente quale fosse il problema che il governo dovesse risolvere con urgenza. Ebbene, il 72,5% ha risposto la disoccupazione e solo l'l% ha detto il sistema radiotelevisivo. Ma vi sembra che un quesito posto in questa maniera avrebbe potuto dare un risultato diverso? Con la crisi economica che stiamo attraversando, dove la disoccupazione ne è uno dei primi effetti, non credete che tutti avremmo risposto così in prima battuta? Ma da qui a dire che alla gente non interessa la riforma radiotelevisiva c'è una bella differenza. La mia paura è che ci siamo messi nelle mani anche di persone così, che cercano di abbindolarci con trucchetti e strategie di comunicazione subdole e tendenziose, allo scopo di avvalorare le proprie teorie assolutamente di parte. Onorevole Pilo, la prossima volta cerchi, se ne è capace, di formulare in modo più logico e trasparente i suoi quesiti da sondaggio: vedrà che i risultati che ne scaturiranno non la faranno più tanto gongolare. Simona Chipi, Perugia Re Silvio e lo spessore dei veri monarchici La Stampa del 9 aprile 1994, a pag. 2, ci informa che un gruppetto di giovani milanesi avrebbe proposto Silvio Berlusconi come futuro re d'Italia. Non critico la pubblicazione della curiosa notizia; mi permetto però di contestare il sottotitolo: «I monarchici: incoroniamo il condottiero». Un gruppetto di bizzarri «fans» del Cavaliere non può e non deve essere identificato tout court con i monarchici, i quali sono rappresentati da movimenti di ben altro spessore ed hanno radici di ben altra consistenza. ing. Renzo Giraudo Bes Torino Segretario Regionale Alleanza Nazionale Monarchica «De Gregori non andò a casa di Bando» Ci sentiamo in dovere di precisare che, contrariamente a quanto dichiarato dal sig. Pippo Baudo nell'intervista apparsa l'è aprile u.s. a pagina 26 della Stampa, l'incontro tra il sig. Francesco De Gregori e lo stesso Baudo è avvenuto, alla presenza di due dirigenti della nostra società, il giorno 19 ottobre 1990 negli uffici di quest'ultimo in via della Giuliana n. 77 a Roma e non presso l'abitazione privata del succitato. dott. Antonio Di Dio, Milano Direttore Ufficio Legale Sony Music

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