Lettera a Krusciov

Lettera a Krusciov Lettera a Krusciov «Fatemi uscire di prigione non sono un nemico del popolo MTl 10 aprile 1958 m IIOTA Sergheevich! h Oggi ho ascoltato alla ■ radio il suo discorso e le ■*• ■ I scrivo di nuovo. Lei ormai sarà stufo di me, ma cosa devo fare? Il dolore e il vuoto nella mia anima portano sofferenze insopportabili. Osservo i nemici veri, sopportano facilmente la reclusione e ne sono orgogliosi. Il loro stimolo, quello della «futura vendetta, dell'odio» dà loro le forze di sopportare la reclusione... Ma quale odio posso nutrire io e verso chi?! ...La morte di mia madre e i suoi funerali sono rimasti impressi nella mia memoria per tutta la vita. Ricordo il Suo discorso alla cerimonia... So che eravate compagni di studi, ella raccontava spesso di Lei... Ho conservato la fotografia di Lei che parla al cimitero di Novodievicij nell'album di famiglia... Tutti questi ricordi mi hanno sommerso oggi mentre ascoltavo il suo discorso... Sarò sincero fino alla fine, Nikita Sergheevich, ci sono stati e ci sono momenti in cui nel profondo della mia anima maledico anche Lei. Perché è impossibile non bestemmiare guardando queste quattro pareti e la mancanza di qualsiasi spiraglio di uscita dalla mia situazione... In base a tutte le leggi, il 4 febbraio 1958 avrei dovuto essere a casa... Vorrei che lei mi mettesse al- la prova e che avesse fiducia in me... Sono assetato di vero lavoro, Nikita Sergheevich! Ma poi mi guardo in giro, di nuovo le quattro mura, lo spioncino... e mi prende la rabbia, una rabbia selvaggia contro chi Le ha dato questa immagine di me al punto che Lei acconsente a tenermi in carcere anche a pena scontata perché io sono un «nemico». Come posso convincerla del contrario? ...In generale penso che tutto quello che è utile per il partito deve essere accettato come utile! Parlo di Lei, Nikita Sergheevich! Io credo che Lei ha deciso di lottare contro il culto della personalità senza piacere, ma perché era necessario per il bene del partito. C'erano anche gli altri, i conformisti. Ma sono pesci piccoli, non uomini... Molti all'inizio non hanno capito... Non era una vendetta contro qualcuno por qualcosa, ma un grande atto politico, dettato dalla necessità e non dall'atteggiamento personale! Le giuro che l'ho capito! Ed è tanto più doloroso per me essere frainteso da lei e di stare non fra i suoi più stretti aiutanti, ma tra i suoi «nemici». Cerchi di comprendermi Nikita Sergheevich, e converrà che soffro in modo insopportabile non solo fisicamente, ma anche moralmente... Vasilij Stalin

Persone citate: Krusciov, Nikita Sergheevich, Vasilij Stalin