In un armadio l'ultimo giallo di Roma di Gio. Bia.

La vittima è una donna di 47 anni che viveva sola: probabilmente conosceva l'assassino La vittima è una donna di 47 anni che viveva sola: probabilmente conosceva l'assassino In un armadio l'ultimo giallo di Roma Nascondono il corpo dopo l'omicidio «C'È' UN'AUTQBOJV&BA» ROMA. Un'esecuzione, che però doveva rimanere segreta il più a lungo possibile. L'assassino ha sparato con una pistola calibro 7,65, un colpo è andato a vuoto, l'altro ha preso la vittima in piena fronte. Poi ha sollevato il cadavere e l'ha chiuso in un armadio. Non solo. Col mastice ha ricoperto tutte le fessure del mobile, per evitare che l'odore richiamasse qualcuno e perché la casa, a prima vista, apparisse vuota. In questo modo ha guadagnato almeno un giorno di tempo. Antonella Di Veroli, la vittima, 47 anni, nubile, di professione «consulente del lavoro», è stata ammazzata e nascosta così, nell'appartamento dove abitava, sola, al quartiere Montescaro, periferia nord della città. L'appartamento è stato trovato in perfetto in ordine, e agli atti dell'indagine ci sono già le testimonianze di chi ha scoperto Antonella e la conosceva bene: il fratello, la sorella, un'amica che abitava nello stesso palazzo dove è avvenuto l'omicidio. Il nuovo «giallo» romano è cominciato ieri pomeriggio, verso le 17, con una telefonata alla compagnia dei carabinieri di zona, che dista poco più di un centinaio di metri dall'abitazione della vittima. «Venite, c'è un cadavere in via Domenico Oliva numero 8». A dare l'allarme so- UN «MIRACOLO» AL RALLENTATORE BARI DAL NOSTRO INVIATO Povero Luca, sembra un piccolo mohicano, rasato com'è per metà della testa. Sembra serissimo, mentre da una poltrona guarda i cartoni animati in tv. Sembra presente. Eppure non lo è. Se ti avvicini capisci subito il motivo: lì dove è passato il rasoio, le cicatrici di un selvaggio tentativo di assassinio si allargano fino alle orecchie, come una grande mano che su quel capo resterà posata sempre. «La fase critica è superata ci sta spiegando un dottore adesso il bambino respira da solo, può stare in mezzo agli altri, mangia regolarmente. Ma non è ancora qui, non reagisce ancora». Sganciamento dal vissuto, si usa dire: avevate mai pensato al fatto che anche le storie scomparse dai giornali possono avere un seguito? Una giornata con Luca De Serio, clinica neurologica, primo piano, policlinico di Bari, appartiene a quel genere di «sèguiti» che alla gente di solito non piacciono. Forse rammentate la storia: un bambino che ha quasi undici anni ma ne dimostra sette viene trovato agonizzante in un campo di Grumo Appula, nell'entroterra barese. Due giorni di orrore, fino alla scoperta dei probabili assassini: un manovale sposato e un contadino omosessuale (provate a parlare di «gay», dalle parti di Grumo Appula) che sorpresi di sera dietro un muretto tentano di soffocare lo scandalo ammazzando uno dei testimoni. Già, solo uno perché, ammesso che vi possa interessare, si è scoperto che quella sera i ragazzini che spiavano e ridevano erano diversi. Gli altri avevano fatto in tempo a scappare, Luca no: «Anche prima di questa terribile avventura, il bambino manifestava qualche ritardo. Non ha mai avuto, ad esempio, una percezione chiara del pericolo o una adeguata capacità di reazione...». Dopo la cronaca, dopo i titoli, adesso c'è solo una stanza d'ospedale nella quale dormono altri cinque bambini, e un registratore che quando gli altri sono via canta «vaffanculo». Niente pau- Controlli della polizia e sopra la vittima PliiiiSIII? lato non c'è alcun segno di lotta o di furto, infatti, c'è la porta di casa assolutamente intatta, come intatte sono le sbarre che proteggono le finestre. E la mancanza dei segni di effrazione dimostrerebbe che la donna ha aperto a chi poco dopo l'avrebbe uccisa, oppure che l'assassino aveva le chiavi dell'appartamento. Un altro segno della conoscenza tra vittima e carnefice è il fatto che Antonella aveva indosso il pigiama. Quello che s'è infilato, probabilmente, domenica sera, poco prima di essere ammazzata. sospette. Era piccolina, bionda, non particolarmente avvenente. La prima pista seguita è' quella di una storia d'amore finita male; si scava tra le vicende sentimentali della donna, e forse - in base alle testimonianze raccolte - c'è già qualche sospetto. Ma i carabinieri e il sostituto procuratore Maiorano, incaricato dell'indagine, non dicono di più. Di certo, si limitano a spiegare gli investigatori, Antonella Di Veroli conosceva il suo assassino. Oltre al fatto che nel piccolo appartamento al piano rialzato di un condominio affol- [gio. bia.]

Persone citate: Antonella Di Veroli, Luca De Serio, Maiorano

Luoghi citati: Bari, Grumo Appula, Roma