Il Cavaliere pensa al luna park di Filippo Ceccarelli

Nei Club di Forza Italia anche «iniziative ludiche» per i fedelissimi del Biscione Nei Club di Forza Italia anche «iniziative ludiche» per i fedelissimi del Biscione Il Cavaliere pensa al luna park UN bel gioco dura poco. Ma per fortuna adesso c'è Berlusconi, e ci pensa lui a prolungarlo. «Stiamo cercando una formula - ha spiegato ieri pomeriggio a proposito dell'organizzazione dei club di Forza Italia - che preveda si svolgano attività culturali e anche ludiche». Pure il divertimento degli adepti rientra così, solennemente, programmaticamente, precocemente, in questa non proprio festevole Seconda Repubblica. A parte l'aggettivo «ludico», che suona un po' rétro, e le probabili, pregiudiziali ironie su quei circenses che fanno parte dell'equipaggiamento di qualsiasi tiranno che si rispetti, l'idea di preoccuparsi del tempo libero dei propri fedeli agganciando la politica alla dimensione del gioco è meno nuova di quanto Berlusconi voglia far credere. Fino a ieri anche l'ultimo relativo tiranno, cioè il siste¬ ma pur boccheggiante dei partiti, ha tentato di combinare l'utile con il dilettevole dei propri sostenitori. I gusti, certo, sono gusti e sul versante ludico non si andava troppo per il sottile. Alla fine, infatti, al culmine della più straniante trasgressione post-comunista, preceduto dalle slot-machines al festival dell'Unità era entrato perfino lo strip-tease uomo-donna. Mentre da qualche mese pare sia partita l'ultima risorsa, la gastronomia a sfondo storico (tipo cena rinascimentale in abito scuro sotto i portici della federazione di Bologna). I democristiani, anche loro messi maluccio, hanno a lungo e invano cercato di tener botta con i cantanti e le sfilale di moda. Tra feste, bibite, vestiti, lotterie, motociclette, garofano bianco (sulla neve) e garofano azzurro (a Pantelleria, con la supervisione dell'architetto Panseca), nei dissennati Anni Ot¬ tanta i craxiani hanno praticamente bruciato l'intera gamma delle occupazioni che con spirito semplice si potrebbero definire piacevoli. Prima ancora i socialdemocratici si sono divertiti addirittura con i pittori-madonnari e con i «quattro per quattro» di Nora Orlandi. Una volta Pietro Longo ha danzato sul palco e un'altra, a Rimini, in un commovente slancio d'entusiasmo Cariglia si è gettato tra le braccia delle ballerine brasiliane Oba Oba. E ancora. Passato un po' di moda il tradizionalissime, un po' militaresco viaggio ad El Alamein, con successiva, sospirata visita alle piramidi, adesso il msi organizza comode crociere. Fedele all'impostazione popolaresca, la Lega mette su baracconi di allegorico tiro a segno tipo «Abbattili con una palla». Nel momento di massima fantasia, dopo aver messo all'asta il giubbino di Tortora, i jeans della Bonino e pure un pranzo, agliosissimo, cucinato da Mellini, i pannelliani s'erano specializzati negli scherzi (non per caso il giornalista Carlo Romeo è uno degli odierni curatori di Scherzi a parte). Prima di scomparire i Verdi preparavano torte e così via. Ma era, o almeno così sembra con il senno di poi, un patetico luna park. Impiantato quando i partiti controllavano tutti gli aspetti della vita dell'individuo e tenuto in vita alla memoria. Cosa di più modernamente ludico abbiano ora in testa gli strateghi del partito-azienda berlusconiano è difficile da immaginare. Ma la tentazione e il limite paiono gli stessi. La politica, in fondo, è già di per sé un gioco. Tutti gli altri sono superflui, e forse servono solo a perdere di vista quello necessario. Filippo Ceccarelli I

Luoghi citati: Bologna, El Alamein, Pantelleria, Rimini