Precipitano tre alpinisti

Precipitano tre alpinisti Precipitano tre alpinisti TORINO. Fatalità. E' questa, per ora, la principale causa che avrebbe provocato la morte di tre esperti alpinisti (che praticavano anche il parapendio), sulle Alpi piemontesi, nei pressi di Bardonecchia. Le tre vittime - Diego Cordola, 21 anni, istruttore sciistico, di Bussoleno, Mario Sigot, 26 anni di Susa, e Mauro Gaido, 27 anni, entrambi del soccorso alpino - pare siano stati travolti da una pioggia di pezzi di ghiaccio mentre stavano arrampicandosi su una parete della Grand Hoche, nei pressi di Beaulard. La tragedia è avvenuta domenica, ma l'allarme è scattato solo alle prime ore di ieri mattina. Quando sono arrivati i soccorsi per i tre alpinisti, finiti in un canalone dopo un volo di oltre 300 metri sul ghiaccio e sulla roccia che ha spezzato i caschetti e resi irriconoscibili i volti, non c'era più nulla da fare. Poco dopo le tre salme sono state trasferite nella sala mortuaria del cimitero di Oulx. [r. cri.] vinia, finita l'ultima lezione, lo scorge sbucare, si ferma, fa un cenno al pilota che si prepara all'atterraggio. Il «Lama» è a 30 metri di altezza. Non c'è il vento, che a tratti aveva soffiato con rapide folate nel primo pomeriggio. Il maestro continua a far cenni e l'elicottero comincia la discesa. Ma il vento torna improvviso, sposta un banco di nebbia che era adagiato alla parete della Gobba di Rollin. Il velivolo sparisce. S'intrawede ancora la sua silhouette in impennata, poi lo schianto. La fragile carlinga si sfascia come un guscio di noce sul ghiacciaio e proietta in una rag¬ gio di dieci metri i cinque corpi. I primi soccorsi raggiungono il pianoro in pochi minuti. Turisti, maestro di sci e pilota sono morti. Un'altra folata e il cielo torna sereno. Ma il vento non cessa, tanto che gli elicotteri di Protezione civile e carabinieri non riescono a raggiungere il ghiacciaio. E' probabile che il «Lama» sia stato risucchiato da un vortice creato dal banco di nebbia. Quell'impennata era forse l'ultimo tentativo di Eugenio Roero di sfuggire alla morsa del vento, di uscire dalla nube, di cercare di riprendere quota. Ma il vuoto d'aria ha imprigionato l'elicottero trascinandolo e facendolo Giuliano Trucco, guida alpina di Cervinia. I corpi della famiglia Geiger e del maestro di sci sono stati trasportati a Zermatt, quello del pilota a Cervinia. Eugenio Roero era un veterano del volo in elicottero. Sposato, padre di tre figli (due gemelli di 15 e una bimba di 9) aveva al suo attivo migliaia di ore di pilotaggio. Da anni partecipava anche alle manifestazioni sportive, trasportava i cameramen per le riprese tv. L'ultimo lavoro era stata la corsa ciclistica MilanoSanremo, il prossimo la maratona di Torino. La famiglia Geiger, esperti sciatori, era di Au, cittadina svizzera. Da qualche giorno co¬ schiantare sul ghiacciaio. Era ormai troppo vicino al suolo. Vi è anche l'ipotesi del guasto meccanico, ma soltanto la perizia sui resti dell'elicottero riuscirà a stabilire quanto accaduto. Le squadre di soccorso hanno poi raggiunto il Plateau Rosa con i gatti delle nevi delle «Funivie del Cervino». A coordinarle

Persone citate: Diego Cordola, Eugenio Roero, Geiger, Giuliano Trucco, Mario Sigot, Mauro Gaido

Luoghi citati: Bardonecchia, Bussoleno, Oulx, Susa, Torino