Nei sotterranei drogati e cani randagi

Nei sotterranei drogati e cani randagi Nei sotterranei drogati e cani randagi terranea. E spalanca una porticina accanto al banco del bar. Non porta al retrobottega, ma al sottosuolo. Uno spettacolo che toglie il respiro. I tunnel si intersecano fino a formare un labirinto nel quale è difficile districarsi. Le poche indicazioni sono scritte a mano, sui muri scrostati, con la vernice rossa. Numeri, nient'altro che numeri seguiti da una freccia: «Ogni cifra corrisponde a una divisione, o un reparto - spiega il medico . Ma a volte succede che la pittura sbiadisca, e allora siamo in pochi a raccapezzarci». I corridoi furono scavati fra il '30 e il '40, per consentire il trasporto degli infermi da un padiglione all'altro. Servono ancora oggi a questo scopo, e ogni tanto vedi passare qualche poveraccio adagiato su una lettiga spinta in fretta da un infermiere attento ad evitare le pozzanghere che si sono formate sul pavimento. «I muri trasudano umidità - puntualizza la nostra guida -. Vede questi tubi? Sono anni che perdono e l'acqua, goccia dopo goccia, si infiltra nelle pareti fino a raggiungere i cavi elettrici. Il sottosuolo del Cardarelli è un'immensa spugna bagnata, eppure se divampasse il fuoco potremmo anche bruciare vivi. Perché? E' presto NUOVA EMERGENZA

Persone citate: Cardarelli