La rabbia di Mosca Zhirìnovskij per ritorsione bisogna bombardare l'Italia di Fabio Galvano

La rabbia di Mosca La rabbia di Mosca Zhirìnovskij: per ritorsione bisogna bombardare l'Italia Eltsin si è arrabbiato per l'attacco Nato su Goradze e un nuovo gelo russo-americano è all'orizzonte. «Ho insistito e insisto che questioni come i bombardamenti su posizioni serbe non possono essere decise senza preventive consultazioni tra Usa e Russia». La telefonata mattutina (alle sei di Mosca, prima della partenza per la Spagna) non l'ha calmato. Si può immaginare il suo umore dopo aver appreso, ormai a Madrid, che gli aerei della Na- MOSCA DAL NOSTRO INVIATO to avevano effettuato un secondo raid sulle posizioni serbe. Le reazioni russe sono state dure. Il ministro degli esteri Kozyrev ha espresso preoccupazione che le azioni militari possano inasprire ulteriormente la situazione e ha detto che «ogni responsabilità ricadrà su chi ha preso le decisioni». Idem ha fatto, in un colloquio telefonico con il suo omologo americano Perry, il ministro della Difesa Graciov, seguito a ruota dal rappresentante all'Onu Voront.sov e dall'inviato speciale del presidente russo a Pale, Vitalij Ciurkin. Ma la posizione del Cremlino appare debole e contraddittoria poiché la Russia a suo tempo votò la risoluzione 836 del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, sulla base della quale le azioni su Goradze sono state decise. Per questa ragione la richiesta di Eltsin di un esame in sede di Consiglio di Sicurezza appare anch'essa diplomaticamente debole. Ma debole è in realtà la situazione interna del governo russo, che deve fare fronte a posizioni ben più radicali di quelle che esso esprime nell'arena internazionale. Lasciando da parte Vladimir Zhirinovskij, che ieri a Strasburgo ha addirittura chiesto il bombardamento delle basi italiane da cui sono partiti gli aerei, a Mosca si registra una raffica di reazioni durissime di parlamentari della Duma - come il vicepresidente della commissione Difesa, Aleksandr Piskunov e di analisti politici di rilievo come il vicedirettore dell'Istituto per gli Stati Uniti e Canada, Viktor Kremeniuk, che ha definito i raid una «provocazione contro la Russia». Più moderati, ma non meno critici, i militari come il generale Podkoltsin che ha definito inammissibile «l'utilizzazione di mezzi estremi». Il malumore di Eltsin e dei suoi portavoce è dunque spiegabile. Il successo diplomatico ottenuto attorno a Sarajevo viene ora vanificato dai bombardamenti attorno a Goradze, e con essi perde peso la mediazione russa, la cui proposta di invio dei caschi blu rischia di essere travolta dall'azione militare della Nato. Giulietto Chiesa Osservatori britannici in Bosnia Gli uomini delle Sas, le squadre speciali inglesi, si sono infiltrati nelle linee serbe a Gorazde per preparare i bombardamenti da parte della Nato (foto reuterj colonnello Menendez. Rose, che ha 54 anni ed è figlio di un generale, era entrato nelle Sas alla fine degli Anni Sessanta, dopo un «noioso» servizio fra le guardie della regina a Buckingham Palace. Dopo l'Oman e la Malaysia, gli toccò l'Ulster alla fine degli Anni Settanta: fu accusato dall'Ira di adottare la tattica del shoot-to-kill, sparare per uccidere. Non era vero, ma non si curò di smentirlo: «Meglio che mi temano», disse. Più recentemente, dopo l'episodio della Falkland, ebbe nuovamente a che fare con l'Ira nel 1988: era lui a capo delle Sas quando un commando mascherato uccise a Gibilterra tre presunti terroristi irlandesi. I Provos giurarono vendetta, «Non perderò ceno il sonno», replicò lui. Nervi d'acciaio: rientra nel personaggio, lui come le sue teste di cuoio. Fabio Galvano

Persone citate: Aleksandr Piskunov, Eltsin, Giulietto Chiesa, Graciov, Italia Eltsin, Menendez, Viktor Kremeniuk, Vitalij Ciurkin, Vladimir Zhirinovskij