«Troppi uomini Fininvest» Lite Parenti-Berlusconi

«Troppi uomini Fininvest» Lite Parenti-Berlusconi «Troppi uomini Fininvest» Lite Parenti-Berlusconi tinuare sono tornati indietro. Comunque, per fortuna abbiamo avuto quegli uomini». All'improvviso, Berlusconi si è trovato di fronte un nuovo «problema». Pensava che un partito, pardon un movimento politico, come quello di Forza Italia fosse come un'azienda: monolitico e obbediente al capo. Ieri, invece, nella grande sala riunioni del palazzo delle Terme di Fiuggi, tra vetrate e guardie giurate, il Cavaliere ha scoperto che non è così. Si è accorto che quel suo movimento cresciuto troppo in fretta, insieme ai voti ha moltiplicato le sue anime. Anche lui è costretto a fare i conti con gli «orientamenti» diversi che ci sono in Forza Italia, su questioni di linea ma anche di potere. Orientamenti che presto potrebbero trasformarsi in qualcos'altro, magari in una riedizione di quelle «correnti» che hanno fatto, nel bene e nel male, la storia de. Eh sì, il rischio c'è, eccome. Il pericolo è davvero dietro l'angolo. Per averne la conferma basta dare un'occhiata alla cronaca di quello che è successo ieri a Fiuggi, in quella che per anni è stata una Da sinistra Alberto Dell'Uri . e Clemente Mastella 28 la volta che organizzo una struttura. Se lei ritiene di poterlo fare meglio di me, me lo dica». E la polemica da «battibecco» di una riunione riservata, diventa «divergenza di opinione pubblica» quando i due ne parlano direttamente ai cronisti. Attacca la Parenti: «Per evitare rischi ho posto un problema di democrazia e di organizzazione. L'ho sempre fatto e continuerò a farlo». Risponde Berlusconi: «Non ci sono più uomini Fininvest in Forza Italia. E' tutto frutto di disinformazione: le persone che sono state elette si sono dimesse dalla Fininvest; quelli che non hanno intenzione di con¬ fronti di chicchessia, prima chiede al Cavaliere: «Vuol dire che lei candida Di Pietro?». Poi, senza batter ciglio, pone un problema di democrazia interna e attacca, quasi come rappresaglia, i «pretoriani» di Berlusconi cioè gli uomini Fininvest. «Ritengo - spiega piuttosto spiacevole e ingiusto che siano ancora gli uomini di Publitalia a gestire i prossimi passaggi politici di Forza Italia». E ancora: «Credo che i ministri debbano essere scelti soprattutto tra coloro che sono diventati parlamentari». Critiche dure a cui replica un Berlusconi sorpreso e piccato: «Cara signora, questa è la «località» simbolo dei convegni delle correnti democristiane. Ieri anche un sconosciuto parlamentare veneto, un certo Bortoli, ha detto di «no» al Cavaliere sulla candidatura di Spadolini alla presidenza del Senato. «Non si può, è un'immagine vecchia, ci vuole discontinuità», ha detto tra gli applausi dei suoi colleghi. E a poco sono valsi i richiami alla calma del Cavaliere: «Dovete capire - ha detto - che è una scelta che bisogna fare con oculatezza. Si tratta della seconda carica dello Stato, cioè del personaggio che alla bisogna potrebbe essere chiamato a fare le veci del Presidente della Repubblica». Allora la Parenti, Bortoli e dietro a loro ancora altri a reclamare una gestione diversa di Forza Italia. E che l'esercito di Berlusconi non sia più una falange macedone dopo il successo elettorale, lo testimonia anche il nervosismo dei suoi «pretoriani». Marcello Dell'Utri a Fiuggi non si è fatto vedere. I ben informati dello «staff» berlusconiano dicono che l'organizzatore del movimento la settimana scorsa, mentre passava un

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