Brizio no a Milano capitale del Nord di Gigi Padovani

E' polemica con la Lega sulle maxi-regioni E' polemica con la Lega sulle maxi-regioni Brizio: no a Milano capitale del Nord E' scontro sulla proposta lanciata dalla Lega di creare tre macro-regioni. Ieri, mentre da Pontida Bossi arringava il popolo del Carroccio, a Cumiana, durante la cerimonia per il cinquantesimo anniversario dell'eccidio nazista di 51 civili, è arrivato un «no» secco all'ipotesi di federalismo avanzata da «Miglio e soci». Nella vallata che mezzo secolo fa fece da scenario alla lotta partigiana c'erano il ministro per la Giustizia Giovanni Conso, il presidente della Regione Piemonte Gian Paolo Brizio, il deputato del pds Piero Fassino. Tutti contrari ad una sorta di «annessione alla Lombardia», Il ministro Conso, dopo aver detto che la cerimonia non doveva servire a ricordare, ma a far conoscere ai giovani i valori di una Resistenza che a scuola non viene insegnata (i programmi si fermano prima), ha sottolineato che «un mutamento radicale della Carta costituzionale può essere operato soltanto da un'assemblea costituente». Più duro Brizio: «L'unità nazionale è un bene nato dalla Resistenza, chi parla oggi di macro-regioni lo deve fare con cognizione di causa. Miglio ci vorrebbe annettere alla Lombardia? Non ci interessa. Torino ha già perso una volta la capitale a favore di Roma, ora non vorremmo che ai Sette colli fosse sostituita la Madonnina». Ragioni storiche ci dividono da Milano, ha detto il presidente: «Il Piemonte ha una identità diversa, connessa semmai con Valle d'Aosta e Liguria. E' più praticabile la proposta della Fondazione Agnelli di riorganizzare le venti Regioni in 12 più grandi. Ma il punto principale è ridare fiato e poteri alle Regioni. Mi sembra che in questo dibattito vi sia molta superficialità e improvvisazione. I confini regionali non si possono individuare tirando qualche riga su una carta geografica». La polemica arriverà in Consiglio regionale? «Non penso che se ne parlerà presto» risponde Brizio, e precisa: «Abbiamo altri problemi pressanti, soprattutto economici». «Ma quali problemi! Brizio e il suo Consiglio sono in agonia, spazzati dal voto popolare» ribatte Gipo Farassino. Il segretario del CaiToccio è appena uscito dal vertice del Nord, che Bossi ha voluto a tamburo battente dopo «l'abbuffata di folla» del convegno di Pontida. Ancora: «L'unità settentrionale darebbe risposte più puntuali ai problemi economici esistenti. Ma è chiaro che il presidente della giunta piemontese rappresenta interessi tutt'altro che leghisti. Ma per farli valere è necessario il consenso democratico. Una volontà popolare che vuole, al contrario, un Nord unito, compatto». La Lega non è nemmeno d'accordo sull'ipotesi di ridurre le Regioni da 20 a 12. «Potranno essere - afferma Farassino - tre, quattro, al massimo cinque. Non dodici. Perché, aggiungendo ad esse quelle a statuto speciale si arriverebbe a 16-17, saremmo punto da capo. E noi della Lega, non vogliamo buggerare, come avviene da 40 anni, la gente con il gattopardismo del cambiare all'apparenza tutto, per non cambiare in realtà niente». Gigi Padovani Giuseppe Sangiorgio Il presidente della giunt i regionale (da sinistra) Gian Paolo Brizio e il segretario della Lega Nord in Piemonte Gipo Farassino