«Dean era gay e Sellers pazzo» di Fabio Galvano

I segreti, veri o presunti, dei due attori rivelati da piccanti biografie I segreti, veri o presunti, dei due attori rivelati da piccanti biografie «Dean era gay e Sellers pazzo» E Hollywood mentiva attribuendo al «gigante» flirt con le bellissime, da Liz Taylor alla Andress LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Peter Sellers? Uno psicopatico, crudele con mogli e figli, attori e registi. Pazzo da legare, e non soltanto per i suoi assurdi progetti matrimoniali con Sophia Loren e con la principessa Margaret; e pericoloso, da «rinchiudere in manicomio». James Dean? Uno spostato, con un'esistenza fatta di scabrosi segreti omosessuali abilmente cancellati dalla macchina delle immagini che a Hollywood gli affibbiava flirt celebri con Liz Taylor, Natalie Wood e Ursula Andress per legittimare il suo ruolo di Casanova. E' una brutta giornata per due mostri sacri del cinema, presi di mira e dissacrati senza pietà da due nuove biografie. Peter Sellers è accusato da Roger Lewis («La vita e la morte di Peter Sellers», edito da Century) di avere confuso fatti e fantasia, di essere vissuto fra capricci e crudeltà. «Era un prepotente - ammette suo figlio Michael - che si divertiva a far piangere le sue vittime. Appena la sua crudeltà riusciva a dominare, lui perdeva ogni controllo». Quattro mogli - più di tutte le seconda, Britt Ekland - testimoniano della sua violenza. Geloso a morte, la picchiava e le tirava sedie. «Riuscì anche a rompermi un dente». «Chiunque dica che non era pazzo non sa che cosa dice», conferma Blake Edwards, il regista della «Pantera rosa». Viene da Wolf Mankowitz, autore del copione del film «The Millionairess» che lo lanciò come star internazionale, il racconto del romanzo d'amore con Sophia che Peter Sellers s'inventò durante la lavorazione di quel film. «Ci amiamo, saremo insieme», dichiarava Sellers. «E' disposta a lasciare Ponti?», replicava lo scrittore. «No, lei non lo sa ancora». Ma tanto bastò perché l'attore tornasse a casa, la sera, e comunicasse le sue intenzioni alla prima moglie, Anne Howe. Di Sophia parlava a tutti, ma l'av¬ ventura era soltanto nella sua fantasia; e per anni, dopo quell'unico film girato insieme, fece di tutto per seguirla in giro per il mondo. Rimase molto male, nel 1979, quando l'autobiografia della Loren neppure lo citò. L'anno dopo morì d'infarto, distrutto anche dalle sue psicosi: aveva 54 anni. L'episodio con Margaret è tipico del suo rapporto assurdo con le donne. Non nascose mai la sua ammirazione per la principessa, che continuò a tempestare di lettere romantiche fino a convincersi che lei fosse disposta a sposarlo. Chiese persino a un suo amico astrologo di predire la data del matrimonio; e, per facilitare l'operazione, telefonò a Kensington Palace impersonando Lord Snowdon era un ottimo imitatore - per raccontarle di una scabrosa avventuretta nell'evidente tentativo di squalificare per sempre il rivale. James Dean - il libro di Paul Alexander s'intitola «Viale dei sogni infranti» - viene dissacrato con più garbo. «Sapevo che avrei provocato onde d'urto ammette l'autore - e per questo ho interrogato a fondo tutte le persone che lo conoscevano intimamente». Amanti compresi; e il quadro che ne esce demolisce l'idolo di milioni di donne. Finora sull'omosessualità di James Dean si erano soltanto sussurrati scurrili pettegolezzi; e soltanto una precedente biografia aveva citato la relazione con un pastore protestante nella sua città natale di Fairmount, nell'Indiana. Paul Alexander la conferma, spiegando che il pastore era per James Dean una figura paterna, qualcuno di cui aveva bisogno dopo la morte della madre e alla luce dei pessimi rapporti con il padre. Ma non fu che un episodio; uno di tanti, che lo portarono addirittura a esperimenti sessuali in taluni sordidi club per anime gay. Il libro riferisce molti particolari, forse troppi: le vicende di Dean con un altro attore (spartivano un appartamento a Hollywood) e con numerosi registi che per «provino» intendevano qualcosa di più intimo (con uno di essi, Rogers Brackett, andò anche a vivere). E intanto, accanto alla sua fama privata di «portacenere umano» - pare che gli piacesse farsi bruciacchiare durante i festini gay - gli studi cinematografici coltivavano quella pubblica di rubacuori. L'anno prossimo segna il 40° anniversario della sua morte (aveva 24 anni). La Warner intende produrre un film sulla sua vita; ma ci si domanda, oggi, quale delle due immagini apparirà sullo schermo. Fabio Galvano Le manie deU'«ispettore Clouseau crudele soprattutto con i figli Qui accanto Peter Sellers, a sinistra James Dean, due miti infranti da libri pettegoli

Luoghi citati: Hollywood, Indiana, Londra