Un mondo di maniaci e di deviati Io spero di no

Un mondo di maniaci e di deviati? Io spero di no LETTERE AL GIORNALE IL LUNEDI' DI Cd.B. Un mondo di maniaci e di deviati? Io spero di no Questa Babilonia La Babilonia in cui viviamo, da quando la libertà si è trasformata in cancrenosa licenza, rende la vita nauseante. Nella confusione generale si dissolvono gli ideali che dovrebbero elevarci dal mondo dei bruti. Vanno in frantumi i migliori valori, e le nostre istituzioni perdono le loro benefiche funzioni giorno dopo giorno. Forse in nessun'altra epoca della Stona i moniti di Platone sono stati tanto attuali come nel nostro tempo. I figli, e peggio ancora le femmine, detronizzano la funzione educativa dei genitori e sovente gridano sulla faccia del babbo e della mamma «Non rompere...», quale frase ripugnante che risuona degradante per chi l'articola e avvilente per chi l'ascolta passivamente! Frase provocatoria che annulla le funzioni dei genitori. E per sanare questi mali, che disgregano la società attuale, solo uno Staco restauratore dell'ordine che incardini la sua morale sulle parole della Sacra Scrittura potrebbe ristabilire l'equilibrio etico del nostro popolo: «lo ti ammaestrerò e ti insegnerò la via per la quale devi camminare» (Salmo 32-8). Le benefiche invenzioni quali il telefo- no, la radio e la televisione che avrebbero dovuto renderci benefici servigi, divengono sempre più strumenti del male, solo a uso di deleteri contatti civici, quali diffusori di dissolvimento etico-culturale, i mezzi di locomozione, senza escludere nessuno, che dovrebbero essere utili alla società, sono quasi tutti al servizio della boria, degli inutili e dannosi spassi che portano perfino alla morte chi li usa e chi ne viene travolto, come i cloroformizzati frequentatori delle discoteche. Nelle famiglie non si praticano più le buone consuetudini, la solidarietà di lavoro, le sagge intimità, appunto perché la tv è divenuta un micidiale psiconarcotico che rimbecillisce tutti gli strati sociali, gli esseri di tutte le età. Se siamo invitati a pranzo da famiglie amiche il desco familiare diviene causa di mutismo perché succubo dell'etere televisivo, non essendo possibile allacciare colloqui intimi e benefìci e nessuno scambio di punti di vista, e a questo si aggiunge l'aberrante apostrofazione di qualche mocciosa bambina che grida inviperita: «Non potreste parlare altrove di questi argomenti? Ora dobbiamo ascoltare la tv». E aggiunge: «Voglio cambiare canale per gustarmi ciò che mi piace!». Insomma, siamo divenuti schiavi di un terrore psicologico che annienta sempre più i sani principi sociali... prof. Elio Giacomelli, Livorno Gentile professor Giacomelli, anche se il lunedì ho più spazio a disposizione, non posso pubblicare tutta la sua lettera che è lunga il doppio. Ma quanto ne ho pubblicato indica chiaramente il suo dissenso dal mondo in cui vive, in cui ogni cosa che piaccia agli altri la fa incupire e protestare contro la barbarie. La situazione italiana attuale non è certo la migliore che ci si possa augurare, ma spetta a noi farci forza e cercar di collaborare. Invece lei pare non sopportare il prossimo, soprattutto se è femmina, c se è bambina. Come può una «mocciosa», per usare la sua definizione, determinare in lei un «terrore psicologico» semplicemente chiedendo di ascoltar la televisione invece dei discorsi tra adulti? Lei mi riferisce con soddisfazione il monito del cardinale Giacomo Biffi di Bologna: «Viviamo in un mondo di maniaci e di deviati», lo spero di no, ma sono altruisticamente contento che il monito fortifichi lei. [o.d.b.] Stregonerie Stregonerie: così come, quando la «cultura religiosa» non al passo con i tempi, esorcizzava la scienza, i governi, pur disponendo di uomini e tecnologie sufficienti a sgominare ogni velleità delittuosa, si limitano a esorcizzare mafia, camorra, 'ndrangheta; inventano superleggi, superrnagistrati, sacerdoti, militari e persino miserevoli «collaboratori», s'improwisano poliziotti per dare la caccia a tutto e a nulla. Ma la vera Polizia è assente, dispersa in mille rivoli dal mancato Coordinamento. Ogni qual volta si scopre un delitto (anche di piccola entità) è un miracolo; l'avvenimento esalta fino al delirio. Poi, a lunga scadenza, l'incerto incontro con la Giustizia. La riforma della Polizia (e dello Stato) era un atto dovuto ai cittadini fin dalla nascita della Repubblica. Invece, si continua a esorcizzare l'avversario (Criminalità organizzata e non) come Spirito Maligno, generato da chissà quale (Entità astratta e non materia di spregevoli esseri in carne e ossa subiti dagli onesti cittadini. Certa¬ mente, il disegno criminoso degli uomini del Potere Politico Amministrativo o Imprenditoriale (Tangentopoli, P2 o Servizi deviati), per l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla Legge, dovrebbe essere inserito fra i delitti di Associazioni mafiose, con aggravanti specifiche e la confisca dei beni di illecita provenienza. I miei quasi 70 anni (oltre 40 in Polizia) mi inducono a ritenere indispensabile: riformare le cattive riforme, delimitare i compiti istituzionali di: militari, poliziotti, magistrati e dei tanti operatori d'incerta qualifica, con responsabilità personalizzate e saggia valutazione di capacità, meriti e demeriti. Non è certamente serio alle soglie del 2000 demonizzare o mitizzare delinquenti di qualsiasi risma, e tantomeno esibire Tutori dell'Ordine e Magistrati nel compimento del loro dovere come trapezisti da circo. Carmine Barbieri, Santhià Gentile signor Barbieri, anche la sua lettera è piuttosto disperata, e per ragioni più che valide, rese valide dai suoi oltre quarantanni di servizio. Davvero la demonizzazione e la mitizzazione continuano a imperare, a complicare la visione e l'interpretazione dei fatti, anzi dei misfatti da parte dei comuni cittadini, mentre potrebbero essere spiegati con incisiva semplicità. Anche i media hanno le loro colpe innegabili contribuendo a render più misteriose trame di elementare grossolanità. [o.d.b.] Mettere a posto l'Italia Signor Del Buono, ho 67 anni, ne ho viste e sentite di tutti i colori, ma dopo le «esternazioni» di Rifondazione comunista, del ministro Giugni e del Direttore dell'lnps Colombo, le «esterno» io un'idea che metterà a posto l'Italia. Eliminiamo tutti i vecchi, da 60 anni in su! I ) I giovani avranno tutti un lavoro, subito, senza i vecchi brontoloni; 2) La Sanità avrà un bilancio attivo senza questi vecchi sempre malati; 3) L'Inps sarà finalmente attiva, senza questi pensionati a carico; 4) I medici saranno finalmente felici, senza questi rompiscatole in ambulatorio; 5) Gli ospedali avranno finalmente letti liberi senza questi vecchi invasori e invadenti; 6) E finalmente si avrà un'Italia giovane, lavoratrice, industriosa, senza pesi morti. Grazie! Pier Giorgio Riva, Torino Neppure lei scherza, gentile signor Riva. Ma sono d'accordo. Sono senz'altro del suo parere. Si tratta di una conclusione con qualche buon motivo. Però le chiedo un consiglio: essendo storditamente, per mancanza d'istruzioni, sopravvissuto undici anni al limite doveroso, come posso espiare questo periodo abusivo, questa persistenza indebita, in modo che non mi guasti il curriculum? [o.d.b.]

Luoghi citati: Bologna, Italia, Livorno, Santhià, Torino