Al Cairo la Jihad uccide il capo dell'antiterrorismo
Via gli arabi/ Israele assume stranieri Agguato sulla strada che porta alle Piramidi Al Cairo la Jihad uccide il capo dell'antiterrorismo IL CAIRO. Gli arresti in massa, le quotidiane «liquidazioni» di militanti, le intensificate misure di sicurezza, nulla riesce a fermare la sfida al regime di Hosni Mubarak degli integralisti musulmani, che mirano invece sempre più alto e sono riusciti con uno spettacolare attentato ad eliminare il vice-capo dei servizi di sicurezza dello Stato (Ssi) incaricato della lotta contro il terrorismo di matrice islamica. Erano quasi le 22, sabato sera, quando il generale di polizia Rauf Khairat, 50 anni, è uscito dalla sua abitazione sulla strada per le piramidi di Giza, e si è posto al volante della sua macchina. Solo, senza scorta, nonostante le minacce, contenute in un comunicato del primo aprile dell'organizzazione integralista clandestina «Jamaa islamiya», di «pesanti rappresaglie» per «vendicare» i militanti torturati nelle prigioni controllate dagli Ssi. Cinque uomini, tre in auto e due in moto, lo aspettavano a qualche centinaio di metri, lontano dagli agenti in servizio davanti alla casa. Gli hanno sparato, ma il generale è morto carbonizzato quando l'auto è saltata in aria, colpita da ben tre bombe lanciate dai passeggeri della moto. Rauf Khairat, secondo un testimone, ha avuto appena il tempo di gridare «aiuto». Nella colossale caccia all'uomo ingaggiata dalle forze dell'ordine, 18 persone sono state arrestate. Già il 26 marzo la «Jamaa» aveva lanciato un «avvertimento», ferendo in un attentato due ufficiali di polizia che prestano servizio nel carcere di Abu Zaabal, uno degli istituti penitenziari che secondo un durissimo rapporto dell'Oedu, l'organizzazione egiziana per la difesa dei diritti dell'uomo, è controllato dagli Ssi che si sono resi responsabile di uccisioni e decine di casi di tortura». [Ansa]
Persone citate: Hosni Mubarak, Rauf, Rauf Khairat
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