Firenze un identikit accusa Pacciani

7 \ Ritrovato dopo 9 anni, è opera di due persone presenti sul luogo dell'ultimo delitto Firenze, un identikit accusa Pendoni Svolta alla vigilia delprocesso al «mostro» FIRENZE DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Colpi di scena annunciati e rivelazioni dell'ultima ora accompagnano il conto alla rovescia per il processo contro Pietro Pacciani, imputato di essere il mostro di Firenze. Difesa e accusa si fronteggeranno davanti alla Corte d'assise dal 19 aprile, ma già in queste ore è iniziata la «battaglia». Mentre i legali di Pacciani fanno sapere di avere in mano un «asso» che smantellerà il castello di indizi raccolti dal procuratore della Repubblica Piero Luigi Vigna e dal sostituto Paolo Canessa, escono nuove testimonianze a carico dell'imputato. Qualcuno avrebbe visto l'agricoltore di Mercatale Val di Pesa, nel pomeriggio dell'8 settembre 1985, aggirarsi intorno alla tenda canadese dove nella notte il mostro trucidò una giovane coppia di turisti francesi. La segnalazione era arrivata, anonima, tre giorni dopo il delitto, ai quotidiani fiorentini, ma finì nel calderone di informazioni in mano agli inquirenti e lì dimenticata. Oggi quella lettera torna d'attualità, anche perché l'anonimo testimone, che si definisce «disegnatore», accompagnava le sue affermazioni con lo schizzo di un profilo dell'uomo che aveva sorpreso a spiare i turisti francesi a Scopeti, nel comune di San Casciano. Un profilo che, secondo alcuni, ricorderebbe terribilmente quello di Pacciani. Poliziotti e carabinieri della squadra antimostro sarebbero impegnati a ricercare, seppure a tanto tempo di distan¬ za, l'autore della missiva. Se la lettera può andare a far parte degli elementi a carico dell'accusato c'è un dettaglio che invece può essere favorevole alla difesa. Il «guardone» viene definito un «uomo alto», Pacciani, invece, misura un metro e 68 centimetri. Fra i 150 testi che l'accusa chiamerà a deporre c'è anche una coppia di fidanzati che, sempre nel settembre dell'85 (ma sulla data gli interessati mantengono un po' di incertezza), avrebbero visto un uomo avvicinarsi alla loro auto armato di pistola: la descrizione di quell'uomo potrebbe corrispondere alla figura di Pacciani. L'esito del processo che comincerà tra pochi giorni si preannuncia quindi tutt'altro che scontato. Da una parte il castello accusatorio formato da una serie incredibile di indizi, alcuni dei quali è davvero difficile ritenere solo singolari coincidenze. Dall'altra la mancanza di una prova certa o di una testimonianza risolutiva sulla colpevolezza di Pietro Pacciani. Contro di lui ci sono il blocco da disegno e il portasapone appartenuti a una delle vittime e ritrovati nella sua abitazione, il proiettile Winchester calibro 22 (del tipo di quelli che hanno «firmato» tutti i delitti del mostro) trovato nell'orto, l'asta guidamolla di una Beretta calibro 22 inviata da un anonimo agli inquirenti rinvoltata in un pezzo di stoffa uguale a quella di uno straccio che c'era nel garage di Pacciani. Eppoi la sua indole violenta (ha già scontato diversi anni di carcere per l'omicidio di un rivale in amore e per violenza alle figlie), la sua abilità con le armi, la sua conoscenza dei luoghi teatro dei delitti del mostro. Basteranno a convincere la giuria che sotto il berrettino da ciclista che sempre lo accompagna e dietro lo stecchino che ama masticare nervosamente c'è l'efferato criminale che per anni ha insangui¬ nato i dintorni di Firenze? Un dilemma che ha da tempo valicato i confini nazionali per appassionare gli amanti della cronaca nera di tutto il mondo e suscitare l'interesse scientifico degli studiosi di serial killer. Nell'aula bunker dell'ex carcere di Santa Verdiana il processo diventerà spettaco¬ lo. Ci saranno gli inviati di giornali di mezzo mondo e, oltre alle telecamere della Rai, quelle dell'americana Cnn e della tv australiana. Si prevede che ci vorranno almeno due mesi per arrivare alla sentenza. Francesco Matteini Nel suo orto è stato trovato un proiettile Winchester serie H: identico a quelli esplosi dell'arma «mostro». Nel garage è spuntata, avvolta in una tederà, un'asta guidamolla di una Beretta, l'arma degli otto omicidi. In casa aveva un blocco da disegno e un portasapone che appartenevano a una delle vittime, un tedesco. Abilità nell'uso delle armi. Ossessione per il seno sinistro (spesso mutilato dal mostro alle vittime). 7 \ Profonda conoscenza dei luoghi in cui ha colpito l'assassino delle coppiette, più volte battuti anche di notte, in cerca di funghi. 7 e In un appunto scritto alla procura, ha commesso lo stesso errore ortografico del mostro, quando mandò una lettera con un brandello del seno di una delle vittime: ha dimenticato una b in repubblica. Poco prima dell'ultimo delitto, una coppia vide un uomo aggirarsi nella zona. L'identikit, secondo alcuni investigatori, assomiglierebbe a Pacciani.

Luoghi citati: Firenze, Mercatale Val Di Pesa, San Casciano