Berlusconi epurazioni Cose dell'altro mondo-

Berlusconi: epurazioni? Cose dell'altro mondo-. Berlusconi: epurazioni? Cose dell'altro mondo-. ROMA. «Ho letto di vendette e di epurazioni. Mi sembrano cose dell'altro modo, e comunque lontanissime dal mio pensiero». Silvio Berlusconi sceglie i microfoni del Tg4 per prendere le distante dalle «liste di proscrizione» buttate giù dall'Italia, il settimanale diretto da Marcello Veneziani. Al leader di Forza Italia, quelle quattro pagine intitolate «Quante teste da mozzare» e fitte di nomi «di potenti e mandarini a rischio di mannaia» non sono proprio piaciute. Troppo lontane dal tono moderato con cui ha modellato la sua campagna elettorale e postelettorale. E poco importa che Veneziani si sia affrettato a smorzare i toni della polemica definendo l'iniziativa un semplice «gioco» editoriale. «Dobbiamo tirarci su le maniche, tutti insieme, per ricostruire questo nostro Paese ha detto Berlusconi al Tg di Emilio Fede -. Ci sono tanti problemi da risolvere e soltanto con la collaborazione di tutti si può pensare di farlo davvero. Non c'è nulla di più lontano dal mio spirito e dal mio modo di pensare come quello di meditare vendette o qualcosa di diverso da azioni positive. Credo proprio che tutti possano stare tranquilli. Se avrò qualche responsabilità in questa Italia del domani, non ci sarà nessuna cosa che si rivelerà lontana da ciò che è giusto, equilibrato e moderato. Chi ha pensato o scritto di epurazioni e vendette dovrà cambiare idea». Mentre Berlusconi parla, a Saxa Rubra, sede dei telegiornali della Rai, si stilano comunicati di fuoco. Alle «poltrone traballanti» della tv di Stato il giornale di Veneziani ha dedicato un lungo paragrafo, e le organizzazioni sindacali dei giornalisti reagiscono. Già infastiditi dalle dichiarazioni di Gustavo Selva e Fabrizio Del Noce, due colleghi entrati nella nuova maggioranza parlamentare, i cdr protestano: «Basta allo stillicidio continuo di attacchi alla Rai e all'informazione del servizio pubblico - dice un comunicato congiunto dei tre comitati di redazione (Tgl, Tg2 e Tg3) -. Si colpisce ora questo, ora quel giornalista, e ora si è raggiunto l'apice con la stesura di vere e proprie liste di proscrizione. Questa campagna ha lo scopo di intimidire personalmente chi da tempo lavora invece per assicurare una informazione al Paese il più obiettiva e completa possibile. Gli attacchi vengono, peraltro, anche da persone che in passato si sono distinte per la loro ferrea logica di appartenenza ad una ben precisa parte politica durante la permanenza in Rai e che hanno fatto della lottizzazione il loro terreno di coltura e di carriera professionale. Oggi si vuole colpire il difficile percorso di risanamento morale e professionale della Rai, cercando di far tornare nelle mani dei partiti l'informazione del servizio pubblico che deve, invece, essere sempre più critica, indipendente, e professionalmente sganciata da logiche di appartenenza». Nella polemica è intervenuto ieri anche Enrico Mentana, direttore del Tg5. Una dichiarazione pungente, la sua: «In questo momento il gioco più praticato è quello delle cosiddette epurazioni, in cui si spiegano più umori personali e vendette private che ragionamenti in positivo. Improbabili assaltatori e altrettanto improbabili pasionarie si sfidano in gare di personalismi da cortile. Sarebbe ora che le voci più autorevoli dei settori politici e istituzionali si facessero sentire per parlare seriamente del futuro del sistema Italia, così le comparse di questa commedia postelettorale, apprendisti epuratori e aspiranti martiri, potranno tacere». Il discorso - continua Mentana - «vale soprattutto per l'informazione televisiva: che ne direbbero i vari Selva e Del Noce di smetterla di stilare pagelle che non competono loro, condite da minacce da guappi? E i colleghi che scambiano le loro scrivanie per roccaforti della nuova resistenza, che ne direbbero di iniziare a discutere sul perché l'Italia profonda è così cambiata sotto i loro occhi senza che, fino al voto, se ne accorgessero?». [r. i.] «Non c'è niente di più lontano da me Chi cerca vendette dovrà cambiare idea» Silvio Berlusconi (nella foto) ha parlato a! Tg4 di Emilio Fede: «Non c'è nulla di più lontano dal mio spirito e dal mio modo di pensare come quello di meditare vendette o qualcosa di diverso da azioni positive. Credo proprio che tutti possano stare tranquilli»

Luoghi citati: Italia, Roma