Ore 16 duello alla Lega di G. Dol.

Oggi il Consiglio nazionale, presenti Farassino e Matteja Oggi il Consiglio nazionale, presenti Farassino e Matteja Ore 16, duello alla Lega Ma la mozione anti-Gipo non è all'ordine del giorno Il sindaco di Ciriè: «Io, abbandonato dal segretario» La Legambiente «I torrenti Salviamoli » La resa dei conti nella Lega Nord potrebbe vivere oggi la sua prima battaglia campale. Alle 16, nel quartier generale di via Cernala, si riunisce il Consiglio nazionale. Tra i diciotto convocati ci sono entrambi i protagonisti dello scontro: da un lato il senatore Bruno Matteja firmatario, insieme con altri 200 militanti, di una mozione che chiede il rinnovamento dei vertici del Carroccio piemontese, dall'altro Gipo Farassino, il segretario sul quale si accentrano le critiche di «autoritarismo, disorganizzazione, inadeguatezza». Farassino, statuto alla mano, ha tutte le carte per gestire come meglio crede la riunione. «La mozione - spiega Domenico Cornino, presidente della Lega non è all'ordine del giorno, tantomeno le sue dimissioni». Ma i «ribelli» non sembrano avere fretta, né si preoccupano. «Da buon militante leghista avevo il dovere di fare qualcosa - dice Bruno Matteja - perché l'organizzazione del partito e la sua democrazia interna così come sono non vanno. Non voglio nulla, solo il bene del movimento». I fedelissimi di Gipo, invece, buttano acqua sul fuoco. «Da quando la notizia della mozione è finita sui giornali - dicono in via Cernaia - qui è una sfilata di persone che vengono a dissociarsi dall'iniziativa». Chi non si dissocia è Ezio Genisio sindaco della Lega a Ciriè. «Ammiro e rispetto Farassino - dice - ha dato l'anima per la causa federalista, ma è arrivato il momento che la Lega, da forza di contestazione e disgregatrice, divenga forza di governo. Con Farassino non credo sia possibile». Genisio è amareggiato. «Da quando sono sindaco - dice - vivo sulla mia pelle l'inadeguatez¬ za della segreteria politica. Qui a Ciriè c'è il problema dell'inquinamento delle acque: si potrebbe risolverlo ma le leggi ce lo impediscono. Il movimento dovrebbe battere i pugni, farsi sentire nelle sedi opportune. Non mi hanno neanche telefonato quando sono stato costretto a pagare, di tasca mia, la multa in pretura. C'era il problema dell'Interchim e siamo stati lasciati soli. Abbiamo presentato un progetto di parco tecnologico che dev'essere sostenuto a livello regionale e nazionale. Il rappresentante della segreteria nemmeno è venuto alla riunione convocata per affrontare il problema». Da Vercelli, dove la neosindaco Mietta Baracchi Bavagnoli sta rischiando la poltrona perché 6 consiglieri della Lega l'hanno abbandonata, si fa vivo Raffaele Prencipe che piuttosto di lasciare la Lega si è dimesso da consigliere. «I sei se ne sono andati dice Prencipe - perché la Baracchi non è all'altezza della situazione ed è stato Farassino ad imporcela. Gipo è incompetente a gestire la Lega: è lui fuori dal movimento, non chi oggi dissente». Amarezza anche da Casale. «Sono stata presa in giro da Farassino - dice Alda Grassi, parlamentare uscente - e ho preferito rinunciare alla candidatura. Bossi mi ha scritto e chiesto di rimanere nella Lega, ricordo due sue parole "Sopporta e resisti"». Già, che ne dice Bossi della rivolta? «Sa tutto, ho chiesto di incontrarlo, di potergli spiegare a parole - dice Matteja - non mi ha ancora ricevuto. Una volta vedendomi mi ha detto "Ah, state raccogliendo le firme? Ti parlerò, stattene tranquillo". Se mi parla bene, se no è lo stesso: era mio dovere muovermi».[b. min.] A destra Bruno Matteja leader dei leghisti che criticano il segretario Gipo Farassino (sotto) Scompare l'habitat dei torrenti a mano a mano che si avvicinano al Po. Lo uccidono gli scarichi industriali e urbani, gli inquinamenti agricoli, il prelievo delle acque, la cementificazione delle sponde. E i pesci muoiono. Per ripopolare i corsi d'acqua parte l'iniziativa «Basta con i fiumi di parole», avviata dalla «Legambiente», dalla Provincia e sponsorizzata dalla «Zebco», azienda americana produttrice di attrezzi da pesca. L'ittiologo professor Gilberto Forneris ha suddiviso i corsi d'acqua in cinque classi ecologiche, secondo l'habitat riscontrato. I torrenti Pellice e Germanasca, Chiusella, Malone, Stura di Lanzo, Dora Baltea e Chisone sono in buone condizioni. La Dora Riparia è già in crisi da Oulx. Il Po a Carmagnola è soffocato da inquinamenti agricoli e cave di sabbia. A Moncalieri è al collasso biologico. In pianura il Sangone diventa una fogna, così pure il Lemina, il Ceronda, il Chisola. Il Banna di Chieri con i suoi veleni è un killer del Po. Per salvare i torrenti si comincia dal Chisone, dove la prossima settimana verranno immesse trotelle «marmorate». L'intervento è possibile perché la Provincia ha dato in gestione ai pescatori 12 «incubatoi» per allevare in loco avannotti di trote, tra le quali la «marmorata» di ceppo alpino. Spiega Dino Vanara responsabile del settore pesca: «Solo a Perosa sono state cresciute 800 mila trotelle delle quali 100 mila "marmorate". Verranno immesse nei torrenti del parco Troncesa, in Val Germanasca, nel Chisone». Aggiunge Lorenzo Miracle della «Legambiente»: «E' così che si salva la biodiversità delle acque alpine».[g. dol.]