Matarrese e i soldi del marchio
Si va in tribunale Si va in tribunale Motarrese e i soldi del marchio ROMA. Matarrese contro tutti. Eppure la conferenza stampa dopo il consiglio federale di ieri poteva assumere toni diversi. In fondo, proprio alla fine della riunione, Matarrese era riuscito a fiaccare le ultime resistenze dei presidenti delle Leghe e ad evitare l'ennesimo sciopero annunciato da Campana. L'accordo sul fondo di garanzia per i professionisti rimasti senza club dopo i molti fallimenti di quest'estate era sancito da una lettera inviata al presidente dell'Aie. Venti righe in cui si confermava nel 70 per cento (10,5 miliardi) dei crediti vantati dai calciatori la somma che Nizzola e Abete sborseranno. Tutto come richiesto dall'avvocato dei calciatori. E invece Matarrese è costretto sulla difensiva. Di sassolini da togliersi dalle scarpe, il presidente federale ne ha parecchi. Bersaglio preferito la stampa. Ecco la sintesi dell'esternazione di Matarrese. «Sul fondo di garanzia voglio ribadire che la buona volontà dimostrata da me e dai presidenti di Lega deve essere seguita anche da qualcun altro (Campana, ndr). Mi sono stufato di aver a che fare con protagonisti che continuano a tirare la corda aspettandosi da me pazienza e soluzioni. Il fondo, così com'è, non va più bene.» Poi Matarrese prende di petto l'argomento ammissione ai campionati: «Non accetto minacce. Sul caso di Catania, Messina e Taranto, sul loro rientro tra i prò, deciderà il consiglio federale del 22. Terremo conto dei valori sportivi, non delle minacce». Risolta la vicenda Torino, resta il coma profondo del Napoli. «Ne ho parlato con Ferlaino, l'inchiesta fiscale sui contratti pubblicitari di Maradona e Careca complica un quadro delle cose che a questo punto richiederebbe un miracolo». Inevitabile l'argomento Nazionale. «Confermo la piena fiducia in Sacchi e nei suoi metodi. Quello che non accetto è che ad ogni sconfitta, ad ogni piccolo intoppo sul cammino di questa Federazione si giochi al massacro. Voi giornalisti siete tutti pronti a sparare sul sottoscritto, se ci godete a mettermi sotto processo, fate pure...». Ma la valanga di fiele non è finita. Il presidente si riserva il finale per replicare ad un'agenzia di stampa che nel pomeriggio aveva lanciato un'accusa: la Figc non ha registrato il marchio Fantastic Italia e perciò perderà un milione di dollari in contratti pubblicitari. Questa è la replica: «Abbiamo agito nel rispetto delle nuove norme sulle aste d'appalto e del danno ricevuto dalla società vincitrice che ha rinunciato al lavoro ci rifaremo in sede legale. Ora basta con le accuse». Ultima battuta sulla decisione della Federazione europea di far giocare la Coppa Uefa di martedì. «Alla Fifa abbiamo chiesto, e ottenuto, che si possa derogare qualche volta al mercoledì e al giovedì. Le nostre esigenze, giocando la domenica, sono completamente differenti da quelle di tutti gli altri campionati». Alvaro Moretti cuse ai medici laziali
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