«I tassi possono scendere»

«I tassi possono scendere» «I tassi possono scendere» Fazio: ma per farlo è necessario risistemare il deficit pubblico ROMA. Ogni Paese ha i tassi che si merita, quindi, se l'Europa riesce a impostare e far funzionare una politica fiscale e salariale che porti alla stabilità, non si vede perché i suoi tassi debbano salire nella scia di quelli americani. Per far proseguire la discesa del costo del denaro nell'Unione europea, occorre però che venga attuata una rigorosa politica per il risanamento delle finanze pubbliche. Questo, in sintesi, il pensiero che i ministri finanziari e i governatori delle banche centrali europee hanno espresso durante il vertice di Atene. A riferire le conclusioni del summit sono stati il numero uno di Bankitalia, Antonio Fazio, e il titolare del dicastero del Tesoro, Piero Barucci. Calma con gli entusiasmi, però. Lo stesso Barucci ha ricordato che, attualmente, sui bilanci di ben undici fra i dodici Paesi dell'Unione europea pesa un deficit pubblico eccessivo. Bisogna quindi proseguire senza esitazioni sulla strada del risanamento. E, come ha sottolineato Fazio: «La chiave per conseguire un ulteriore ribasso dei tassi di interesse a lungo termine in Europa è nelle mani dei ministri delle Finanze attraverso la politica di risanamento dei conti pubblici». Prima a muovere in questa direzione è la Germania, il ministro delle Finanze tedesco, Theo Waigel, ha infatti detto di essere ottimista sulla prospet- Antonio Fazio NSILI 202.268 193.155 189.966 174.758 166.336 159.912 160.011 70.906 139.768 152.553 147.363 133.077 DA A 331 4 2 GOSTO 1992 234.768 224.384 239.733 244.729 230.127 226.872 224.768 88.182 162.262 190.063 159.855 149.033 202.268 193.155 189.966 585.389 tiva di riequilibrare la situazione della finanza pubblica nel suo Paese e che, quindi, non è fuori luogo affermare che c'è effettivamente spazio per un nuovo calo dei tassi di interesse a lungo termine. Ciò che, invece, al momento non va assolutamente toccato è l'attuale configurazione del Sistema monetario europeo: «Lo sme ha dato ottime prove di funzionamento negli ultimi mesi - ha asserito Waigel - e quindi non c'è bisogno di tornare alle bande strette di oscillazione. Ogni discussione su questo argomento, per ora, non può che avere effetti negativi». E il pa- rere del ministro di Bonn è pienamente condiviso da quello francese, Alphandery. Ma, anche se l'interdipendenza tra i mercati finanziari mondiali rimane un dato di fatto, conferme di un possibile sganciamento dell'Europa dagli Usa, sul piano dei tassi, vengono da Fabrizio Saccomanni, responsabile dei rapporti con l'estero della Banca d'Italia. «In febbraio - ha spiegato Saccomanni - vi è stato un andamento divergente dei tassi ufficiali dei maggiori Paesi: al rialzo negli Stati Uniti e al ribasso in Germania e in altri Paesi europei. Questo andamento ha provocato un aumento, atteso, del rendimento dei titoli del Tesoro Usa, accompagnato da un rialzo, al contrario inatteso, dei rendimenti dei titoli emessi da governi europei». [v. cor.] Antonio Fazio

Persone citate: Alphandery, Antonio Fazio, Barucci, Fabrizio Saccomanni, Piero Barucci, Saccomanni, Theo Waigel, Waigel

Luoghi citati: Atene, Bonn, Europa, Germania, Roma, Stati Uniti, Usa