PASTERNAK I DOLORI DEL GIOVANE BORIS

Lettere inedite a un compagno di ginnasio: l'autore del dottor Zivago si confessa Lettere inedite a un compagno di ginnasio: l'autore del dottor Zivago si confessa PASTCRNAK / dolori del giovane Boris Gli amori l'amicizia, il lavoro fra delusioni e prime scelte di vita Iprimi quindici anni del secolo sono fittissimi di accadimenti artistici e politici che condiziona. _Jno la vita e le scelte di Boris Pasternak, il poeta e romanziere nato nel 1890 e morto nel 1960, famoso anche per la durissima polemica con cui i sovietici accolsero l'assegnazione del premio Nobel per II dottor Zhìvago. Ma non di questo si parla qui. Amori infelici, forti amicizie virili, la musica abbandonata per sfiducia nelle proprie capacità, la filosofia studiata per sei mesi a Marburgo con il neokantiano Hermann Cohen, la scelta definitiva per la poesia, il lavoro come precettore presso la famiglia del poeta simbolista Baltrushaitis, i primi polemici dibattiti fra futuristi e conservatori in poesia. Tutto questo mondo di sentimenti e accadimenti giovanili emerge vivido dalle lettere che in quegli anni il giovane Boris scambia con l'amico e compagno di ginnasio Aleksandr Stich. Lettere che in parte erano già state pubblicate in italiano da Lucarini, ma di cui un nuovo interessantissimo plico inedito esce ora in russo, curato da Elena Pasternak, la nuora dello scrittore, sull'ultimo numero della rivista Rossija-Russia fondata e diretta da Vittorio Strada, edita da Marsilio, e di cui anticipiamo alcuni brani. Padre pittore, madre pianista. Un ambiente familiare dove può capitare di incontrare scrittori cone Rilke o Verhaeren, pittori come Vrubel o Levitan, un musicista come Skriabin. E' in questo mondo denso di atmosfere artistiche che nasce e cresce Boris Pasternak. Non stupisce se nella sua fittissima corrispondenza con i massimi poeti dell'epoca, Osip Mandelshtam, Anna Achmatova o Vladimir Majakovskij, ma anche con l'allora meno famoso Varlaam Shalamov, o ancora nello splendido epistolario a tre con Rilke e Cvetacva, l'arte, la poesia siano l'argomento sempre presente che si mescola agli altri oggetti che definiscono il suo panorama quotidiano. L'amicizia di Pasternak con Aleksandr Stich, suo coetaneo (e che morirà nel 1962, due anni dopo il poeta), prende il via Il nuovo piano regolato un'intera settimana hanno vissuto i tuoi fiori: sette giorni ho respirato la loro malata presenza. Sono stato a letto con la scarlattina. E mi annoiavo terribilmente, ero propriamente angosciato. All'improvviso è giunto dall'estero Sasha Gavronskij, e mi sono molto agitato quando è passato a trovarmi. Ha incominciato a raccontarmi di quanto gli è capitato all'estero, narrava delle persone con cui aveva avuto a che fare. Non avevo mai sentito parlare in modo tanto abbietto e cattivo della gente. La cosa mi ha spaventato. E' terribile quando si rubano i fatti in modo così proditorio. A volte il ladro neppure sa perché le cose esistano. Gli può sembrare per esempio che sia la cornice dorata quel che bisogna portar via. Taglia via la tela perché con la tela quell'oggetto non è trasportabile o perché, nella sua precedente ruberia, ha tirato giù una oleografia. Gli sembra di essersi comportato in modo molto intelligente e se la ride sotto i baffi. re dall'infanzia. Shura Stich infatti era il figlio di un importante otorinolaringoiatra, amico di famiglia che aveva avuto in cura i quattro figli di Leonid, padre di Boris, e pittore. Naturale che con il passare degli anni, con l'affacciarsi delle prime passioni, delle prime delusioni i due giovani si scambino lunghissime sentimentalissime lettere in cui parlano dei loro amori, di poesia, di amicizia. Si scrivono da Mosca, dai luoghi di villeggiatura («Shura passerà un periodo a Nervi in Italia per curarsi i polmoni»), dalle rispettive dacie che le famiglie affittano per trascorrervi l'estate. A venti anni, nel 1910 Shura è innamorato della cugina Elena Vinogradov, di 14 anni. Nasce una sorta di stretto legame a tre e Pasternak più avanti gli scriverà: «Non puoi immaginare sino a quanto io sia volgare, ma in realtà io ero innamorato di tutti noi tre». Un triangolo, è stato fatto notare, simile a quello che lega all'inizio del Dottor Zhivago Juri, Misha Gordon e Tonja Gromeko. Altri personaggi popolano queste lettere: la ricca Ida Visotskaja e il suo affascinante cugino Aleksandr Gavronskij (diventerà un pioniere del cinema russo e anche lui troverà posto nel Dottor Zhivago), il mondo del poeta simbolista Balstrushaitis, il regno della poesia in cui il giovane Boris incomincia ad entrare con i passi guardinghi del principiante. Sergio Trombetta ho incominciato a scriverti numerose volte. Ma dopo avere espresso quanto volevo esprimere sui tuoi versi, le interrompevo, perché non riuscivo a scrivere oltre. Se incomincio questa lettera proprio come le altre gli spetterà la medesima sorte. Ma evidentemente al mondo si compiono dei miracoli e tu forse non sai, non sai tu stesso e aspetti da me questa convinzione: che i tuoi versi «Quando le intemperie autunnali strappano dalla terra i colori» non si concludono in sé, ma in qualche modo si aprono verso un intero campo di lirismo, particolare come particolare è la tonalità, e particolari i termini che realizzano questa tonalità come propri segreti, e non come slogan con un certo numero di diesis comuni ai versi di molti. Ecco l'effetto che fanno i tuoi versi... Petrovskoe 1-6-1914 Tenero Shura, il motivo del suicidio di Kleist è stato scoperto! (ndr: Pasternak stava traducendo in quel periodo la commedia La brocca rotta) Per dio, aveva bisogno di riposo dopo una tale fatica. Nel sudore del suo viso mi guadagno il pane. (...) Ho tradotto 1200 versi e me ne restano 500. Le difficoltà sono incredibili. Tutta la trama consiste in parolacce e nella esposizione di un avvenimento scandaloso. Valla a trovare l'ispirazione là dentro. Il pericolo dei germanismi e dei modi di dire tradotti male uguagliano il pericolo di una completa russificazione. Il dramma è in versi, vuol dire che deve esserne dimostrata la necessità che sia in versi. E fra l'altro la Brocca rotta è una commedia realistica. A proposito. Mi è capitata sotto gli occhi la splendida trascrizione dei miei cimenti campagnoli realizzata, per poco più di una tazza di tè mattutino, dalla rivista La parola russa. Ne risulta traduttore Baltrushaitis; autore, un olandese (!), non arrossire, scrittore attivo nel diciottesimo secolo. era necessario. Io vorrei ricordarti quella sera a Spasskoe quando tu bevesti kefir e mi offristi delle pesche. Io chissà perché mi sono ricordato che tu mi parlasti allora del sottile confine che divide il serio dal ridicolo. Mi ha sempre messo a disagio il fatto che basta mutare il punto di vista e tutto quello che ho scritto o, meglio, volevo scrivere, volevo voler scrivere, ecc., diventa imperdonabilmente un insieme spassoso di parole e che addossa al colpevole il riflesso del loro comparire come incalcolabili sciocchezze. Tra serio e ridicolo Mosca 18-23 maggio 1911 Shura, Sasha ha insistito a lungo perché io gli leggessi i miei versi. Con grande fatica ha atteggiato il viso ad una espressione seria, nascondendo il riso interiore dietro obiezioni tipo «questo non è artistico», oppure «troppo profondo per l'arte». Ora io vorrei che tu capissi veramente la psicologia della mia lettera. Sii sincero con me. Non è che ti abbia scritto quanto non Pasternak visto da Levine (copyright N.Y.R. of Books, per l'Italia La Stampa) Il miracolo di un verso Molodi, agosto 1913 Caro Shura, Il motivo del suicidio Boris Pasternak

Luoghi citati: Italia, Mosca, Russia