Si barrica in ospedale «Nessuno cura mio figlio»

Si barrica in ospedale «Nessuno cura mio figlio» Si barrica in ospedale «Nessuno cura mio figlio» medici e infermieri che invano hanno cercato di calmare l'operaio, deciso ad andare fino in fondo nella sua protesta silenziosa. Soltanto quando sono arrivati gli agenti e il primario, Alfredo Tedeschi, ha promesso che lo avrebbe aiutato, Silvio Barone si è «arreso». Da settembre non lascia solo un momento quello che per gli altri è solo un «femminiello». Da quando un colpo di pistola ha paralizzato per sempre Antonio, ledendogli il midollo spinale. Chi gli ha sparato è rimasto nell'ombra e ora lui è immobilizzato in un letto, con piaghe da decubito che coprono il settanta per cento del suo corpo e che potrebbero essere curate con una terapia iperbarica. «Prima di arrivare qui - racconta il padre - lo hanno rifiutato in vari ospedali. Ma mio figlio morirà anche se resta al Monaldi. Non può muoversi e la lunga degenza gli ha provocato quelle lesioni su tutta la schiena e sulle gambe: ha bisogno di un centro di riabilitazione». Il calvario comincia con un ricovero a Loreto Mare da dove Antonio Barone viene trasferito in un presidio ortopedico in provincia di Bari. Nel febbraio scorso, approda al Cardarelli. «Lì, spiega l'imbianchino - i medici dissero che aveva la sifilide, che aveva l'Aids e che bisognava ricoverarlo in un ospedale specializzato in malattie infettive. Lo hanno lasciato una settimana su una barella e soltanto dopo che ho chiesto l'intervento dei carabinieri si sono decisi a trovargli un posto in corsia». Nuovo trasferimento al Cotugno dove Antonio viene sottoposto al test dell'Aids che dà esito negativo. «Mio figlio - sottolinea il padre - non è sieropositivo, ha soltanto bisogno di cure riabilitative ed invece lo hanno trattato come un appestato, sballottandolo da un ospedale all'altro. Per questo ho deciso di barricarmi nella stanza e protestare: non so più a chi rivolgermi e non voglio vederlo morire». NAPOLI. «Lo hanno trattato come un appestato, hanno detto che aveva la sifilide, che era sieropositivo, lo hanno sbattuto da un ospedale all'altro. Ma lui non ha l'Aids, ha soltanto bisogno di cure adeguate perché è paralizzato e morirà se non viene trasferito in un centro di riabilitazione». A parlare è un padre disperato: non gli importa che suo figlio faceva il «travestito» e che per questo qualcuno gli ha sparato alla schiena. Ora vuole soltanto che si salvi. Ieri mattina si è barricato per due ore nella stanza dove il suo ragazzo è ricoverato, con il corpo martoriato dalle piaghe. Per convincerli ad aprire la porta è dovuta intervenire la polizia, ma alla fine Silvio Barone, 54 anni, di mestiere imbianchino, è riuscito a rompere l'indifferenza per la sorte di Antonio, 28 anni e un viso dai tratti delicati. Padre e figlio si sono barricati nella camera del reparto di Ortopedia dell'ospedale Monaldi di Napoli, dove il giovane è arrivato un mese fa. Fuori sono rimasti Mariella Cirillo

Persone citate: Alfredo Tedeschi, Antonio Barone, Cardarelli, Cotugno, Mariella Cirillo, Monaldi, Silvio Barone

Luoghi citati: Bari, Loreto, Napoli