Tangentopoli senza fine per i signori dello Yen di Fernando Mezzetti

Tangentopoli senza fine per i signori dello Yen Tangentopoli senza fine per i signori dello Yen POLITICA E AFFARI ANCHE il premier Morihiro Hosokawa, il bello, il ricco e il giovane della politica giapponese, cade per «dazione ricevuta», come tanti altri che lo hanno preceduto. Ma la ragione profonda della sua caduta è nella insensatezza della coalizione che ha messo insieme dopo le elezioni nel luglio '93 pur di andare al potere: in essa confluiscono le destre e le sinistre, unite solo dal voler mandare all'opposizione i liberaldemocratici che per la prima volta avevano perso la maggioranza assoluta; e ha come asse portante il partito socialista che aveva perso il 50 per cento dei seggi. Malgrado una tale batosta, con Hosokawa i socialisti erano giunti al governo per la prima volta, avendo anche la presidenza della Camera con la signora Takako Doi, loro fallimentare leader. Colui che doveva essere l'innovatore della politica giapponese malgrado un'ascesa così ambigua e confusionaria, cade così per questioni di mazzette come tanti suoi predecessori Il premier giapponese Morihiro Hosokawa ha annunciato le proprie dimissioni pur sostenuti da maggioranze compatte e complici, cioè tutto il partito liberaldemocratico che fino all'anno scorso è stato al potere da solo per 40 anni. La lista si apre con Tanaka negli anni Settanta, scandalo Lockheed. E si rinvigorisce con Takeshita nell'89 per lo scandalo Recruit: una losca ragnatela di corruzione per centinaia di miliardi in cui furono implicati anche il suo predecessore Nakasone e il suo successore Sosuke Uno; un notabile come Shintaro Abe si salvava solo porche un tumore se lo portava via; ma l'ascesa di Michi Miya- LA PACE IN BILICO GERUSALEMME DAL NOSTRO INVIATO Sono un'infinità, i posti di blocco, a Betlemme, a Hebron, a Jenin, a Nablus, a Ramallah, qui a Gerusalemme Est anche; ogni strada, ogni passo, ogni viottolo della Samaria e della Giudea che possa marcare una comunicazione tra Isarele e la Cisgiordania, ha due soldati piazzati lì, col mitra ben in vista e la grinta dura. Da ieri, «e almeno per una settimana ancora», i Territori Occupati restano stretti dentro una rigida cintura militare, che impedisce il passaggio di qualsiasi palestinese da quest'altra parte della strada. Il traffico è scarso, e anche cauto, e la frontiera non si vede, sono soltanto le jeep e i blocchi di cemento dei checkpoints a fissarne la linea; ma due mondi intanto si separano, una storia comune viene schiacciata sotto la paura. Per tranquillizzare le angosce di un paese che s'era visto portare fin dentro casa gli assalti suicidi dei kamikaze del fondamentalismo, l'esercito d'Israele fa vedere alla sua gente che sigilla nelle loro terre i 2 milioni di arabi che gli fanno la guerra, e li tiene lontani dalla vecchia frontiera del '67; è una misura politica, prima ancora che militare, però ridisegna - forse anche senza troppo volerlo - quella che potrebbe essere tra qualche tempo la geografia futura di que¬ sta terra disperatamente contesa tra due popoli. Da giovedì sera, anche, vengono deportati in Cisgiordania tutti i palestinesi che avevano un permesso temporaneo di stare in Israele, e sembra un drammatico recupero della pulizia etnica dai fondi della memoria collettiva del popolo ebraico. Gli israeliani però tirano il fiato, le stragi della fermata dell'autobus stavano creando una psicosi Cinquantamila pendolari rischiano di perdere il lavo zawa a capo del governo veniva bloccata, dovendo egli anche dimettersi da ministro delle Finanze. L'anno scorso, per effetto di una sindrome italiana data dall'attenzione con cui veniva seguita la tangentopoli milanese, l'onda lunga è arrivata all'arresto di un fino ad allora intoccabile boss del partito liberaldemocratico, Shin Kanemaru, mai primo ministro solo perché preferiva essere lui a sceglierli: gli furono trovati nascosti in casa, sotto il materasso, libretti al portatore per trenta miliardi e lingotti d'oro per cento miliardi. Tre settimane fa, per la prima volta in trent'anni è stato arrestato per corruzione un deputato, l'ex ministro dei Lavori pubblici Kishiro Nakamura. Viene da una famiglia aristocratica, Hosokawa, non da traffichini della politica come Takeshita, professore d'inglese senza conoscerne una parola, o Kanemaru: un nonno è stato primo ministro alla vigilia della seconda guerra mondiale, e ne aveva ereditato come un feudo la padronanza politica sulla prefettura di Kumamoto, da dove ha dato la scalata alla Dieta e al governo. Ma anche lui, benché ricco di suo, aveva fatto come tutti: e nel 1979 s'era fatto rifare la magione di famiglia da una compagnia di trasporti, una spesuccia di un miliardo di yen, allora circa 3 miliardi di lire; tre anni dopo la stessa compagnia contribuì alla sua campagna elettorale con circa 400 milioni di lire. Azzoppato dalla sua stessa maggioranza nelle ultime settimane su confusi progetti di riforma elettorale, cade così, nel modo più vecchio, cioè per corruzione, colui che in tanti avevano visto come il più nuovo dei politici giapponesi. Finiti i decenni di maggioranze nette dei liberaldemocrartici, comincia così per il Giappone un'altra sindrome italiana: quella di nuove elezioni anticipate e di faticose coalizioni cui non era abituato. Fernando Mezzetti

Luoghi citati: Betlemme, Cisgiordania, Gerusalemme, Giappone, Israele