Quanto ambiente consuma il tuo frigorifero?

ECOLOGIA DEI MATERIALI ECOLOGIA DEI MATERIALI Quanto ambiente consuma il tuo frigorifero? Concetti alternativi per gli oggetti di uso quotidiano SI discute in questi giorni in Germania di «ecologia dei materiali», un modo totalmente innovativo di affrontare il problema ambientale, analizzando un prodotto nel suo intero ciclo di vita e tenendo conto dei costi di ogni singola fase, dalla produzione allo smaltimento finale. Per ottenere una tonnellata di carbone, ad esempio, si producono quattro tonnellate di scorie. Per un chilo d'oro si devono smuovere 250 mila chili di pietre, per un litro di succo di arancio della Florida si consumano milli litri d'acqua, perché le piante sono annaffiate artificialmente. La politica ambientale classica finora si è concentrata a riparare i danni ecologici causati dall'uomo, un pronto soccorso ambientale per garantire che almeno i più tossici tra i veleni prodotti dalla chimica venissero proibiti. Sulla lista nera via via hanno trovato posto Ddt, fosfati, ossido di zolfo, mercurio, piombo, amianto, cadmio e diossina. La semplice disintossicazione però non è sufficiente per garantire un equilibrio ecologico a lungo termine. «E' necessario misurare il valore ecologico di un prodotto in termini di quantità di materiale che è stata impiegata nella sua produzione», sostiene Friedrich SchmidtBleek, direttore dell'Istituto per il clima, l'ambiente e l'energia di Wuppertal. Nel suo libro «Di quanto ambiente ha bisogno l'uomo» (editore Birkhauser), uscito nelle scorse settimane in Germania, Schmidt-Bleek calcola per diversi prodotti un nuovo valore, battezzato Mips, l'intensità di materiale per unità di servizio. In altre parole i materiali necessari per la pro¬ duzione di un oggetto (materie prime, macchine, trasporto, imballaggio) in rapporto alla durata della sua utilizzazione. Meno materiali e una maggiore durata riducono l'Mips. «Molti vogliono fare qualcosa per l'ambiente, - dice Schmidt-Bleek - un modo per aiutarle a scegliere sarebbe scrivere su ogni prodotto il valore Mips». In questo modo la gente saprebbe se compra un prodotto ad alto o basso consumo ambientale. I ricercatori dell'Istituto di Wuppertal studiano concetti alternativi per gli oggetti di uso quotidiano. Per esempio, il frigorifero: nella sola Germania Ovest esistono trenta milioni di questi elettrodomestici. Ogni anno ne vengono buttati via tre milioni, ma solo nel tre per cento dei casi si provvede a eliminare il refrigerante, dannoso per il buco di ozono. Il frigorifero alternativo allo studio verrebbe integrato alla parete esterna di una casa. In altre parole, nel lungo inverno tedesco sfrutterebbe il freddo naturale, proprio come facevano una volta i nostri nonni. Anche oggetti ecologici come il catalizzatore non lo sono poi tanto se visti nell'ottica dei materiali utilizzati. «Per produrre un catalizzatore bisogna smuovere 2,5 tonnellate di ambiente, meglio sarebbe produrre automobili più piccole esclusivamente per l'uso cittadino», dice Schmidt-Bleek. In Germania nel 1989 sono state utilizzate ottocento tonnellate di materiale prò capite, negli Stati Uniti ogni cittadino consuma quotidianamente il suo proprio peso, tra cui diciotto chili di petrolio o carbone e dodici chili di prodotti agricoli. Francesco Fedele Università di Napoli Francesca Predazzi

Persone citate: Francesca Predazzi, Francesco Fedele, Friedrich Schmidtbleek, Schmidt-bleek

Luoghi citati: Florida, Germania, Germania Ovest, Napoli, Stati Uniti