LA BYATT RICAMA ANGELI E INSETTI di Masolino D'amico

LA BYATT RICAMA ANGELI E INSETTI LA BYATT RICAMA ANGELI E INSETTI Due storie ambientate nell'Ottocento vittoriano Come già si ebbe modo di osservare a proposito di Possessione, una parte del fascino di questi intarsi sapienti si perde con la traduzione, né potrebbe essere altrimenti, senza nulla togliere alle cure dei responsabili, le cui fatiche danno risultati migliori quando si tratta di scienza (gli insetti) che non di quando ci vorrebbero metri e rime. Qui l'inevitabile appiattimento mette in luce con una evidenza che l'originale inglese maschera assai meglio la fondamentale differenza fra la Byatt e i suoi modelli, ma potremmo anche dire fra la nostra epoca e quella che qui ci viene mostrata, un'epoca di grande e incondizionata fiducia nella narrazione pura. Noi siamo più furbi dei vittoriani, più colti, più cavillosi, più intellettuali; loro però sapevano raccontare grandi storie. l'altra. Qui siamo a Margate, dove alcuni personaggi si riuniscono intorno a una veggente per entrare in comunicazione con dei morti. Una di loro, moglie di un capitano che non dà notizie di sé da diverso tempo, vuole scoprire se costui è ancora vivo; un'altra, Emily Jesse, sposata con un altro capitano di nave, è nientemeno che la sorella di Alfred Tennyson, il poeta diventato famoso con «In Memoriam», componimento sulla morte di un amico amatissimo, Arthur Hallam. Emily, già fidanzata con Hallam malgrado l'ostilità della famiglia di lui, vive nel culto dello scomparso, non ostacolata in ciò dal matrimonio sopraggiunto in seguito, che non le ha fatto perdere nemmeno la rendita assegnatale dai genitori di Hallam, tardivamente pentiti. Ma dicevamo dei pastiches letterari. Nel primo racconto, ambientato in una stupenda villa-fattoria di campagna, il mondo è quello fervido e ingenuo dei grandi osservatori vittoriani della natura, e campeggiano gli studi di alcuni perso¬ naggi sugli insetti e in particolare su di una colonia di formiche, che per prosperare catturano stagionalmente degli schiavi; andando avanti il protagonista ravvisa analogie fra la propria condizione e quella dei maschi che ingravidano la formica-regina senza uscire da una condizione di subordinazione alquanto abbietta. Con la consueta abilità, qui la Byatt falsifica pagine e pagine del libro divulgativo che i nostri amici scrivono sulle loro indagini, nonché brani delle argomentazioni teologiche del padrone di casa, una fiaba per bambini non sciocchi scritta dall'istitutrice, donna colta e penetrante, e via dicendo. Nell'altro scritto è più massiccia la presenza della letteratura autentica, stavolta a commento e sostegno della situazione delle femmine in attesa di rivelazioni: «In Memoriam», naturalmente, ma poi anche Keats (poeta morto giovane come Hallam), Swedenborg, Blake, Milton e l'Apocalisse per l'atmosfera di misticismo di cui gli spiritisti si alimentano, eccetera. Masolino d'Amico Antonia S. Byatt Angeli e insetti trad. Anna Nadotti e Fausto Galuzzi Einaudi, pp. 324. L. 32.000