Ballerini centimetri di rabbia

Gand-Wevelgem: l'italiano, protagonista della corsa, battuto allo sprint Gand-Wevelgem: l'italiano, protagonista della corsa, battuto allo sprint Ballerini, centimetri di rabbia Finale a due-, vince Peeters alfotofinish WEVELGEM. Abbonato alla vittoria, il ciclismo italiano lamenta (ma non piange, intendiamoci) ia sconfitta di Franco Ballerini battuto allo sprint dal belga Wilfried Peeters sul traguardo della Gand-Wevelgem. Il secondo posto in una classica di intrattenimento (la GandWevelgem è un nobile siparietto tra il Giro dele Fiandre e la Parigi-Roubaix) è comunque una buona cosa e dimostra la forza, la compattezza della nostra spedizione al Nord. Il lamento riguarda il modo in cui è sfuggito il successo. Dunque, vediamo. Siamo ai minuzzoli della corsa. In un gruppo di testa che comprende oltre a Peeters e Ballerini (protagonista sin dall'avvio), Roscioli e Sciandri, pedala spargendo giustificate paure, il missilistico Abdujaparov. Cipollini, l'unico che può competere con l'uzbeko allo sprint, ò fuori gara. Bugno insegue in una pattuglia staccata di un minuto. Il belga Museeuw fa parte della compagnia dei primi ma anche lui, benché notevole velocista, contro Abdujaparov ha pochissime speranze di spuntarla. Come risolvere il delicato problema? E' indispensabile togliersi dalle ruote Abdujaparov. Quindi, tentare e ritentare di mollarlo. Le prove iniziali non sortono gli effetti desiderati. A una ventina di chilometri dal traguardo, l'uzbeko è sempre lì appostato sulla linea di sparo. Ma ecco che dai e dai, Peeters riesce a mollare il drappello. Ballerini l'insegue e 1' acchiappa. Sorpresi dall'azione italobelga, gli staccati si interrogano, e adesso che si fa? Abdujaparov si augura che qualche fesso cominci la caccia: non avrà che il disturbo di accodarsi, ricongiungersi al duo fuggitivo e fare polpette della concorrenza allo sprint. Già, ma c'è un fesso disposto a contribuire alla propria condanna? Non c'è. Gli inseguitori, di conseguenza, ritengono che non sia il caso di inseguire. Peeters e Ballerini ottengono via libera. Abdujaparov, già intristito dall'assenza di Cipollini, l'unico che lui consideri di pari o quasi pari lignaggio, si chiude, diciamo così, in un dignitoso riserbo. E si arriva al finalissimo. Ballerini è l'avversario con il quale ogni corridore sogna d'andare in fuga se la fuga è a due. Perché? Perché la potenza velocistica di Ballerini fa il pari con la potenza di scalatore di Cipollini. Allo sprint il fondista Ballerini può causare danni esclusivamente a se stesso. Ricorderete ciò che gli accadde l'altr'anno sulla pista del velodromo di Roubaix. Uscito incolume dal pavé e dalla Foresta di Eremberg, giunto a un pelo dal trionfo nella corsa che assegna gloria e celebrità, Ballerini consentì a Duclos-Lassal- le, un francese d'antiquariato che mai avrebbe immaginato una simile fortunata conclusione, di scavalcarlo e di soffiargli il successo. Pur consapevole dell'infelicità della situazione, Ballerini, ormai in prossimità del traguardo, insiste trainando il fardello belga che non si sogna neppure lontanamente di collaborare. Pazienza. Ballerini è stato attivissimo per tutta la gara, non cambia d'una virgola il proprio atteggiamento. Se rallenta, rischia di farsi riprendere dal gruppetto di Abdujaparov; se aumenta il ritmo, rischia di consumare le forze che gli sono necessarie per la volata, senza avere la certezza di piantare Peeters. Lo sprint, se così vogliamo chiamare questo duello tra due non specialisti, comincia a duecento metri dallo striscione. Parte Peeters. Ballerini tallona, carica, rimonta, affianca il belga, sbandano sulla destra, si toccano. Ruote sulla linea. Fotofinish. Vince Peeters. Questione di centimetri. Domenica prossima c'è la Parigi-Roubaix, 265 chilometri, 56 di pavé, terza prova di Coppa del mondo, corsa per pesi massimi e duri che sappiano reggere alle tribolazioni sussultorie e ondulatorie dell'Inferno del Nord. Corsa per Franco Ballerini che sente, e si capisce, l'urgenza di rivincita. [g. r.j

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