Toro oggi è il giorno del giudizio di Claudio Giacchino

Il tribunale si pronuncia sull'istanza di fallimento del club presentata dalla procura Il tribunale si pronuncia sull'istanza di fallimento del club presentata dalla procura Toro, oggi è 81 giorno del giudizio Ottimismo per il verdetto TORINO. Oggi, finalmente, si decide la sorte del Torino. E, finalmente, lo spettro della bancarotta dovrebbe allontanarsi dalle maglie granata. Stamane il tribunale si pronuncerà sull'istanza di fallimento della società, presentata il mese scorso dalla Procura. La sentenza dovrebbe essere favorevole: cioè i giudici fallimentari dovrebbero respingere l'istanza. Se così sarà, significherà che per il tribunale il piano di salvataggio presentato da Gian Marco Calieri può evitare il crack del club. Un Toro che in quasi novantanni di vita ha conquistato sette scudetti e cinque Coppe Italia. Ribadito che quando si parla di verdetti il condizionale è sempre d'obbligo e ripetuto che si può essere cautamente ottimisti, se davvero l'istanza verrà rigettata allora si potrà scrivere di Calieri come 24° presidente del Toro. Per l'investitura ufficiale sarà soltanto questione di giorni: la sentenza positiva per la società granata comporterà il dissequestro delle 176 mila azioni che, a dicembre, erano state bloccate a Goveani: il pacchetto di maggioranza finirà in mano a Calieri e il salvatore del club, l'unico ad essersi fatto avanti con una proposta concreta e anche molto onerosa finanziariamente, lunedi sera dopo l'assemblea degli azionisti diventerà il nuovo padrone. Abbiamo parlato di cauto ottimismo: c'è, però, anche la possibilità, ma sembra alquanto remota, che il tribunale non si pronunci e rinvìi la sentenza di qualche settimana per esaminare ancora la documentazione presentata dai commercialisti (Re e Vallenzasca) e dal legale (Giorgi) di Calieri. Sarebbe l'ennesimo guaio per il Torino, già da troppo tempo (ma di ciò i giudici non sono responsabili) privo di una dirigenza che pianifichi il domani. Un domani che, per forza di cose, sarà all'insegna dell'austerity. Calieri durante tutta la laboriosa trattativa per salvare la società granata dalla vergogna di un fallimento (e dalla scomparsa nel dimenticatoio dei dilettanti o della C2) non ha mai parlato. Ha soltanto fatto dire dai suoi collaboratori che sul verdetto non è ottimista né pessimista. In realtà sta già da tempo lavorando per il Torino del campionato 1994-95. Venderà molto, ma qualcosa anche comprerà. Al riguardo, una notizia curiosa: l'altra settimana il probabile presidente era all'estero (pare in Spagna) per visionare un centrocampista e in tribuna s'è imbattuto in Brio, osservatore della Juve (almeno sino a maggio). Poche parole sono state sufficienti ad entrambi per capire che l'uno e l'altro s'erano scomodati per vedere all'opera lo stesso giocatore. Su quello che sarà il mercato torinista è ridda di voci: da escludere, anche per non creare pericolose illusioni nei tifosi, che in granata approdino Papin o Dino Baggio. Quasi certo, al contrario, che Calieri cercherà di riportare al Filadelfia il giovane talento Cargo. Il ghanese è in Germania, gioca nelle giovanili del Borussia Dortmund, a sorpresa non è stato convocato dalla nazionale maggiore per la Coppa d'Africa. Però, per recuperare il quasi diciannovenne Gargo, è obbligatorio cedere almeno uno tra Francescoli e Jarni. Il che non sembra cosa dappoco, in particolare per il sudamericano. Comunque, di acquisti e cessioni speriamo di cominciare a parlare con cognizione di causa da oggi, dopo la sentenza che dovrebbe arrivare attorno alle 13. Intanto, da Zurigo è giunta una notizia non bella, nel senso che potrebbe anche portare a negative conseguenze per il Toro: Guy Goethals, l'arbitro belga coinvolto nella vicenda delle donnine ai direttori di gara di Coppa, è stato escluso dai Mondiali. Nei test atletici del mese scorso a Dallas, non aveva brillato. Ma la sua bocciatura sa tanto di punizione per la «interpreti-story». Claudio Giacchino

Luoghi citati: Africa, Dortmund, Filadelfia, Germania, Italia, Spagna, Torino, Zurigo