La Samp non spezza il sogno dell'Ancona

Coppa Italia: in parità la prima finale Coppa Italia: in parità la prima finale La Samp non spezza il sogno dell'Ancona Bloccato l'attacco più forte della A Pagliuca e Armellini, grandi parate ANCONA DAL NOSTRO INVIATO Il sogno europeo dell'Ancona continua anche se la finale di andata di Coppa Italia con la Sampdoria si è conclusa a reti inviolate. Tutto è rimandato al 20 aprile, alla partita di ritorno di Marassi, dove ci sarà un'altra battaglia, senza appello stavolta, tra due squadre che ieri si sono equivalse ed hanno visto i due portieri, Pagliuca e l'esordiente Armellini tra i protagonisti con le loro parate decisive. La serata gelida era stata surriscaldata da scaramucce tra le opposte tifoserie e lancio di sassi sulle auto in sosta nel piazzale del parcheggio. Poi una mini invasione degli ultra marchigiani sulla pista di atletica, con lo scopo (riuscito) di strappare uno striscione, scatenava la reazione del settore sampdoriano. Un tentativo di sfondamento della rete veniva tuttavia stroncato dall'intervento della polizia. Pochi minuti prima del via, il presidente Enrico Mantovani si recava di persona sotto la curva blucerchiata per invitare alla calma i 1400 sostenitori venuti da Genova. A partita iniziata, un fumogeno veniva lanciato nell'area dell'Ancona e un vigile del fuoco, mentre l'azione era in corso ma lontana, riusciva a recuperarlo. In campo il clima era altrettanto arroventato. Le assenze degli squalificati Nista e Fadda non toglievano aggressività all'Ancona anche se era il debuttante portiere Armellini a compiere la prima parata dell'incontro su un forte tiro di Gullit dalla distanza (3'). Sull'olandese, Guerini aveva piazzato l'arcigno Mazzarano, con Centofanti su Lombardo. Altra marcatura fissa quella di Sogliano su Mancini, il quale, dopo un tunnel si scontrava con il diretto avversario sulla soglia dell'area, sotto gli occhi di Trentalange che, giustamente, lasciava correre (8'). Inutili le proteste di Mancini, fischiatissimo dai suoi corregionali per la rivalità esistente con Jesi, la città natale del capitano doriano. Le lezioni subite da Napoli e Torino al «Del Conerò» nei turni precedenti, avevano indotto la Sampdoria a cercare di impedire all'Ancona di assumere l'iniziativa e a replicare al pressing con il pressing per stemperare la fortissima carica agonistica dei padroni di casa, tecnicamente inferiori, ma galvanizzati dal miliardo di premio da spartire se metteranno le mani sullo storico trofeo. E il contropiede, l'arma preferita dai blucerchiati, diventava una scelta tattica obbligata per l'Ancona che affidava i suoi «blitz» alle scorribande di Centofanti, dai lunghi capelli da apache e, con il «condor» Agostini e Vecchiola, teneva all'erta Dall'lgna e Vierchowod che si alternavano sulle punte doriche. Un fendente di Agostini, smorzato da un difensore, obbligava Pagliuca ad intervenire alla kamikaze per anticipare Vecchiola lanciato a rete (17'). Ma capitava sul destro di Gullit (19'), grazie ad un doppio liscio di Sogliano e Mazzarano, la prima palla-gol: Treccina angolava troppo il tiro. Un minuto dopo, grosso brivido per Armellini in mischia: Platt non sfruttava. E al 25' era Lupo, su bolide ravvicinato di Lombardo, a sostituirsi al portiere. Ispirata da Platt, con la collaborazione di Evani, la Sampdoria cercava di alimentare le offensive. Per Mancini era come un derby privato. Provava il destro, fuori bersaglio, e poi il sinistro trovando Armellini pronto alla respinta (36'). Nel finale del tempo, la Sampdoria rifiatava, allungava troppo i reparti con sbandamenti a centrocampo e in difesa e subiva la reazione dell'Ancona facendo arrabbiare Eriksson. Anche in avvio di ripresa, la Sampdoria veniva messa alle corde. Al 50' Guerini osava il tutto per tutto e aggiungeva una punta, Caccia, al posto di Bruniera. Ma più che palloni, nell'area di Pagliuca piovevano fumogeni e bengala: imbecillità di qualche sconsiderato (che sparava persino sulla folla rischiando guai più seri), in arrivo una multa salatissima all'Ancona. La pressione dell'Ancona era asfissiante ma improduttiva. Solo al 59' un missile di Centofanti obbligava Pagliuca ad una parata-gol. Più difficile quella di Armellini su incornata di Gullit diretta all'incrocio dei pali (63'). Le emozioni più grosse erano ancora per Pagliuca, grande su sventola di Centofanti e poi graziato da un colpo di testa di Lupo. Replicava Gullit (74') con un tiro-cross che accarezzava la parte superiore della traversa. Il match si chiudeva con la Sampdoria all'attacco, un tema che si ripeterà al ritorno. Bruno Bernardi ancona JHfe sampdoria ARMELLINi 6.5 PAGLIUCA 7 SOGLIANO 5,5 DALL'IGNA 6 CENTOFANTI 7 SERENA 5,5 PECORARO 6 GULLIT 6 MAZZARANO 6 VIERCHOWOD 6 GLONEK 6 SACCHETTI 6 LUPO 6 LOMBARDO 6 BRUNIERA 6 JUGOVIC 5,5 (50'CACCIA) 5,5 (64'INVERNIZZI) sv AGOSTINI 5,5 PLATT 6 DEANGELIS 6 MANCINI 5,5 VECCHIOLA 5,5 EVANI 6 AII.:GUERINI 6 AIL: ERIKSSON 6 0 Arbitro: TRENTALANGE 6,5 Ammoniti: 21 ' Sacchetti, 23' Sogliano, 60' Centofanti, 87' Dall'lgna. Spettatori: paganti 16.871, incasso 416,346.000.

Luoghi citati: Ancona, Genova, Italia, Jesi, Napoli, Torino