Grandi manovre sull'acciaio

Offerte Uva a metà maggio. Giorgio Falck uscirà dalla società Offerte Uva a metà maggio. Giorgio Falck uscirà dalla società Grandi manovre sull'acciaio Lucchini e Miller concorrenti per la laminati piani Marcegaglia e Riva tra i candidati ad acquisire la Ast ROMA. Grandi manovre nella siderurgia privata e in quella pubblica, alle prese con la privatizzazione. Giorgio Falck conferma di voler «divorziare» dal cugino Alberto e anche dal settore di famiglia: non si esclude che finirà col vendere il suo pacchetto del 6%, del valore (alle attuali quotazioni di Borsa) di circa 25 miliardi, per mettersi in proprio nella holding Fingef, a cui faranno capo un paio di società del settore grandi progettazioni. E spunta Mediobanca tra i più probabili acquirenti del suo pacchetto dell'acciaio. Il «divorzio» dovrebbe essere formalizzato a fine giugno, nella prossima assemblea degli azionisti. Scatterà invece prima, a metà maggio, la vendita dell'acciaio di Stato: ò infatti il termine indicato per le offerte vincolanti per l'acquisto di Ilp (Uva Laminati Piani) e Ast (Acciai speciali Temi), le due società nate dalla scissione dell'Uva e messe sul mercato. Riflettori più che mai puntati sul gruppo siderurgico Falck, in cordata, tra l'altro, per l'Ilp. L'uscita di scena di Giorgio rimette in gioco l'assetto futuro. Caduto qualche mese fa il vecchio patto di sindacato (fino a quel momento la famiglia controllava complessivamente il 33% delle azioni), la Borsa ha registrato massicci acquisti del titolo. A Piazza Affari, voci accreditate danno per certo che nel rastrellamento delle azioni Falck ci sia la mano di Giampiero Pesenti, il leader dell'Italcementi, già presente nel patto di sindacato con una quota del 10,9%, attraverso l'Italmobiliare. Ma tra le tante voci, si parla anche di un socio segreto, la Nippon Steel. Giorgio Falck non si sbilancia, tutto preso dalla formazione della Fingef, una holding con una trentina di miliardi di fatturato in cui confluirebbero società di engineering o d'impiantistica. Di sicuro, per ora, è che a guidare le sorti dell'acciaio Falck saranno l'attuale presidente del gruppo, Alberto, e l'amministratore delegato Achille Colombo. E' stato l'imprenditore Marcegaglia ad anticipare la data del 12 maggio per le offerte vincolanti per l'acquisto delle due società nate dalla scissione dell'Uva, Ilp e Ast. Due i concorrenti per Ilp (Lucchini e cordata Miller), quattro per la Ast (gli italiani Marcegaglia e Agarini-Riva, la francese Ugine e la tedesca Krupp). Alle battute finali anche la Dalmine. I concorrenti hanno infatti quasi concluso la visita agli stabilimenti per la fase del cosiddetto «due diligence», in cui si toccano con mano realtà e conti aziendali. La Ilp è stata «ispezionata» dalla cordata raccolta attorno al banchiere d'affari americano William Miller e in cui figurano i gruppi Falck e Marcegaglia e la Tarnofin, creata da alcuni im¬ prenditori per la privatizzazione dei laminati piani di Novi Ligure e Taranto. Termina la visita questa settimana, invece, Lucchini che per il momento «corre» in proprio, ma al quale non è escluso si possano affiancare altri alleati, i francesi della Usinor Sacilor. A Terni, per contro, sono già passati gli esperti di Krupp, Marcegaglia e Ugine. La prossima settimana tocca alla coppia Agarini-Riva. Quanto alla Dalmine, starebbe per concludersi la trattativa diretta condotta dal comitato di liquidatori dell'Uva. Principale interlocutore, la Techint del gruppo Rocca. Stefanella Campana Giorgio Falck

Luoghi citati: Novi Ligure, Roma, Taranto