Avuti: «Non è la tv il nemico da abbattere »

Avuti: «Non è la tv il nemico da abbattere «L'amico d'infanzia» con Jason Robards III, ancora una pellicola girata negli Stati Uniti Avuti: «Non è la tv il nemico da abbattere » // regista racconta ascesa e caduta d'un conduttore spietato ROMA, Ma insomma Avati anche per lei la televisione è diventata il male? «Ma no. Per me la tv non è il nemico da abbattere: in sé la tv non è né buona né cattiva. E' l'uso che se ne sta facendo ad essere spesso scorretto». Peggio la Rai o la Fininvest? «Non è questo il problema. La tv dipende da chi la produce. Su uno stesso canale ci sono conduttori che agiscono rispettando la loro autentica vocazione all'informazione e altri che usano la loro professionalità in maniera strumentale, per plagiare il pubblico. Anche questi nostri risultati elettorali: io sarei più cauto nell'attribuirli solo alla tv». Allora perché, anche lei, come tanti altri registi di cinema, ha deciso di fare un film per attaccare la televisione? «Per attaccarla no, per rifletterci sopra sì. Con il lavoro che faccio ho viaggiato molto, spesso ho visto in albergo le tv di Paesi stranieri, dal Sud Africa all'Australia. A volte sono stato in¬ vitato alla tv come ospite, in questi enonni palazzi di vetro e cemento pieni di studi, tutti uguali, ovunque fossero costruiti. Ho notato che in ogni tv del mondo ci sono gli stessi personaggi che abbiamo noi in Italia: l'intervistatore aggressivo, quello bonaccione, quello servile. Sono arrivato perciò al convincimento che se è vero che la tv omologa chi la guarda, omologa anche, e con ben altra forza, chi la fa». Queste considerazioni sull'universo televisivo Pupi Avati dice di averle riversate nella sua ultima storia cinematografica, «L'amico d'infanzia», con Jason Robards III, figlio di quel famoso attore che è stato Jason Robards. Il film è un giallo psicologico su un conduttore tv che deve il successo alla spietatezza con cui denuncia le debolezze altrui, costretto dal ricatto di un compagno d'università a confessare le debolezze proprie davanti alla telecamera. Ma il film, costruito secondo le regole della suspense, con milleseiccntocinquanta inquadrature diverse, grande spargimento di sangue e alcuni cadaveri, si muove tutto all'interno di una vicenda che ha il suo sfondo nel grattacielo della televisione che domina Chicago. «L'amico d'infanzia» è infatti il terzo film che Avati gira negli Stati Uniti, dove ormai ha una casa, sul Mississippi, acquistata proprio durante le riprese di «Bix», il suo primo film americano. Anzi, se si conta anche «Dove comincia la notte» di Zaccaro e «La stanza accanto» di Fabio Laurenti tuttora in lavorazione, entrambi coprodotti dalla Duea di suo fratello Antonio e da lui seguiti in prima persona, si può dire che i titoli americani di Avati siano arrivati a cinque. Ma stavolta, in questo «L'amico d'infanzia», l'America più che una scelta è stata una necessità. Parlare di televisione italiana in Italia avrebbe portato il film ad assumere un tono da pettegolezzo salottiero. «Ho scartato l'ipotesi di girare il film "Talk show", di cui avevo anche già parlato al mio produttore Aurelio De Laurentiis, perché m'è parso che tutti si sarebbero divertiti a fare il giochino di chi è questo e chi è quello. Ciò mi infastidiva perché avrebbe sminuito il senso del mio discorso sulla tv». Che resta un discorso preoccupato, però. «Sì. Un certo allarme c'è. M'è parso che con la Guerra del Golfo il nostro video fosse definitivamente cambiato. Come se aver visto in diretta uno scontro bellico avesse imposto a tutti di andar oltre, di offrire emozioni sempre più forti, di non poter in alcun modo contenere i toni. Ecco, per me lo "scollinamento" è stato quello». Si tornerà indietro? «Non credo. La storia non permette ripensamenti. E poi non è solo la tv ad essere cambiata. E' la vita che va in questa direzione. L'Occidente insegue la realtà, come la tv insegue l'ascolto». [si. ro.) di Curzio Maltese - La chiamo onorevole? - Ma no, Emilio, dammi del tu e chiamami dottor Berlusconi (Fede & Berlusconi, Tg4) Anche Pupi Avati si occupa di tv

Luoghi citati: America, Australia, Chicago, Italia, Roma, Stati Uniti, Sud Africa