Le tappe della scomunica

Le tappe della scomunica Le tappe della scomunica «Date diritto di parola a Sakharov» «Lei piuttosto studi la realtà sovietica» JMOSCA NRICO Berlinguer e Leonid Breznev faccia a faccia per quattro volte tra il '76 e il '79. Sono anni pesanti nella storia del pei che si avvicina per la prima volta dal dopoguerra al governo ed entra nella maggioranza di «solidarietà nazionale» che sostiene il monocolore Andreotti; anni che portano al drammatico strappo con Mosca (dicembre 1981) dopo il golpe polacco. La Stampa è entrata in possesso dei verbali di quegli incontri conservati negli archivi sovietici. Dietro la diplomazia del «linguaggio fraterno» lo scontro è scoperto. Abbiamo scelto in ciascun incontro i momenti di più acuto contrasto tra il segretario del pei e i sovietici, ne pubblichiamo una sintesi. Negli incontri Leonid Breznev era sempre affiancato da Mikhail Suslov e Boris Ponomariov. Berlinguer per tre volte si presenta al Cremlino da solo; una sola volta (ottobre '78) e accompagnato da Tato e Rubbi. 1 marzo 1976 BERLINGUER: «... Oggi nel mondo il prestigio della politica estera sovietica ò alto come mai. Noi appoggiamo senza riseive questa lineama per poter influire sul mondo esterno è importante anche confermare con i fatti i vantaggi della democrazia socialista... Ci rendiamo conto che nei Paesi capitalisti è in atto una campagna ostile... ma noi riteniamo che sarebbe estremamente utile rispondere a questa campagna non solo con articoli di giornale, ma anche con azioni reali...». SUSIOV: «... I nostri amici stranieri dovrebbero prima di tutto conoscere meglio il socialismo reale e lo sviluppo della democrazia socialista. Sarebbe bello se anche il compagno Berlinguer trovasse il tempo per visitare la città sovietica che porta il nome di Togliatti...». BERLINGUER: «Il pei condanna le idee di Sakharov e si rende conto che Sakharov e i suoi simili non possono trovare nessun sostegno tra i lavoratori sovietici. Nonostante questo noi riterremmo utile pubblicare qualche dichiarazione di Sakharov sulla stampa sovietica accompagnandola con un commento. Secondo il pei un simile passo dimostrerebbe lo sviluppo della democrazia in Urss e farebbe vedere che anche quelli che hanno idee sbagliate possono renderle pubbliche...». 3 novembre 1977 BREZNEV: «... Noi seguiamo con grande attenzione e con sentimento di fraterna solidarietà l'attività dei compagni italiani e siamo felici per i vostri successi. Nello stesso tempo vediamo quanto è difficile la situazione nel vostro Paese...». BERLINGUER: «... Non è facile capire le nostre azioni in base all'esperienza dei partiti comunisti che lavorano in altre condizioni. Noi, comunisti italiani, desideriamo naturalmente capirci meglio con tutti i partiti comunisti e innanzitutto con il pcus al quale siamo legati da profonda amicizia... la situazione nel nostro Paese ò estremamente complessa... però la situazione ormai è tale che senza l'appoggio dei comunisti ò impossibile creare un governo...». BREZNEV: «Ma nonostante questo la situazione nel Paese, soprattutto quella economica, non migliora. Lo scontento della classe operaia, dei contadini del Sud e dei giovani cresce. Può questo portare a una delusione delle larghe masse per il programma governativo? I lavoratori capiscono sufficientemente bene la linea del vostro partito?...». 9 ottobre 1978 BREZNEV: «... Mi hanno detto che lei ha sollevato il problema dei diritti dell'uomo nel nostro Paese... sembrerebbe che lei abbia posto la questione in questo modo: "Cosa costa alla grande Unione Sovietica dare a un miserabile gruppo di persone la possibilità di esprimere le loro opinioni anche se sono diverse dalle vostre? Non può danneggiare nessuno". Certe volte mi chiedo perché un gruppetto di miserabili, di pericolosi criminali e antisovietici viene difeso da certi ambienti di altri Paesi... Il problema non sono le opinioni... Quelli che sono stati puniti dai nostri tribunali, non sono stati condannati per eterodossia, ma per aver violato la legge... per aver lavorato per diversi spionaggi stranieri o per organismi reazionari dell'emigrazione. E queste condanne non sono una violazione dei diritti dell'uomo, ma la difesa del diritto dei sovietici di costruire il socialismo, un diritto conquistato in dure battaglie e per il quale abbiamo pagato con milioni e milioni di vite... Riteniamo inammissibile quando alcuni compagni dei partiti fratelli insieme con la propaganda borghese cominciano a calunniare il socialismo realmente esistente in Urss. Come voi sapete, siamo molto cauti nella critica pubblica dei partiti fratelli. Vi dirò, compagno Berlinguer, certe volte ci stupisce il modo in cui la stampa del pei racconta l'Urss...». BERLINGUER: «... Nella realtà dei Paesi socialisti, inclusa l'Urss..., ci sono alcuni aspetti che non ci convincono del tutto. Si tratta della situazione con i diritti dell'uomo. Lei sa che nella loro attività ideologica e politica i comunisti italiani intervengono con durezza contro qualsiasi violazione dei diritti dell'uomo nei Paesi capitalisti e nei regimi reazionari... I comunisti italiani non sono tra quelli che vedono come modello di democrazia l'ordine che si è affermato nei Paesi capitalisti e prima di tutto negli Usa. Nello stesso tempo siamo preoccupati perché, secondo noi, nei Paesi socialisti ci sono certe limitazioni della libertà... I comunisti italiani agiscono in condizioni diverse dalle vostre, in condizioni di capitalismo... Il pei sta concentrando tutti i suoi sforzi per realizzare quello che chiamiamo un nuovo esperimento politico. Con l'avanzata del pei negli ultimi anni siamo riusciti a superare una serie di ostacoli che la borghesia ha posto ai comunisti per impedire il loro accesso al potere politico...». BREZNEV: «... Lei ha parlato della "terza via" nella lotta per il socialismo in Italia. Non potrebbe spiegare il senso di questo termine?... E' stato usato spesso da forze diverse per giustificare una politica che in sostanza significava una rinuncia alla lotta perii socialismo...». BERLINGUER: «Il tennine che ho usato in alcuni articoli e discorsi non è del tutto chiaro. Il senso è che noi, nella nostra lotta per il socialismo, non aboiamo intenzione di ripetere o copiare tutto quello che era proprio della lotta per il socialismo in altre condizioni e in altri Paesi. Ma nemmeno di rinunciare alla lotta per il socialismo». BREZNEV: «... Ma il destino dell'Italia viene ancora deciso dalla grossa borghesia. La situazione instabile fa degenerare le istituzioni della democrazia borghese, crea il terreno per l'attività terroristica, per avventure di ogni tipo. Ci sembra che in queste condizioni e estremamente importante che il partito comunista sia in grado di proporre ai lavoratori un programma d'azione concreto». BERLINGUER: «... In uno dei posti centrali della nostra attività c'è non solo il rafforzamento dell'alleanza con i ceti medi, ma anche la questione della politica del partito nei confronti di quelli che vengono emarginati dal processo della produzione e della vita sociale cadendo nell'abbraccio delle forze reazionarie. Soprattutto i giovani...». 5 settembre 1979 BREZNEV: «... Ci stupiscono alcune valutazioni della politica dell'Urss che a volte fanno i vostri compagni». BERLINGUER: «... Il pei approfondisce l'elaborazione della sua via al socialismo e i caratteri che deve avere per corrispondere alla realtà italiana. Su questo piano tra i nostri partiti può sorgere una differenza nell'interpretazione su come risolvere un problema o l'altro... nel nostro partito ci sono persone che portano i contrasti all'estremo e danno giudizi radicali sull'Urss. Ma in generale prevale un rapporto amichevole verso l'Urss, noi cerchiamo di ostacolare le campagne antisovietiche...». A CURA DI Cesare Martinetti «Ma la classe operaia vuole la vostra politica?» «Ma nei Paesi socialisti voi limitate la libertà» Mikhail Suslov sempre presente agli incontri fra Breznev e Berlinguer Armando Cossutta, unico contrario alla risoluzione del pei sulla Polonia