« Ecco i killer del Pilastro »

Bologna, la supertestimone conferma: «Quella sera li ho visti sparare» Bologna, la supertestimone conferma: «Quella sera li ho visti sparare» « Ecco i killer del Pilastro » «I miei amici uccisero i 3 carabinieri» BOLOGNA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Parla con voce rotta dall'emozione, Simonetta, ma i suoi ricordi sono fermi: «Vidi delle fiamme tra Peter e la macchina dei carabinieri». Aveva 16 anni quando la sera del 4 gennaio del 1991 e stata testimone dell'uccisione di tre giovani militari, al quartiere Pilastro di Bologna, il più efferato delitto attribuito alla banda della Fiat Uno bianca. Per oltre un anno, ha cercato di dimenticare quanto aveva visto. Agli inquirenti ha fornito per mesi versioni diverse, spizzichi di verità, spesso in contraddizione tra loro. Poi, non ce l'ha più fatta a tenersi dentro questo tremendo segreto e ha scelto di parlare, di accusare due amici, i fratelli William e Peter Santagata, pilastrini come lei, di quell'orribile strage. Da allora, Simonetta, che oggi ha 18 anni, vive blindata e segue un programma di protezione quotidiana che le ha impedito di essere presente persino nell'aulabunker del tribunale di Bologna, dove si svolge il processo per il triplice omicidio. La sua è stata una deposizione a distanza. La sua verità l'ha ripetuta, e poi difesa dalle contestazioni dei difensori, in collegamento audio-video. Ecco il suo racconto: «Salutammo Peter Santagata e io e la sua ragazza, Barbara Marchesi, ci muovemmo: poco dopo, fatto qualche passo, udimmo gli spari, non so quanti. Barbara mi disse "Sparano, sparano, corri". Mi voltai e vidi l'auto dei carabinieri sull'incrocio: sul lato sinistro c'erano tre persone, disposte a triangolo. Peter era vicino allo sportello anteriore, suo fratello William era sul retro della vettura, in mezzo c'era il terzo che non riconobbi. Gli spari continuarono e vidi delle fiammate tra Peter e la macchina dei carabinieri);. E' il passaggio-chiave della deposizione, quello che inchioda i fratelli Santagata, finiti nella gabbia degli imputati insieme a Massimiliano Motta e all'ergastolano Marco Medda. Quella fredda sera di gennaio di tre anni fa, Simonetta uscì da sola dal suo appartamento di via Casini, 8: il suo ragazzo, pure lui amico di Peter, le aveva detto al telefono che non aveva voglia di uscire. Appena fuori casa, incontrò Peter con la sua ragazza, Barbara Marchesi; poco lontano c'era anche William. Simonetta e Barbara stavano per allontanarsi per andare a cercare una loro amica, quando cominciò la sparatoria. Simonetta rivive quegli attimi di terrore: «Dopo che mi ero girata e avevo visto Peter, William e una terza persona vicino all'auto dei carabinieri, io e Barbara ci nascondemmo dietro a un cassonetto. Sentii altri colpi, diversi dai primi, più veloci, tipo mitra. Guardai di nuovo e vidi l'auto dei carabinieri in movimento dietro una Uno bianca. A bordo della Uno vidi due sagome scure, una al volante e l'altra sul sedile posteriore. Ci alzammo da dietro il cassonetto e Barbara piangeva. Mi disse: "Sono ferita alla caviglia". Aveva uno sfregio, ma le calze non erano rotte. Mi disse che era stata ferita da un proiettile». Per oltre dieci minuti quei colpi continuano a rimbombar¬ le in testa e anche adesso, a distanza di anni, il ricordo le ri-, sulta penoso. «Si deve fare coraggio, sappiamo che si tratta di fatti drammatici che lei ha vissuto», l'ha incoraggiata più volte il p.m. Alberto Candi. Dal giugno del '92, quando sulla base delle sue ancora parziali versioni dei fatti, i fratelli Santagata vennero arrestati, Simonetta è stata costretta a lasciare il suo lavoro in un bar. La sua vita da allora è stravolta. Al Pilastro, il quartiere a più alta densità criminale, la sua scelta resta incomprensibile. Ha perduto molti amici che credono nell'innocenza di Peter e William o, più semplicemente, che un rapporto di amicizia debba voler dire anche omertà di fronte alla giustizia. Gli investigatori, al Pilastro, non hanno avuto vita facile. «I miei figli sono innocenti», hanno più volte gridato alle telecamere i genitori e i parenti dei Santagata. Ogni anno tanta gente del posto ricorda quei tre ragazzi in divisa morti durante un giro di perlustrazione, ma la lapide che ricorda la strage è già stata oggetto di atti vandalici. La deposizione di Simonetta è durata tre ore. Gli avvocati della difesa hanno tentato più volte di distruggere la sua testimonianza, facendole notare le contraddizioni tra i racconti forniti in varie fasi dell'istruttoria. Ma Simonetta ha avuto la risposta pronta: «Allora non dicevo tutta la verità, che ho cominciato a dire dall'ultimo interrogatorio». Marisa Ostolani Da tre anni vive blindata e sotto scorta Le sue dichiarazioni sono state ascoltate in collegamento audio-video col tribunale ^^^^■■1 „ml M_ ! ! J! t ! ! —^aii Due immagini della strage del Pilastro avvenuta il 4 gennaio del '91: morirono tre carabinieri

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