Tra gli americani e Clinton un match in diretta tv

Tra gli americani e Clinton un match in diretta tv USA Una difesa imbarazzata del capo della Casa Bianca che non riesce a dare risposte convincenti e sfiora la crisi di nervi Tra gli americani e Clinton un match in diretta tv Domande cattive, accuse: i cittadini attaccano il presidente sul caso Whitewater WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Finora aveva sempre funzionato. Bill Clinton viene criticato per molte cose, ma tutti, anche i nemici, riconoscono che è un grande «campaigner», uno straordinario animale da campagna elettorale, da comizio, da contatto con la gente. Così, oltre che andare molto in giro, il presidente si concede periodicamente e con piacere a dei «town hall meeting», un'idea rubata a Ross Perot, che consiste in incontri con gli elettori in uno studio televisivo di una città, collegato con altri studi in altre città che ospitano altri elettori. Ma martedì, a Charlotte, North Carolina, al presidente è andata proprio male. In un modo diretto fino alla brutalità, parecchi cittadini americani hanno messo in dubbio di fronte a decine di milioni di telespettatori la «credibilità» di Clinton, che aveva le mascelle contratte. «Presidente, molti di noi hanno dei problemi molto seri con la sua credibilità. Come pensa di recuperare la nostra fiducia?», gli ha sparato a bruciapelo Rebecca Fairchild, riferendosi alla faccenda Whitewater e alle speculazioni di Hillary. «Non abbiamo fatto nulla di male», ha ripetuto più volte, a disco, Clinton in una garbata ma imbarazzata difesa. Niente da fare, è arrivata subito l'altra bordata: «Presidente, ma lei è una persona come noi, della media classe, o un malvagio e avido repubblicano?». Clinton ha ripetuto di non avere mai «abusato» del suo potere, ma un signore di Austin, Texas, si è subito collegato per ricordare come Clinton abbia rovesciato troppe promesse fatte durante la campagna elettorale, sull'esenzione fiscale al ceto medio, sulla Bosnia, su Haiti. E ha concluso: «Perché allora dovremmo crederle a proposito della vicenda Whitewater?». Clinton era vicino a un pericoloso scatto di nervi, cosa dalla quale spesso non sa trattenersi. Ma si è trattenuto, dicendo che in ballo è la credibilità di chi lancia false accuse, non la sua. Imperterrito, il pubblico ha continuato. Qualcuno gli ha rinfacciato le spese per le sue recenti partecipazioni a manifestazioni sportive: «Quanto costa questa roba ai contribuenti?». E un altro elettore gli ha detto: «Visto che lei si è assunto impropriamente il merito per una ripresa economica già in corso, è disposto adesso a assumersi la responsabilità per l'inflazione e gli alti tassi di interesse?». «Posso chiederle io...», ha risposto Clinton, tentando un contrattacco dialettico. «No, guardi - lo ha bloccato l'interlocutore - io qui sono tenuto solo a fare domande, le risposte toccano a lei». Paolo Passarmi Lo scontro di fronte a decine di milioni di telespettatori Il presidente Clinton per la prima volta in difficoltà in un faccia a faccia con il pubblico [fotoafp]

Luoghi citati: Austin, Haiti, North Carolina, Texas, Washington