Palla Grecia terzo attacco all'Italia

E la Comunità apre un procedimento contro Atene per l'embargo alla Macedonia BALCANI E la Comunità apre un procedimento contro Atene per l'embargo alla Macedonia Palla Grecia terzo attacco all'Italia «Nella guerra jugoslava ha fatto i suoi interessi» ATENE. Tra Grecia e Italia continuano le polemiche legate alla Bosnia. «Nella crisi dei Balcani, l'Italia ha promosso i suoi interessi particolari - ha detto il ministro greco degli affari europei, Theodoros Pangalos in un'intervista in edicola oggi sulla rivista «Limes» - senza impegnarsi particolarmente, ma preoccupandosi soltanto di seguire costantemente tutte le iniziative che assumevano di volta in volta le maggiori cancellerie europee, cioè Bonn e Parigi». Secondo il ministro greco, sulla crisi jugoslava si sono verificate le maggiori differenziazioni fra Atene (presidente di turno dell'Unione europea) e alcuni partner comunitari, fra i quali l'Italia: «I greci non hanno accettato la campagna di demonizzazione dei serbi che si è svolta in Europa occidentale. Solo dopo le stragi in Bosnia ci si è resi conto che la Grecia non aveva tutti i torti quando diceva che il riconoscimento della Croazia era stato prematuro». «L'Italia, in particolare, - ha detto Pangalos - ha mostrato grande sensibi¬ lità verso la causa dei popoli cattolici, cioè croati e sloveni, schierandosi senza riserve contro i serbi. Per il ministro greco, inoltre, non ci sono state «iniziative italiane degne di nota» neanche lungo l'asse Albania-Skopje-Ankara, altro «punto nevralgico» ricco di focolai di tensione. Ieri, intanto, il Vaticano ha respinto le accuse del primo ministro greco, Andreas Papandreu, secondo cui la Santa Sede e la Germania sarebbero «all'origine della tragedia dei Balcani». «La Santa Sede ha cercato sin dall'inizio di far riflettere i responsabili delle repubbliche che volevano l'indipendenza sulla necessità di salvaguardare qualche forma di confederazione», ha sottolineato il portavoce vaticano, Joaquin Navarro Vals. E ha continuato: «Di fronte ai combattimenti che fin dal 1991 decimavano le popolazioni civili, in Croazia e in Slovenia era stato considerato che il riconoscimento internazionale delle due repubbliche, che avevano deciso la secessione, poteva essere il mez- zo per fermare i combattimenti. E così si è verificato». Il riconoscimento da parte della Santa Sede - ha concluso Navarro - è stato inteso non ad allargare le ostilità, ma a porne un termine». Per quanto riguarda l'embargo commerciale che Atene ha decretato contro la Macedonia, ieri a Bruxelles la Commissione eu¬ ropea ha deciso di portare la Grecia davanti alla corte di giustizia europea. Van den Broek, responsabil' delle relazioni esterne, ha pi r cisato che il procedimento sarà avviato mercoledì prossimo, il che darà alle due parti un'altra settimana di tempo per cercare di risolvere la controversia sul nome, i simboli e la costituzione della repubblica ex Jugoslava. Il governo di Atene pretende che la Macedonia rinunci ad utilizzare un antico simbolo greco sulla sua bandiera e modifichi la sua costituzione prima di avviare qualsiasi trattativa sulla questione del nome, la più controversa dell'intera faccenda. [Ansa-Agi] Il ministro greco Theodoros Pangalos

Persone citate: Andreas Papandreu, Joaquin Navarro Vals, Navarro, Palla Grecia, Pangalos, Theodoros Pangalos