«Promesse da mantenere» il card.ruini scrive al cavaliere di Marco Tosatti

Elogiati gli accenni nel programma di Forza Italia alla famiglia e alla tradizione cristiana Elogiati gli accenni nel programma di Forza Italia alla famiglia e alla tradizione cristiana «Promesse da mantenere» II card. Ruini «scrive» al Cavaliere CITTA' DEL VATICANO. Chi ha vinto mantenga le promesse, fa scrivere il presidente della Cei, e vicario del Papa per la città di Roma, il card. Camillo Ruini, su «Roma Sette», il settimanale della diocesi di Roma. E contemporaneamente, su «Avvenire», il quotidiano della Conferenza episcopale, un lungo articolo illustra i pericoli della sovrapposizione di interessi privati con gli incarichi pubblici: «Un premier uomo-d'affari - è il titolo - richiede garanzie di trasparenza». I vescovi, incassata con stile la (parziale) delusione del crollo del centro, e il dispiacere, atteso ma non per questo meno cocente, della fine dell'unità politica dei cattolici, incominciano a affrontare la nuova situazione, e a gettare le basi per una presenza politica cattolica «doc». Prendono esempio dalla Germania e dagli Stati Uniti, i presuli italiani. E studiano la creazione di un comitato o «gruppo di lavoro» incaricato, istituzionalmente, di mantenere rapporti con il governo e il Parlamento. L'argomento è stato trattato nel corso dell'ultimo Consiglio permanente della Cei, che si è svolto a Roma dal 14 al 17 marzo scorso. Una proposta in questo senso fu avanzata già nel 1980, ma non sfociò in nulla di costruttivo. Forse anche perché il vertice della Segreteria di Stato dell'epoca era meno favorevole di quello attuale a un allargamento dei poteri della Cei. «E' urgente» ha detto il vescovo di Siena, Mons. Bonicelli, costituire il Comitato perché «fino a poco tempo fa c'era un partito che bene o male interpretava la forte presenza dei cattolici nella società e dava fiducia alla Chiesa, anche se soltanto in ordine alla difesa dei grandi valori cristiani. Adesso lo scenario è cambiato». Quanto è cambiato? Anche i vescovi, come il resto del Pae¬ se, sono in attesa. «E' tempo per tutti di guardare avanti», afferma un editoriale di «Roma Sette», il settimanale diocesano di Roma, dove è vicario il card. Ruini. «In questo senso sono di buon augurio, se saranno confermate dai fatti, le parole dette da Berlusconi nella sua prima dichiarazione, a urne aperte, quando ha espresso l'intenzione di puntare al bene di tutti e non solo della parte che lo ha sostenuto; ha richiamato la necessità del rispetto reciproco; ha messo in prima linea l'importanza della famiglia, e non ha taciuto la tradizione cristiana dell'Italia». Ma i vescovi si sentono sempre vicini al Partito Popolare. «Non si può ignorare - scrive «Roma-Sette» - che Martinazzoli almeno in una cosa è riuscito, e molto importante: ridare credibilità alla sua parte politica». Le dimissioni aprono una nuova fase, «molto delicata: adesso si tratta di definire una posizione politica nel nuovo nato dal voto. Per questo, proprio sulla base dei risultati elettorali, sembra necessario anzitutto colmare la distanza che si è creata fra la dirigenza del partito e il suo potenziale elettorato». Un partito di uomini «liberi e forti», chiede mons. Girolamo Grillo, arcivescovo di Civitavecchia: «Niente fuggi-fuggi dal ppi - ammonisce -, non si può tradire la fiducia degli elettori». Ma in attesa della futura rivincita, ci sono dei problemi, ricorda «Avvenire»: l'eventualità «della nomina di un uomo d'affari a capo del potere esecutivo pone una questione di rilievo etico». Negli Stati Uniti «viene fatto divieto di detenere interessi finanziari, diretti o indiretti, che siano sostanzialmente in conflitto o sembrino esserlo, con le loro responsabilità e i loro doveri. Il principio è attuato in via preventiva, cioè prima dell'assunzione degli incarichi pubblici». Se, per caso, poi l'interessato è proprietario di giornali o televisioni, ricorda «Avvenire», regime e costume di separazione rendono «concettualmente inammissibili ipotesi di commistione che da noi sono realtà». I rilievi appena detti non significano «veto», «ostracismo» o «voglia di rissa»; ma «la descrizione di una realtà», che in altri Paesi è stata regolamentata, un territorio che da noi «rischia di essere abbandonato alla legge del primo occupante». Marco Tosatti Intanto i vescovi varano un comitato per i rapporti con governo e Parlamento Il segretario dimissionano del ppi Mino Martinazzoli sotto il cardinale Camillo Ruini, presidente della Cei.

Persone citate: Berlusconi, Bonicelli, Camillo Ruini, Girolamo Grillo, Martinazzoli, Mino Martinazzoli, Ruini