Di Pietro «lo ministro? No grazie»

Ova2ioni per il pm di Mani Pulite che ha incontrato in Australia gli «amici emigrati» Ova2ioni per il pm di Mani Pulite che ha incontrato in Australia gli «amici emigrati» Di Pietro: «lo ministro? No grazie» «Ho un lungo lavoro da giudice» SYDNEY. «Io ministro? No grazie». Il sostituto procuratore di Milano Antonio Di Pietro risponde gentile ma sicuro alle velate proposte di far parte del primo governo della Seconda Repubblica, come ministro della Giustizia. E durante un ricevimento commenta in tono scherzoso le indicazioni su una sua candidatura a ministro dell'Interno. «E' un pesce d'aprile tra giornalisti». Il magistrato ha appreso la notizia dai giornali letti durante il volo. «Nessuno mi ha prospettato nulla e comunque non posso e non voglio far parte di un governo. Ho ricevuto un incarico che sto assolvendo nelle mie funzioni di magistrato. Se accettassi un incarico politico, non potrei completare questo lavoro e, credetemi, ci vorrà ancora molto prima che si concluda. Il pallino politico non è nelle mie prerogative, anche perché io sono un tecnico e questo governo che si dovrà formare non sarà un governo costituzionale che ha bisogno di tecnici, ma un governo sancito dal voto degli elettori, un governo politico che non dà spazio ai tecnici». A Sydney oltre mille persone hanno accolto con una vera ovazione il magistrato, che ha ribadito di voler dedicare la sua visita di nove giorni soprattutto a incontri con gli «amici emigrati» a Sydney, Canberra e Melbourne. Il giudice, accompagnato dalla moglie Susanna e dall'amico Piero Rocchini, è stato introdotto ai connazionali dal presidente del club Marconi Tony Labozzetta, che lo ha definito «l'italiano vivente più famoso al mondo, ma anche un uomo semplice che parla in modo semplice». Quando Di Pietro si è presentato come «un emigrante venuto a incontrare gli amici emigrati», dalla folla si è levata una voce, divenuta presto un coro ripetuto di «Viva l'Italia pulita». A chi, ricordando i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino lo interrogava su eventuali timori per la sua incolumità, Di Pietro ha risposto parlando di «una differenza abissale tra il suo lavoro semplice e non rischioso, a caccia di rubagalline e quello di colleghi che trattano con nemici pericolosissimi, che ammazzano senza pensarci». mille persone hanno accolto zione il magistrato, che ha ribacare la sua visita di nove giorni ontri con gli «amici emigrati» a a e Melbourne. Il giudice, aca moglie Susanna e dall'amico stato introdotto ai connazionali l club Marconi Tony Labozzetnito «l'italiano vivente più fama anche un uomo semplice che mplice». Quando Di Pietro si è «un emigrante venuto a inconmigrati», dalla folla si è levata uta presto un coro ripetuto di ta». A chi, ricordando i giudici e Paolo Borsellino lo interrogamori per la sua incolumità, Di o parlando di «una differenza lavoro semplice e non rischioagalline e quello di colleghi che ici pericolosissimi, che ammazrci». Antonio Di Pietro A sinistra, l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga Antonio Di Pietro A sinistra, l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga Sopra, Marcello Dell'Utri Da sinistra Francesco Saverio Borrelli e Gherardo Colombo

Luoghi citati: Australia, Canberra, Italia, Melbourne, Milano, Sydney