«Pannello come quarto polo» di Andrea Di Robilant

«Pannello come quarto polo» «Pannello come quarto polo» Taradash: ministro-garante di democrazia ROMA. «A noi basta anche un solo ministero per entrare come quarto polo in un governo guidato da Berlusconi», dice Marco Taradash, ambasciatore di Pannella presso Forza Italia. «Purché non sia un ministero ornamentale. Quello degli Affari sociali, per dire, non ci interessa: dovrà essere un ministero dove si prendono decisioni strategiche. Pannella agli Esteri? Non è stata un'iniziativa nostra ma l'appoggiamo. L'Italia vuole o non vuole entrare in Europa? Anche questa è una decisione strategica». Taradash è l'uomo-chiave nella marcia di avvicinamento dei radicali verso il futuro governo e ogni giorno soffia sulla brace di questa nuova passione tra Pannella e il Cavaliere. E' stato tra i primi a recarsi a via dell'Umiltà dopo il voto per congratularsi con il vincitore. E in attesa di avviare colloqui più concreti, si tiene in contatto telefonico con Berlusconi. «Ci siamo già sentiti un paio di volte e il rapporto è molto buono», assicura Taradash, che non fa mistero della «grande stima» per il Cavaliere. Gli stakanovisti dei Club Pannella si sono dati appuntamento all'Hotel Ergife per discutere l'ipotesi di una partecipazione al governo. Pannella descrive i radicali come il polo di sinistra della futura maggioranza. «Chiameremo a raccolta coloro che vogliono prendere atto che c'è una sinistra burocratica, illiberale, storicamente perdente e perduta. Questa sinistra ci ha provato e ha perso. Noi possia- mo essere la leva per la costituzione del partito democratico». Questa visione dei radicali come elemento fondante di un grande schieramento della sinistra liberale spinge Pannella a invocare perfino nuove elezioni se non si arriverà «entro metà aprile» alla formazione di un nuovo governo. «Non dobbiamo dilapidare la forza della chiarezza del risultato». Non tutti sono sedotti da questa ipotesi del quarto polo. Molti militanti hanno faticato a capire la scelta di non schierarsi con i progressisti. E adesso Pannella li vuole portare in un governò con leghisti e missini dove i radicali rischiano di diventare la foglia di fico di un Berlusconi-premier che insiste nel proclamarsi di centro. Pannella insiste che i radicali non saranno «la ciliegina sulla torta» di un governo schiacciato a destra. Ma Peppino Calderisi la vede comunque difficile. «Abbiamo fatto un accordo elettorale parziale e adesso voghamo un ruolo di governo pieno». Taradash annusa l'aria che circola tra i colleghi. Le incertezze e le difficoltà ci sono ma è comunque convinto che da questa consulta dei Club Pannella emergerà un'indicazione chiara: «La nostra piena disponibilità ad essere il quarto polo liberaldemocratico di un governo riformista: una destra composta da Fini e dalla Lega, un centro rappresentato da Berlusconi e una sinistra composta dai radicali». Cosa potrebbe far saltare questo scenario? Taradash teme un veto da An. «Noi invece siamo felici che ci sia anche la destra nel governo, purché non sia un governo di destra». Andrea di Robilant Ma ai militanti l'abbraccio a destra lascia dei dubbi Marco Pannella: se la rissa per il governo continua meglio nuove elezioni

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