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Si spacca il gruppo de Si spacca il gruppo de Capogruppo de cercasi. Michele Vietti, leader del drappello scudocrociato nella Sala Rossa municipale, è stato eletto deputato per il Centro cristiano democratico di Pier Ferdinando Casini. Di fatto oggi risulta più vicino alla Lega di Farassino e ad Alleanza nazionale (rappresentata in Comune dal missino Martinat) che ai Popolari. Lo ammette lui stesso: «D'ora in poi dovrò fare nuovi accordi con la maggioranza uscita dalle urne». Per Vietti «se c'erano dubbi sono svaniti, dopo il voto di domenica e lunedì scorsi, l'unità dei cattolici in politica non esiste più. Definitivamente. A questo punto sarà necessario un chiarimento anche a Palazzo Civico». Dove l'ex capogruppo de promette «opposizione dura» contro il sindaco Valentino Castellani e contro la sua maggioranza. «Con il Carroccio e con An - prevede - saremo molto più incisivi». glio partecipare a nessuna corsa. Per il dopo Martinazzoli dovremo trovare un candidato che rappresenti il più possibile tutti e che riesca a tenere unito il Pp». Popolari all'opposizione dunque? La proposta di Bodrato non è condivisa da Giampiero Leo, Mauro Battuello, Mauro Carmagnola, Sergio Gaiotti, Marco Lemonnier, Enzo Liardo e Gigi Tealdi, i quali, con un invito al vertice, si sono attestati sulle posizioni «moderate» di Rocco Buttiglione. Chiedono il congresso a Torino come a Roma. «Sarebbe - affermano - una formidabile occasione di dibattito e di rilancio delle ragioni del partito presso gli elettori e i militanti». Ma tra le righe dell'appello fanno anche accenno alle alleanze. Un accenno che molti nel Pp interpretano come apertura alla destra vincitrice, soprattutto in vista delle elezioni europee che, senza il voto moderato, rischierebbero di riproporre lo scenario della sconfitta. Un'analisi che ieri ha ottenuto la benedizione di Roberto Formigoni, coordinatore del Pp lombardo, secondo il quale chi vuole il partito all'opposizione farà perdere altri voti. «Più saggi i Gesuiti - dice Formigoni che, prima di decidere, invitano a guardare da chi sarà formato il governo, dove si collocherà politicamente, con quali programmi». La risposta di Torino e del Piemonte, salvo posizioni rappresentate per ora da drappelli, è netta: Berlusconi ha vinto, vada avanti per la sua strada. Morgando e Bodrato: «Qual è stata la campagna elettorale di Formigoni? A Torino, ma pensiamo anche nel resto del Paese, il Patto per l'Italia ha avanzato una proposta per il Centro. Abbiamo detto che non avremmo mai fatto da stampella né alla destra, né alle sinistre. Se adesso Formigoni vuole cambiare cambi. Noi rimaniamo lealmente con chi ci ha dato il voto». Giuseppe Sangiorgio

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