Alla Vìberti Agli operai 215 mila lire di acconto
AllaVìberti AllaVìberti Agli operai 215 mila lire di acconto «Piuttosto che restare nell'incertezza, chiediamo alle banche di non finanziare più l'azienda. Meglio il fallimento, siamo sicuri che ci sono imprenditori disposti a rilevarla: clienti e commesse non mancano, mancano i soldi per pagare i fornitori e realizzarle». La protesta degli oltre 400 dipendenti della Viberti che l'altro pomeriggio hanno occupato la fabbrica di Nichelino (250 lavoratori, più circa 200 cassintegrati) si è risolta a tarda sera con un appello agli istituti di credito a non concedere le sovvenzioni. «Sembrerà un controsenso - dice Franco Ripani, delegato di fabbrica - ma a questo punto è il male minore: non possiamo più dipendere da chi minaccia continuamente d'interrompere i fondi, bloccando investimenti». Dopo l'occupazione dell'impianto nei giorni scorsi, la Viberti concederà ai lavoratori 215 mila lire in acconto sullo stipendio di febbraio: la stessa somma concessa ai cassintegrati per arrivare a un milione 50 mila lire, salario della «cassa». Un «dono» per Pasqua, tutto ciò che i dipendenti sono riusciti a strappare. Gli operai, che dal 13 ottobre presidiano i cancelli, sostengono che uscire dal tunnel si può. «Ma bisogna non aspettare i tre mesi della Gepi per decidere se rilevare la proprietà del gruppo Calabrese. Alcuni nostri clienti cominciano ad acquistare in Austria e Germania gli automezzi: con il cambio ci rimettono ma almeno sono certi della consegna». [m. acc.)
Persone citate: Franco Ripani, Viberti
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