I precedenti una barricata per i camorristi di R. Cri.
I precedenti I precedenti Una «barricata» per i camorristi In quattrocento manifestano in piazza: «Non è un killer delle cosche Protegge le nostre famiglie» Tutti in piazza, per difendere il boss. Al grido di «Non arrestate i camorristi», uomini e donne pronti a dare battaglia con ogni mezzo. Accade di frequente. Interi quartieri si mobilitano per proteggere i «re» della malavita organizzata, intere strade si trasformano in territorio di guerriglia per impedire che la polizia trovi i nascondigli e arresti i capiclan. Come a Napoli, nel rione Villa: per proteggere i boss, i napoletani non hanno esitato a sparare. Era il 30 marzo del '90, e per poter arrestare uomini di spicco della malavita organizzata come Ciro Mazzarella e il figlio Massimo, dopo aver saputo che quella sera si sarebbe svolto un summit di camorristi, i poliziotti avevano dovuto letteralmente espugnare un quartiere: a dare man forte ai camorristi, quasi tutti gli abitanti, alcuni dei quali trasformatisi in cecchini appostati sopra i tetti. Solo al termine di una sparatoria gli agenti riuscirono a portare in questura i capoclan ricercati. Qualche mese più tardi e a pochi chilometri di distanza, ancora a Napoli, zona Ponticelli, tocca a Ciro Sarno, noto nella zona come trafficante di droga, essere arrestato. Ma di nuovo la gente del quartiere scende nelle strade, erige addirittura barricate. «Il rione», raccontò un poliziotto che aveva partecipato all'operazione, «si era trasformato in una bolgia. Dalle finestre piovevano sedie, soprammobili, stoviglie, oggetti d'ogni tipo. Alcune donne, in qualche modo parenti dei Sarno, sono scese in strada gridando. Per allontanare la Folla, siamo stati costretti a sparare in aria». [r. cri.]
Persone citate: Ciro Mazzarella, Ciro Sarno
Luoghi citati: Napoli
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