«Israele è un diritto degli ebrei»

«Israele è un diritto degli ebrei» «Israele è un diritto degli ebrei» IL TRICOLORE ROMA. Si chiana «Tiph», presenza internazionale temporanea a Hebron, servirà a garantire la pace almeno per i prossimi tre mesi nella città santa destinata a passare da Israele all'Opl. Una missione meramente di controllo, a cui l'Italia è chiamata a partecipare insieme con Norvegia e Danimarca, ma anche una missione pericolosa, perché la Jihad non vuole saperne di avere osservatori internazionali, e minaccia stragi. Comunque da ieri pomeriggio lo Stato maggiore della Difesa è al lavoro per costituire la delegazione di 35 ufficiali italiani che dovranno recarsi a Hebron. Con loro saranno altrettanti colleghi danesi e novanta ufficiali norvegesi. Non si sa ancora chi farà parte del contingente italiano, si sa solo che saranno ufficiali delle tre armi e che avranno unicamente funzioni di polizia militare. Quanto al personale logistico di supporto, verrà probabilmente una diserzione in massa nelle file dell'esercito, Rabin ha pensato bene ieri di incontrarsi con i leader dell'opposizione di destra e di tranquillizzare le loro apprensioni. Per ora, ha detto, il governo non intende rinchiudere i coloni di Hebron in un unico rione, anche se la cosa faciliterebbe la loro protezione (a Hebron, stimano fonti giornalistiche, ci sono no avere la possibilità di incontrarvisi, in particolare i credenti nelle religioni che si rifanno alla fede di Abramo», cioè ebrei, cristiani e mussulmani. Il Papa ha parlato anche dello storico accordo del dicembre scorso con cui è stato deciso di stabilire relazioni diplomatiche tra il Vaticano e Israele e ha espreso la speranza che il nuovo spirito possa incoraggiare le relazioni tra cattolici e ebrei. Nell'intervista, Giovanni Paolo II ha ricordato i tempi della sua giovinezza quando contava molti compagni di scuola e amici ebrei nella natia Wadowice. «Poi venne la terribile esperienza della Seconda guerra mondiale, l'occupazione nazista e l'Olocausto. E' stato un terribile sconvolgimento». [Ansa] richiesto al battaglione Tuscania già impegnato nella missione Ibis in Somalia. Nulla però è stato ancora deciso, e ieri mattina i ministri della Difesa Fabbri e degli Esteri Andreatta si sono parlati a lungo ma soltanto per telefono. Dopo gli accordi IsraeleOlp di due giorni fa, i norvegesi sono stati i primi a muo¬ circa 2000 soldati). Ma dietro le parole del premier c'era comunque una minaccia: l'esercito potrebbe in futuro non sforzarsi più di tanto per difendere i coloni in tutti i loro spostamenti. Essi verrebbero così a trovarsi esposti a rischi continui: forse giungerebbero essi stessi a chiedere di essere evacuati. Intanto a Gaza e a Gerico fervono i preparativi per il passaggio dei poteri dagli israeliani ai rappresentanti dell'autogoverno palestinese. I primi 150 agenti palestinesi arriveranno la settimana prossima, per studiare il terreno e prendere i necessari accordi con le autorità militari israeliane. Assieme a loro torneranno due dirigenti dell'Olp, fuggiti dai Territori dopo aver compiuto attentati anti-israeliani: versi e da domani sarà al Cairo una delegazione di Oslo costituita da due alti dirigenti della polizia - Ljell Johansen e Arnestein Oeverkiln - con l'incarico di organizzare logisticamente la spedizione. Dopo che il ministro degli Esteri israeliano Shimon Peres ha telefonato ai colleghi Niels Helveg Petersen, danese, e Beniamino Andreatta,

Persone citate: Andreatta, Beniamino Andreatta, Fabbri, Giovanni Paolo Ii, Johansen, Niels Helveg Petersen, Rabin, Shimon Peres